sabato 31 gennaio 2015

TOSCANA, MALTEMPO: ENEL INTERVIENE



Le piogge intense della nottata sul territorio fiorentino e toscano sono state caratterizzate da forte vento che in alcune aree ha provocato la caduta di piante ad alto fusto, collocate fuori dalla cosiddetta “fascia di rispetto” e quindi non di competenza Enel, sulle linee elettriche di media e bassa tensione.
Gli impianti elettrici hanno risposto con efficienza per quanto riguarda i sistemi di sicurezza e di protezione delle linee, ma in alcune zone circoscritte gli alberi hanno tranciato i conduttori di linee elettriche aeree causando disservizi, in particolar modo a Lastra a Signa, in località Le Sodole, Bellosguardo e via Cavalcanti, dove la linea è stata travolta in più punti. Le squadre Enel, coadiuvate dal Centro Operativo di Firenze, sono intervenute immediatamente sul posto e hanno già riparato i tratti di linea danneggiati restituendo elettricità a tutti i clienti. Già risolta anche una situazione analoga nel Comune di Londa in Valdisieve, così come sono nella fase conclusiva le riparazioni dei disservizi dovuti a danneggiamenti sempre per la caduta di piante ad Anghiari (Ar), a Santa Maria a Monte (Pi) e a Cantagallo (Po).
Complessivamente la situazione è sotto controllo. Per la segnalazione di eventuali nuovi disservizi, i clienti possono contattare il numero verde 803500. 
Del Bimbo Fabrizio

giovedì 29 gennaio 2015

Attaccante nato, lo spettacolo ispirato al libro di Borgonovo al Teatrodante Carlo Monni

Lo spettacolo, per la regia di Andrea Bruno Savelli, racconta la vita e la battaglia coraggiosa di Stefano Borgonovo contro la SLA. Il debutto sarà venerdi 6 febbraio presso il Teatrodante Carlo Monni
 
 
A interpretare il calciatore sarà Massimo Poggio; l’evento è in collaborazione con Fondazione Stefano Borgonovo Onlus. In occasione dello spettacolo, la mostra Bomber Viola, realizzata dal Museo Fiorentina

 
Sarà l'attore Massimo Poggio, volto noto televisivo e cinematografico, a interpretare il calciatore Stefano Borgonovo nella prima nazionale di ‘Attaccante Nato’, spettacolo di Andrea Bruno Savelli (regista e attore) che debutterà venerdi 6 febbraio (in replica sabato 7 febbraio) presso il Teatrodante Carlo Monni (ore 21, piazza Dante n.23, Campi Bisenzio). Tratto dall’omonimo libro scritto da Borgonovo insieme al giornalista Alessandro Alciato (edito da Rizzoli nel 2010), lo spettacolo racconta la vita dello sportivo, una carriera luminosa in Serie A in squadre quali Fiorentina e Milan, e della sua lotta contro la SLA, causa della sua scomparsa prematura, avvenuta a 49 anni, nel giugno del 2013.
 
L’evento è una produzione del Teatrodante Carlo Monni, in collaborazione con Comune di Campi Bisenzio e con la Fondazione Stefano Borgonovo Onlus, diretta da Chantal Borgonovo. Sul palco, insieme a Massimo Poggio, Caterina Carpinella, Massimo Grigò, Nicola Pecci, Andrea Bruno Savelli e Vanessa De Feo. Scene e costumi di Allegra Bernacchioni; musiche originali di Savelli e Pecci. Lo spettacolo apre la rassegna ‘Campi da gioco’, dedicata al mondo dello sport (il 7 marzo in programma ‘La leggenda del pallavolista volante’ di Andrea Zorzi e il 15 marzo ‘La libertà è un colpo di tacco’ di Manfredi Rutelli con Roberto Ciufoli, racconto delle gesta della squadra del Corinthias di San Paolo, che, durante la dittatura, diede vita alla famosa democrazia corinthiana, www.teatrodante.it).
 
‘Attaccante nato’ alterna, come in un girotondo, le vicende di Borgonovo come sportivo e come grande uomo. Come calciatore, dagli esordi con il Como e la Sambenedettese, all’incontro con Silvio Berlusconi e al salto in A con il Milan e con la Fiorentina ( in coppia d'attacco con Roberto Baggio). A questo, si avvicenda la coraggiosa lotta di Borgonovo contro il tunnel di una malattia come la SLA, una patologia feroce quanto vigliacca che gradualmente paralizza il corpo, lasciando vigile la mente, e che non a caso lui chiama ‘La stronza’. Attaccante nato è l’ascesa, la caduta e la battaglia di uno sportivo che conosce bene il suo destino, ma non vi si arrende, per il bene suo e di tutti gli altri malati, facendo del suo corpo e del suo caso una bandiera. Il 5 settembre 2008, infatti, Borgonovo annuncia pubblicamente di aver contratto la malattia, e, nello stesso periodo, apre la Fondazione Stefano Borgonovo Onlus che raccoglie fondi per la ricerca sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Tra il male e Borgonovo è un duello senza esclusione di colpi, ma Borgonovo è un grande guerriero, non cede alla rassegnazione, è incapace di compatirsi, nato per attaccare, anche quando riesce a parlare solo con un sintetizzatore vocale, fino a muovere solo le pupille. È così che detta il libro, attraverso un computer comandato dal suo sguardo.
 
Una storia tragica, che, con la regia di Andrea Bruno Savelli, riesce a essere di volta in volta tenera, coinvolgente, divertente, persino lieve, come Borgonovo sapeva essere. Perchè c’è qualcosa che ‘la stronza’ non scalfisce, e è la mente lucida e la forza d’animo di Stefano, in uno spettacolo che si rivela essere un potente inno alla vita, all’amore per la famiglia, gli amici, lo sport.E poi mi piace ridere, ancora adesso che all’apparenza non ne avrei motivo. Non sono cambiato da questo punto di vista, felice di essere felice, nonostante tutto. Ho imparato ad apprezzare ciò che mi è rimasto. Gli amici, le sensazioni positive, qualche raro movimento. Prendo il buono della vita e mi sento comunque fortunato, so che addirittura c’è chi ha meno di me. Quindi rido’, scrive Borgonovo nel libro.
 
