venerdì 31 luglio 2015

Il regista Mario Monicelli ricordato al Fiuggi Film Festival


Nel centenario della nascita e nel quarantennale del film Amici miei, il regista Mario Monicelli e' stato ricordato al Fiuggi Film Festival 2015 con la presentazione di un libro-intervista pubblicato nel 2001 da Mariano Sabatini e Oriana Maerini per le