In occasione dello spettacolo, dal 6 al 15 febbraio nel foyer del teatro sarà allestita la mostra Bomber Viola, realizzata dal Museo Fiorentina, da sempre vicino alle iniziative della Fondazione Borgonovo, in collaborazione con ACF Fiorentina, Foundation for Sports History Museums e l’Archivio storico Foto Locchi. La mostra (inaugurazione venerdi 6 ore 18, visitabile gratuitamente dal lunedi al sabato, ore 17-20) espone foto, cimeli preziosi e immagini dei più famosi ‘bomber’, i calciatori che hanno indossato la maglia della Fiorentina calcio, coloro che hanno maggiormente emozionato il pubblico.
 
I biglietti sono in vendita presso la biglietteria (lunedi-sabato in orario 17-20; per informazioni 055.8940864, o scrivere una mail a biglietteria@teatrodante.it), sul circuito Box Office e sul sito www.teatrodante.it. Biglietti: da 10 a 22 euro, oltre il diritto di prevendita. Riduzioni per under 18, over 65, studenti fino a 26 anni, Coop, Arci, Assocral, Chianti Banca.

Fabrizio Del Bimbo
 
 
  

mercoledì 28 gennaio 2015

A Pietrasanta fino all'8/2 mostra AbImis


E' stata prolungata fino all’8 febbraio AbImis, l'antologica sulla famiglia Tommasi in corso a Pietrasanta.
 
 
Una retrospettiva sulla famiglia fiorentina, a cura di Elisa Gradi, con il contributo organizzativo e logistico di Giovanni Tommasi Ferroni e Francesca Sacchi Tommasi. Ingresso libero. Orario: dal martedì alla domenica, e nei festivi, dalle 16 alle 19. Chiuso lunedì.
  AbImis è l'antologica sulla famiglia Tommasi allestita nella Chiesa e nel Chiostro di Sant'Agostino, e dedicata all'ampia produzione artistica di Leone Tommasi, capostipite della dinastia di artisti, qui affiancata ai percorsi di Marcello Tommasi, Riccardo Tommasi Ferroni, Giovanni ed Elena Tommasi Ferroni, cinque personalità che sono state e continuano ad essere esempio di una cultura scultorea e pittorica fra le più significative del Novecento italiano.
Originario di Pietrasanta, dove nacque agli inizi del Novecento, Leone Tommasi ebbe il suo atelier in Via Marconi, attivo per oltre ottant’anni e fondamentale per la vita culturale e artistica della città. Impostò il suo percorso artistico su una nuova interpretazione della figurazione classica e sul dialogo con i grandi autori del passato; anche i figli Riccardo e Marcello hanno seguito le sue orme, interagendo con il suo pensiero e ispirandosi al suo universo creativo da cui hanno tratto i presupposti estetici per la propria attività artistica, a loro volta trasmessi ai figli Giovanni ed Elena Tommasi Ferroni, i quali alla scultura hanno preferito la pittura.
In mostra circa 150 tra sculture in bronzo, marmo e gesso, dipinti e disegni, opere che dialogano fra loro sul filo del tempo e della tradizione artistica toscana, lontana dalla mondanità delle avanguardie e capace di comunicare l’universo più intimo dell’artista. Oltre che nella Chiesa di Sant'Agostino, alcune opere saranno esposte nel Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, che ospita una notevole raccolta di sculture in gesso di Leone Tommasi.
La mostra, a cura della storica dell'arte Elisa Gradi, è stata realizzata con il contributo organizzativo e logistico di Giovanni Tommasi Ferroni e Francesca Sacchi Tommasi, e il sostegno economico della BCC Credito Cooperativo - Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, ed è promossa e organizzata dal Comune di Pietrasanta.
Così scrive la curatrice Elisa Gradi nel catalogo della mostra, edito da Petrartedizioni: "Uniti da una circostanza di discendenza comune, le tre generazioni di autori che oggi poniamo in un dialogo ideale, non appartengono ad una vera scuola, né dimostrano, nel corso dei decenni, parentele stilistiche stringenti, se non in alcuni nuclei più stretti (Leone col figlio Marcello, Riccardo con i figli Elena e Giovanni); diversi per indole, per consuetudini, nel risolvere il rapporto dell’artista con il mondo esterno, e soprattutto nella scelta delle finalità ultime cui protendeva il loro immaginario, i Tommasi hanno creato – e creano – con una consapevolezza di appartenenza a quella genie, ormai rara, di artisti che consegnano il mondo interiore all’unico codice in grado di tradurne in forma la natura invisibile: la figurazione. La classicità. Ed al principio – ab imis – è l’esperienza di Leone Tommasi, che insegna ai figli, ed indirettamente ai nipoti, con atteggiamento sostanzialmente sempre controcorrente rispetto ai tempi, che l’immagine è sapienza, e deve essere costruita dopo un’acquisizione lenta e completa della forma, una meditazione intensa, quasi in spirito monastico, claustrale. Da qui, l’attitudine al lavoro, al mestiere di artista, il logos comune all’esperienza di tutti, il connettivo ideologico ed empirico che ripara alle divagazioni, linguistiche ed espressive, dei singoli autori.
 Fabrizio Del Bimbo

Mostra Elettrotecnica 2015, il vento sta cambiando!

Dal 24 al 28 marzo 2015 si terrà la II Mostra Elettrotecnica Firenze, rivolta a operatori del settore, scuole ed enti pubblici, verso nuovi panorami abitativi all’insegna di sostenibilità e innovazione, come quello ricreato per la Stazione Leopolda, sede della mostra. In seguito al successo della passata edizione, Mef Distribuzione Materiale Elettrico si fa nuovamente promotrice, nel 2015, di Mostra Elettrotecnica Firenze, un palcoscenico d’eccellenza per tutta l’elettrotecnica italiana. Dal 24 al 28 marzo, 5 giorni presso la Stazione Leopolda di Firenze, allo scopo di offrire agli operatori del settore elettrico – impiantisti, architetti, progettisti – ma anche ai grandi utilizzatori finali, alle imprese di costruzione, alle scuole e agli enti pubblici, l’opportunità di ricevere aggiornamento e formazione, in un ambiente caratterizzato da atmosfere e scenografie altamente suggestive. Tutti i maggiori produttori del settore saranno presenti a Mostra Elettrotecnica Firenze come espositori. Particolare importanza sarà data a Smart Technology, Sostenibilità e Risparmio energetico, temi di grande attualità, ai quali Mef, come promotrice socio- culturale di soluzioni all’avanguardia nel proprio settore, ha deciso quest’anno di dedicare un intero padiglione. Dal 24 al 27 marzo Mostra Elettrotecnica Firenze sarà un evento riservato esclusivamente agli operatori del settore. Sabato 28 Marzo, oltre che agli operatori del settore, porte aperte anche ai privati, che potranno chiedere gli accrediti di accesso nella sezione “Voglio essere invitato” di www.mostraelettrotecnicafiAl via, dunque, il conto alla rovescia per questo imperdibile evento; l’occasione per tutto il mondo dell’elettrotecnica di immergersi in un universo dettato da tecnologia e innovazione, e accorgersi davvero che “IL VENTO STA CAMBIANDO!” 

Fabrizio Del Bimbo 

Divina Bellezza 2015 a Siena

Divina Bellezza 2015 Programma Culturale dell’Opera della Metropolitana di Siena L’Opera della Metropolitana, nel programmare l’attività culturale Divina Bellezza 2015, desidera fortemente mettere al centro la relazione tra Cattedrale e Città. Con l’obiettivo di mantenere viva l’unicità del legame che da sempre la cittadinanza nutre nei confronti della propria Chiesa Cattedrale, il Rettore Gian Franco Indrizzi propone una serie di momenti culturali gratuiti fortemente rivolti al pubblico locale con riflessioni, approfondimenti e visite guidate. La prima serie di appuntamenti richiama infatti l’attenzione di tutti i cittadini nati e residenti a Siena con “Il Duomo dei Senesi – un Febbraio all’Opera”. Per tutto il mese di febbraio le scuole senesi di ogni livello e grado potranno partecipare a incontri didattici gratuiti su argomenti che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla storia ad aspetti più specifici, come il Pavimento del Duomo di Siena. I percorsi didattici denominati Opa Edu saranno condotti da storici dell’arte. Sempre durante tutto il mese di febbraio, ogni sabato l’Opera della Metropolitana offre la possibilità straordinaria di effettuare il percorso Porta del Cielo ad una tariffa agevolata rivolta esclusivamente alle famiglie senesi. Il tour Opa Family prevede una visita guidata ai sottotetti della Cattedrale con la possibilità, per chi ha figli minori, di abbinare successivamente ed in maniera autonoma il percorso Animal Stickers. Per le domeniche di febbraio, invece, l’Opera del Duomo ripropone, dopo il successo della passata edizione, “Il Saloncino – Un tè all’Opera” durante il quale sarà possibile, gratuitamente per i residenti, assistere a conferenze inerenti specifici argomenti relativi alla storia del Complesso Monumentale e degustare pregiati tè provenienti da tutto il mondo in un’atmosfera che richiamerà i circoli culturali inaugurati da Vittorio Alfieri proprio all’interno del Museo dell’Opera: 1 febbraio Gian Franco Indrizzi, Rettore dell’Opera della Metropolitana, si presenta alla Città 8 febbraio Tarcisio Bratto e la scoperta della Cripta sotto il Duomo 15 febbraio Gioachino Chiarini ed il SATOR del Duomo di Siena 22 febbraio Marilena Caciorgna ed il Mosè di Domenico Beccafumi. A partire dal 1 marzo, Dialoghi 2015, propone, nella Cripta sotto il Duomo, «Nutritevi dell’amore di Cristo” con l’esposizione della tela di Francesco Vanni “Santa Caterina da Siena beve dal costato di Cristo”. Il capolavoro dell’arte senese della fine del XVI Sec. sarà esposto al grande pubblico fino al 31 ottobre e verrà presentato, in chiave spirituale, in relazione alle tematiche legate alla nutrizione alla base dell’esposizione universale 2015 di Milano. Nel giorno della nascita e della morte di Santa Caterina, rispettivamente nei giorni 25 marzo e 29 aprile, nella Cripta sotto il Duomo verrà illustrata ai cittadini l’opera d’arte anche attraverso le lettere della Santa senese. Ormai giunta alla sua quarta edizione, Lux in Nocte 2015, rappresenta al meglio la volontà di rinsaldare il legame dei senesi verso la propria cattedrale. Una serata evento che quest’anno, nel celebrare il solstizio d’estate, continuerà, attraverso la tradizionale apertura notturna dell’intero complesso museale, a proporre percorsi dove le varie discipline artistiche si incontrano tra suggestioni visive, musicali, danzanti. Il tema dell’Expo 2015 sarà, per quest’anno, al centro delle performance legate alla spiritualità e all’anno Eucaristico della Diocesi. Tra gli appuntamenti ormai consolidati negli anni, il Museo dell’Opera propone “I Notturni dell’Opera” aperture straordinarie tra arte fede e astronomia: dal Facciatone del Duomo Nuovo, si potranno osservare, attraverso specifica strumentazione, particolari momenti di combinazione astrale. L’evento unico, previsto eccezionalmente per l’anno dell’Expo 2015, sarà “La scopertura del pavimento della Cattedrale” per tutto il mese di luglio per unire la “Divina Bellezza” di questa opera d’arte unica al mondo al tema ”Nutrire il pianeta, Energia per la Vita”. Il Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia, rappresentato da Domenico Beccafumi davanti all’altare Maggiore, culmine del percorso iconografico e simbolico del pavimento si collega al messaggio dell’acqua come fonte di vita. Le tarsie saranno visibili anche dal 18 agosto al 27 ottobre con visite guidate, appuntamenti straordinari di approfondimento ed eventi correlati al tema. Infine, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, verrà riproposto il progetto “Chiese aperte”. Visite guidate, da maggio ad ottobre, al patrimonio artistico conservato all’interno delle numerose chiese e basiliche cittadine che per anni o non sono state aperte al pubblico o semplicemente non sono state oggetto di approfondimento e dibattito. Allo studio dell’Opera della Metropolitana c’è, in più, la fattibilità di creare spazi di accoglienza per turisti e senesi. Sulla Via che porta al Duomo si trova il Ricreatorio Pio II, più comunemente chiamato “Il Costone”. Rendere questo spazio un luogo dove poter svolgere tutte le attività collegate al Complesso museale del Duomo di Siena, potrebbe dare la spinta per la creazione di un vero e proprio Orto Urbano, centro propulsore di cultura, accoglienza, intrattenimento a servizio della Cattedrale senese e punto di riferimento per tutta la Città. “Divina Bellezza 2015” è promosso dall’Opera della Metropolitana di Siena con l’organizzazione di Opera – Civita Group

Piombino l'ENEL riqualifica la centrele di Torre Del Sale

 Con un’azione congiunta per la riqualificazione della centrale Enel di Torre del Sale: è quanto è stato concordato nell’incontro che si è svolto venerdì 23 gennaio tra il sindaco di Piombino Massimo Giuliani, il vicesindaco e assessore alle attività produttive Stefano Ferrini, l'assessore all'ambiente Marco Chiarei, l'assessore all'urbanistica Martina Pietrelli e la delegazione di Enel composta da Fabrizio Iaccarino, responsabile Affari Istituzionali Territoriali per l’Area Centro di Enel, da Antongiulio Bertoncini, Responsabile Enel Produzione Unità di Business Piombino e Livorno, e da Domenico Mola, Responsabile Business Development Italia.
Al termine del confronto si è deciso di avviare un percorso di impegno comune per la riqualificazione dell’area, con particolare attenzione al contesto ambientale e paesaggistico in cui si inserisce l’impianto. A questo proposito, Comune ed Enel hanno posto l’accento sul fatto che qualsiasi nuovo sviluppo dell’area dovrà puntare alla valorizzazione del sito secondo criteri di innovazione e sostenibilità ambientale: la decisione sulla destinazione sarà il frutto di un percorso di dialogo e di condivisione con il territorio e con il suo tessuto istituzionale, associativo, economico e sociale. 

“Abbiamo apprezzato il metodo di apertura e confronto con i territori adottato da Enel – ha detto il sindaco Massimo Giuliani – nell’ottica di un percorso che ci consentirà di compiere scelte condivise con la comunità locale, oculate e lungimiranti dal punto di vista ambientale, nonché dello sviluppo sostenibile e occupazionale. Dobbiamo riconoscere che, pure in un quadro di forte criticità del mercato elettrico, Enel assume una posizione molto avanzata e costruttiva con le comunità locali, assumendosi tra l’altro l’onere di tutelare i propri occupati”.
Del Bimbo Fabrizio

martedì 13 gennaio 2015

Lo stile è pura matematica. O economia? Nasce il loden+J by Schneiders Salzburg


Schneiders Salzburg presenta il Loden che si somma alla giacca trapuntata
L'evoluzione dello stile? Per Schneiders Salzburg è pura matematica: Loden + Jacket = "Loden+J".
E in tempi in cui clima ed economia sembrano parimenti imprevedibili, avere due capi in uno è sicuramente un vantaggio.
Così lo storico modello “Hubertus”, nato negli anni ‘50 e considerato il Loden per eccellenza, si somma alla giacca trapuntata da indossare sotto al cappotto.


Il classico paltò nato per la caccia e dotato delle caratteristiche spalle a giro per agevolare i movimenti, è proposto da Schneiders Salzburg in una nuova formulazione più corta, leggera e declinata in Rain Loden, ovvero la variante contemporanea dello storico tessuto, nato proprio per proteggere dalla pioggia, reso oggi dalla tecnologia totalmente idrorepellente.

La leggerezza di Rain Loden consente così di ospitare all'interno del cappotto una vera giacca trapuntata che, oltre ad avere piena autonomia, può aderire perfettamente al capo esterno grazie ad un sistema di bottoni a pressione, dalla visibilità azzerata.

Mentre il Loden si avvale del linguaggio stilistico sportivo e aggiunge alla classica bottonatura una zip interna antivento.
Così, nel primo autunno, sarà perfetto per sfrecciare in moto, anche senza aggiungere la giacca..


Nicoletta Curradi





sabato 10 gennaio 2015

Alla Pergola di Firenze 'Dopo il silenzio'



Da martedì 13 a domenica 18 gennaio

Sicilia Teatro
Sebastiano Lo Monaco, Mariangela D’Abbraccio,Turi Moricca
DOPO IL SILENZIO
tratto dal libro di Pietro Grasso “Liberi tutti”
di Francesco Niccolini e Margherita Rubino
regia Alessio Pizzech
scene Giacomo Tringali
costumi Cristina Da Rold
musiche Dario Arcidiacono
luci Luigi Ascione
interventi video Giacomo Verde
aiuto regia Vincenzo Borrino
canti originali Carlo Muratori
coro Discantus diretto dal Maestro Salvo Sampieri
grafica Andrea Castiglione
foto di scena Tommaso Le Pera
Durata: 90 minuti, atto unico
Alla Pergola Sebastiano Lo Monaco si offre ancora alla lezione di Pietro Grasso, Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia. Dopo il Silenzio interpreta la forza, l’etica e l’esempio eroico di coloro che combattono contro la mafia, anche a rischio della vita. Il teatro civile incontra le forme della tragedia greca.
Il silenzio omertoso è una delle armi della mafia: il teatro invece è comunicazione, presa di coscienza. Con Dopo il Silenzio, Sebastiano Lo Monaco prende di nuovo la parola contro la criminalità organizzata. La regia è di Alessio Pizzech, su adattamento, di Francesco Niccolini e Margherita Rubino, del libro del Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, Liberi tutti. Un dialogo tra un uomo e una donna che vivono per la legalità, l’uno ispirato allo stesso Pietro Grasso, interpretato da Lo Monaco, e l’altra alla moglie Maria Fedele, impersonata da Mariangela D’Abbraccio, e un giovane attratto dalla mafia, Turi Moricca. È la seconda volta che l’attore siciliano mette in scena un testo di Grasso: la prima fu con il monologo Per non morire di mafia, sempre diretto da Pizzech.
Dopo il Silenzio è un lavoro portatore di storie, che crea le condizioni per poter conoscere e quindi poter decidere sul nostro destino sociale e privato.
“Proporre sulla scena temi sociali o politici non è molto diverso da ciò che facevano i greci – ci ha detto Sebastiano Lo Monaco – la tragedia greca racconta il senso di giustizia e di etica della polis. La mafia è la nostra tragedia contemporanea.”
Lo spettacolo non si riduce a una dimensione cronachistica o di denuncia, travalica quindi l’esperienza individuale e autobiografica di Grasso per assumere le forme della tragedia antica, affrontando i grandi temi della coscienza in lotta con la giustizia e con la morte come orizzonte estremo.
Dall’interprete che indossa la toga di Pietro Grasso, dal testimone di una Palermo dove la mafia fu combattuta accanto a Falcone e Borsellino, qual era Sebastiano Lo Monaco in Per non morire di mafia, si passa al protagonista di un testo in cui tutto è giocato sul dialogo fra le generazioni.
“In questo caso il palcoscenico è il luogo della Storia, di una storia collettiva che attraversa le piccole vicende personali di ognuno di noi – afferma il regista Alessio Pizzech – e che quindi può in sé contenere le fondamenta di un possibile riorientamento nazionale. La parola teatrale di Dopo il Silenzio diventa strumento di indagine di una Storia di un Paese, l’Italia, che coincide, si scontra talora, diverge e poi trova punti di contatto con la storia della mafia.”
Uno scontro acceso e vibrante mette di fronte due generazioni, due punti di vista totalmente opposti del leggere la vita, con il ‘procuratore’ pronto, nel confronto con un giovane senza parole per costruire il proprio futuro, a offrire la chiave e la voce per capire, superare il silenzio omertoso. Nello spazio della memoria, fatto di volti, nomi, luoghi, si fa avanti una donna, un pensiero al femminile che pone la speranza della trasformazione e che impone la conoscenza e il sapere come strade verso il futuro, opponendo la cultura dell’amore alla cultura del sangue.
BIGLIETTI
INTERI
Platea € 32,00 ● Posto palco € 24,00 ● Galleria € 16,00
Ridotti (escluso domenica)
Del Bimbo Fabrizio



Grande evento a Villa Favard di Firenze

Oggi sabato 10 gennaio alle ore 17.00 a Villa Favard (via di Rocca Tedalda 451, Firenze)

Consigli su come costruire un pezzo musicale: Giovanni Carmassi e Piero Ferrucci presentano il nuovo libro ‘Dal silenzio la Musica’

A seguire si esibiranno i pianisti Giulia Grassi, Federico Giannotti, Jonathan Ferrucci


Con una guida, rivolta a musicisti e aspiranti tali, con consigli su come costruire un pezzo musicale: si intitola Dal silenzio la Musica il libro, scritto dal pianista e concertista Giovanni Carmassi, insieme allo psicoterapeuta e filosofo Piero Ferrucci, appena uscito per Edizioni ETS, che sarà presentato sabato 10 gennaio presso Villa Favard. L’evento fa parte del ciclo di incontri Vetrina di Libri, organizzato dal Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, a cura di Anna Menichetti (ore 17.00, via di Rocca Tedalda n.451).
Dialogando con Piero Ferrucci, il maestro Giovanni Carmassi illustra il nucleo essenziale della sua impostazione pianistica: prima di essere eseguito, il pezzo musicale deve essere ideato e costruito nella mente del musicista. Nei vari capitoli sono esaminati i capisaldi su cui si basa l’arte del pianoforte; grazie alla sua natura dialogica, il libro rende espliciti concetti e accorgimenti che, scontati per un maestro, possono sfuggire all’allievo. Dicono gli autori: ‘Lo scopo ultimo è dimostrare quanto nell’esecuzione pianistica partecipi tutto l’essere: la mente e il cuore, la memoria e l’attenzione, la cultura e l’istinto, il corpo intero, il respiro’.
A seguire, si terrà il concerto in cui si esibiranno i pianisti Giulia Grassi, Federico Giannotti, Jonathan Ferrucci. Saranno interpretati brani celebri, quali la Partita n. 2 in dom. BWV 826 di Bach; l’Intermezzo del Carnevale di Vienna op. 26 di Schumann; la Berceuse op. 57 di Chopin; la Sonata in la min. op. 28 di Prokof’ev; La vallée des cloches da Miroirs di Ravel e la Fantasia n. 2 op. 19 di Skrjabin.
Con ingresso libero fino a esaurimento posti. Per ulteriori informazioni consultare il sito internet www.conservatorio.firenze.it
Del Bimbo Fabrizio

venerdì 9 gennaio 2015

Dopo il silenzio al Teatro della Pergola dal 13 al 18 gennaio

 
 
Da martedì 13 a domenica 18 gennaio
 
Sicilia Teatro
Sebastiano Lo Monaco, Mariangela D’Abbraccio,Turi Moricca
 
DOPO IL SILENZIO
 
tratto dal libro di Pietro Grasso “Liberi tutti”
di Francesco Niccolini e Margherita Rubino
regia Alessio Pizzech
scene Giacomo Tringali
costumi Cristina Da Rold
musiche Dario Arcidiacono
luci Luigi Ascione
interventi video Giacomo Verde
aiuto regia Vincenzo Borrino
canti originali Carlo Muratori
coro Discantus diretto dal Maestro Salvo Sampieri
grafica Andrea Castiglione
foto di scena Tommaso Le Pera
 
Durata: 90 minuti, atto unico
 
 
Alla Pergola Sebastiano Lo Monaco si offre ancora alla lezione di Pietro Grasso, Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia. Dopo il Silenzio interpreta la forza, l’etica e l’esempio eroico di coloro che combattono contro la mafia, anche a rischio della vita. Il teatro civile incontra le forme della tragedia greca.
 
 
Il silenzio omertoso è una delle armi della mafia: il teatro invece è comunicazione, presa di coscienza. Con Dopo il Silenzio, Sebastiano Lo Monaco prende di nuovo la parola contro la criminalità organizzata. La regia è di Alessio Pizzech, su adattamento, di Francesco Niccolini e Margherita Rubino, del libro del Presidente del Senato ed ex Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, Liberi tutti. Un dialogo tra un uomo e una donna che vivono per la legalità, l’uno ispirato allo stesso Pietro Grasso, interpretato da Lo Monaco, e l’altra alla moglie Maria Fedele, impersonata da Mariangela D’Abbraccio, e un giovane attratto dalla mafia, Turi Moricca. È la seconda volta che l’attore siciliano mette in scena un testo di Grasso: la prima fu con il monologo Per non morire di mafia, sempre diretto da Pizzech.
Dopo il Silenzio è un lavoro portatore di storie, che crea le condizioni per poter conoscere e quindi poter decidere sul nostro destino sociale e privato.
“Proporre sulla scena temi sociali o politici non è molto diverso da ciò che facevano i greci – ci ha detto Sebastiano Lo Monaco – la tragedia greca racconta il senso di giustizia e di etica della polis. La mafia è la nostra tragedia contemporanea.”
Lo spettacolo non si riduce a una dimensione cronachistica o di denuncia, travalica quindi l’esperienza individuale e autobiografica di Grasso per assumere le forme della tragedia antica, affrontando i grandi temi della coscienza in lotta con la giustizia e con la morte come orizzonte estremo.
Dall’interprete che indossa la toga di Pietro Grasso, dal testimone di una Palermo dove la mafia fu combattuta accanto a Falcone e Borsellino, qual era Sebastiano Lo Monaco in Per non morire di mafia, si passa al protagonista di un testo in cui tutto è giocato sul dialogo fra le generazioni.
“In questo caso il palcoscenico è il luogo della Storia, di una storia collettiva che attraversa le piccole vicende personali di ognuno di noi – afferma il regista Alessio Pizzech – e che quindi può in sé contenere le fondamenta di un possibile riorientamento nazionale. La parola teatrale di Dopo il Silenzio diventa strumento di indagine di una Storia di un Paese, l’Italia, che coincide, si scontra talora, diverge e poi trova punti di contatto con la storia della mafia.”
Uno scontro acceso e vibrante mette di fronte due generazioni, due punti di vista totalmente opposti del leggere la vita, con il ‘procuratore’ pronto, nel confronto con un giovane senza parole per costruire il proprio futuro, a offrire la chiave e la voce per capire, superare il silenzio omertoso. Nello spazio della memoria, fatto di volti, nomi, luoghi, si fa avanti una donna, un pensiero al femminile che pone la speranza della trasformazione e che impone la conoscenza e il sapere come strade verso il futuro, opponendo la cultura dell’amore alla cultura del sangue.
Entra in scena il personaggio di Mariangela D’Abbraccio, che nella realtà è la moglie di Grasso, Maria Fedele – intervie Lo Monaco – un’insegnante impegnata nell’educazione e nel recupero dei ragazzi di quartiere ad alto rischio di contaminazione con il fenomeno criminale mafioso. Questa donna e il magistrato vivono parallelamente due professioni diverse, ma ispirate dalla stessa luce perché entrambe perseguono una finalità maieutica: insegnare ai giovani la legalità e l’etica, per vivere in un Paese migliore.” Tra il servitore dello Stato e il servo dell’anti-Stato, uomini di età ed esperienza diverse, si crea allora progressivamente una comprensione, un abbraccio ideale, un ricongiungersi etico e morale che possa fondare simbolicamente una Nazione più civile.
Dunque, la criminalità è la risposta sbagliata a bisogni inespressi, in definitiva un prodotto di un silenzio complice: muoiono di mafia non solo le vittime della delinquenza organizzata, ma tutti coloro che si rassegnano a vivere nell'illegalità e nell'ingiustizia, chi chiude gli occhi di fronte ai reati, chi fa affari eludendo la legge, chi cerca i favori dei potenti.
“ ‘Dopo il silenzio’ non abbiamo più voglia né tempo per tacere – conclude Lo Monaco – c’è soltanto il desiderio di parlare, di urlare la nostra battaglia e contribuire a sconfiggere il silenzio della connivenza e dell’omertà. Solo così il Paese può riuscire a liberarsi dalle tenaglie della criminalità.”
Quell’uomo e quella donna, con accanto a loro il giovane, potranno così finalmente celebrare coloro che non ci sono più, coloro che hanno dato la vita per difendere e costruire la democrazia.
 
 
Intervista a Sebastiano Lo Monaco
A cura di Angela Consagra, tratta da Pergola in sala
 
 
Dopo il Silenzio, un testo che vede la collaborazione tra una figura come Pietro Grasso e il drammaturgo Francesco Niccolini, mantiene un filo con il precedente spettacolo Per non morire di mafia?
 
“Sì, esiste un forte legame. Per non morire di mafia era un monologo, tratto da un testo di Grasso, che si esprimeva già in prima persona. È stato quasi automatico trasformare il testo in un monologo, raccontando la vita professionale di Pietro Grasso: la scelta, già in giovanissima età, di abbracciare la professione di magistrato impegnato nella lotta alla criminalità organizzata della mafia. Lo spettacolo raccontava tutto il suo percorso di magistrato antimafia e si concludeva con il momento più alto di questa sua esperienza: il maxiprocesso, istituito insieme agli altri magistrati del pool antimafia di Palermo. Invece Dopo il silenzio continua il racconto della vita di un magistrato, che non è necessariamente Pietro Grasso, ma è ispirato comunque dalla sua biografia, soprattutto descrivendone l’aspetto più privato. Entra in scena il personaggio di Mariangela D’Abbraccio, che nella realtà è la moglie di Grasso, Maria Fedele, un’insegnante impegnata nell’educazione e nel recupero dei ragazzi di quartiere ad alto rischio di contaminazione con il fenomeno criminale mafioso. Questa donna e il magistrato vivono parallelamente due professioni diverse, ma ispirate dalla stessa luce perché entrambe perseguono una finalità maieutica: insegnare ai giovani la legalità e l’etica, per vivere in un Paese migliore. Sulla scena la figura di un giovane mafioso accompagna i due protagonisti; il rapporto che si instaura è prima di scontro, poi di incontro dialettico e maieutico: si tenta di far comprendere al ragazzo quanto sia vissuto nell’errore, in una sbagliata prospettiva di valori.”
 
Come si riesce a rendere drammaturgiche, rappresentandole sulla scena, delle tematiche sociali talmente importanti?
 
“Per quanto mi riguarda la difficoltà sta nell’interpretazione, cercando di conferire al testo un suo carattere drammaturgico e così rendere potenti le parole sul palcoscenico. Proporre sulla scena temi esclusivamente sociali o politici non è molto diverso da ciò che facevano i greci: la tragedia greca racconta il senso di giustizia e di etica della polis. La mafia è la nostra tragedia contemporanea. [...] La lotta alla criminalità organizzata non è più una questione solo siciliana, ma tocca l’intera umanità. E in questo senso la rappresentazione di queste istanze siciliane è già diventata un classico. La Sicilia, cuore del Mediterraneo e luogo in cui si incrociano culture millenarie, è una terra dai caratteri estremi, sia nel bene che nel male. Nella storia dell’arte e dell’architettura fin dalla classicità, così come nel Barocco, la Sicilia ha toccato i vertici più alti d’espressione ma, se ci si pensa bene, i più grandi criminali della storia sono siciliani. La natura e l’umanità: alla fine nella nostra terra tutto è eccessivo.”
 
Parafrasando il titolo dello spettacolo, che cosa può esserci “dopo il silenzio”?
 
“Dopo il silenzio c’è sempre la parola. Nel teatro si celebra una sorta di messa laica: la parola degli autori – Sofocle, Eschilo, Pirandello, Shakespeare, Goldoni – diventa carne nel corpo dell’attore e si offre, proprio come in un rito liturgico, in comunione agli spettatori. In particolare dal punto di vista della tematica dello spettacolo, ‘dopo il silenzio’ non abbiamo più voglia né tempo per tacere: c’è soltanto il desiderio di parlare, di urlare la nostra battaglia e contribuire a sconfiggere il silenzio della connivenza e dell’omertà. Solo così il Paese può riuscire a liberarsi dalle tenaglie della criminalità.”
 
 
 
BIGLIETTI
 
INTERI
Platea € 32,00 ● Posto palco € 24,00 ● Galleria € 16,00
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
Platea € 28,00 ● Posto palco € 20,00 ● Galleria € 14,00
UNDER 26
Platea € 20,00 ● Posto palco € 16,00 ● Galleria € 12,00
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
Platea € 25,00 ● Posto palco € 18,00 ● Galleria € 13,00
 
 
 
 
Fabrizio Del Bimbo

mercoledì 7 gennaio 2015

Al teatro della Pergola Falstaff da “Enrico IV” / “Enrico V” di William Shakespeare





 Da martedì 6 a domenica 11 gennaio
 Fondazione Teatro Stabile di Torino
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
presentano
Giuseppe Battiston
FALSTAFF
da “Enrico IV” / “Enrico V”
di William Shakespeare
traduzione Nadia Fusini
con Gennaro Di Colandrea, Giovanni Franzoni, Giovanni Ludeno, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Annamaria Troisi, Elisabetta Valgoi, Marco Vergani
adattamento e regia Andrea De Rosa
scene e costumi Simone Mannino
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
movimenti scenici Francesco Manetti
Il Falstaff di Giuseppe Battiston e Andrea De Rosa inaugura il 2015 della Pergola. Una nuova creazione drammaturgica che unisce teatro, filosofia, opera lirica e cinema.
Il 6 gennaio, inoltre, si conclude “Un Natale da Favola” con le Favole di Natale, di Hans Christian Andersen, regia di Andrea Macaluso, produzione Fondazione Teatro della Pergola.

“Tutto nel mondo è burla”. Millantatore, sbruffone, vorace, vitalista, furfante, il Falstaff arriva sul palco del Teatro della Pergola accompagnato dalla potente duttilità di Giuseppe Battiston, nel doppio ruolo di Sir John Falstaff e di re Enrico IV, sulla partitura drammaturgica di Nadia Fusini, impreziosita dalla regia di Andrea De Rosa. Il loro buffone shakespeariano rivela di sé qualcosa di inaspettato e imprevedibile sotto la maschera solo apparentemente tranquilla che sembra mostrarci.
“Falstaff ci conquista subito”, ha affermato De Rosa, “ha un amore sfrontato per la vita, che si manifesta soprattutto nella forma dell’amore per la lingua, per le parole, per il motto di spirito.”
Un personaggio dirompente, il cui nome compare nell’Enrico VI, parte prima, per poi tornare come personaggio, oltre che ne Le allegre comari di Windsor, nell’Enrico IV e nell’Enrico V, entrambi fonti dell’adattamento di questo Falstaff, come pure il libretto di Arrigo Boito musicato da Giuseppe Verdi e la rivisitazione dell’Enrico IV che Gus Van Sant ha portato sul grande schermo con Belli e dannati (My Own Private Idaho). Nel testo risuonano anche echi da Lettera al padre di Kafka e da Così parlò Zarathustra di Nietzsche.
Il felice incontro di Giuseppe Battiston e Andrea De Rosa con Macbeth del 2012 si rinnova dunque oggi in un lavoro corale popolato in scena di grandi pance finte. “Il pensiero che sta dietro a questi oggetti scenici è legato all’impossibilità di interpretare un carattere come quello di Falstaff”, ci ha raccontato Battiston, “la sua pancia rimane un mistero: anche per questo motivo lo scenografo Simone Mannino ha avuto l’intuizione di creare dei grandi ventri, enorme pance finte, che stanno a simboleggiare il mondo di Falstaff. Nello specifico la pancia di Falstaff diventa una cornucopia che dispensa piaceri e, a sua volta, chi indossa queste pance accede all’animo falstaffiano entrando in questo universo fatto di eccessi e sfrenatezze.”
Falstaff è di bontà elementare, come il pane, come il vino, trabocca d’amore; chiede poco, e alla fine non ottiene nulla. Tutta la canaglieria, le spiritosaggini da taverna, le bugie e le fanfaronate sono solo un tratto marginale, solo una maniera di sposare pranzo e cena.
“A lui non importa niente della salute. Falstaff vuole la sua pancia”, prosegue De Rosa, “Falstaff vuole la sua libertà, anche quando questa si presenta come dissoluzione. Il tempo di Falstaff non va da nessuna parte, è bloccato. Le sue giornate si ripetono sempre uguali, in modo circolare e inconcludente e in questo stallo improduttivo, in questo sottrarsi agli impegni e alla maturità sembra crescere e alimentarsi il segreto e il mito della felicità di questo ciccione e della sua scombinata banda di amici. O perlomeno della sua allegria perché, a ben guardare, il bene supremo per Falstaff è proprio l’allegria.”
Il giovane principe Hal, futuro re Enrico V, viene attratto e risucchiato in questo mondo e decide di restarvi tutto il tempo che può per allontanare le responsabilità della corona e del governo. Falstaff diventa allora un secondo padre, il padre che lui, figlio di re Enrico IV, non ha mai avuto e non avrà mai. Al centro della messinscena irrompe così il rapporto padre/figlio: per indagarlo al meglio Andrea De Rosa ha chiesto a Giuseppe Battiston di interpretare sia il ruolo di Falstaff che quello di Enrico IV. “Volevamo rappresentare due diverse visioni del rapporto padre/figlio”, ha sottolineato Battiston, “da una parte l’universo Falstaff, con la spensieratezza della gioventù, e dallaltra Enrico IV, con la razionalità del mondo adulto. Quello che più mi ha affascinato di questa figura è il senso di anticonformismo: Falstaff si chiama fuori dal mondo, in qualche modo, e dispensa la sua saggezza.”
Su questo doppio binario Andrea De Rosa ha spinto la sua regia, separando nettamente i luoghi dell’azione: da un lato, nella prima parte, la taverna-bordello di Eastcheap con i suoi giorni sempre uguali, nutriti di vino, rapine, scherzi, sesso, parole, parolacce, insulti, corpi, musica, caos, dall’altra il mondo del potere, algido e duro, in cui le regole spietate dell’assassinio e dell’inganno, che hanno accompagnato l’ascesa al trono di Enrico IV, devono essere trasmesse al giovane Hal.
“Si tratta di un personaggio che a volte deride gli altri, a volte arriva addirittura a rubare”, ha concluso Battiston, “pratica l’eccesso ma, alla base dei suoi comportamenti, c’è un uomo libero. Seguendo questa direzione ho cercato di rappresentare Falstaff. L’idea della libertà mantiene in sé un fascino irrepetibile.”
Il vero Sir John Falstaff è tutto da scoprire.

Del Bimbo Fabrizio

Conferenza internazionale ICOMOS all'Auditorium al Duomo di Firenze


L’appuntamento è organizzato dal Comitato Scientifico Internazionale ICOMOS Teoria e Filosofia della Conservazione e del Restauro e dalla Fondazione Romualdo Del Bianco con il suo Istituto Internazionale Life Beyond Tourism

L'evento si svolgerà a Firenze, dal 5-8 marzo 2015, la conferenza internazionale su “Come valutare il patrimonio architettonico? Presupposti, metodologie, esempi di sistemi di valutazione del patrimonio”. Un evento di estrema importanza a livello mondiale, organizzato da ICOMOS (in particolare dal Comitato Scientifico Internazionale per la Teoria e Filosofia della Conservazione e del Restauro) insieme alla Fondazione Romualdo Del Bianco.
Obiettivo della conferenza, che sarà ospitata dal Centro Congressi al Duomo - Firenze nel proprio Auditorium al Duomo, è fare il punto sull’attuale stato dell’arte della metodologia e dei sistemi di valutazione del patrimonio culturale inamovibile, discutendo le opzioni e le possibilità di sviluppo di differenti metodologie e di valutazione del patrimonio stesso. Il problema maggiore, in questo ambito, deriva dal fatto che sempre più monumenti vengono modernizzati, adattati e trasformati per venire incontro ai bisogni e agli standard della società attuale. La teoria della conservazione deve perciò chiarire e definire meglio le regole e i limiti di interventi che possano essere considerati pertinenti alla linea e alla sostanza del bene storico interessato.
In linea con lo spirito della conferenza, le presentazioni che saranno illustrate nel corso dei due giorni di evento saranno incentrate su tre temi:
- Presentazione e valutazione critica dei metodi di valutazione esistenti,
- Proposte di metodi di valutazione del patrimonio costruito. Modi di definizione del patrimonio. I valori e gli strumenti per il loro sviluppo o strumenti per definire i valori,
- Presentazione di nuove idee nella valutazione pratica del patrimonio.
La Fondazione parteciperà con un proprio contributo dal titolo “Cultural values, for intercultural dialogue, in an economical driven world”.
La Fondazione Romualdo Del Bianco ospita fino a cinque Comitati Scientifici Internazionali ogni anno, per accordo con l’International Council on Monuments and Sites ICOMOS, allo scopo di contribuire alla conferma di Firenze quale centro internazionale di scambio e dibattito scientifico su temi relativi al patrimonio culturale, nell’intento di legare i medesimi alle tematiche della diversità delle espressioni culturali e al dialogo interculturale.
La Fondazione è membro del Comitato Nazionale ICOMOS USA, prossimamente anche del Comitato Nazionale ICOMOS Perù; è membro istituzionale dei Comitati Scientifici Internazionali ICOMOS: Teoria e Filosofia della Conservazione e del Restauro; Turismo Culturale; Dipinti Murali. 
Del Bimbo Fabrizio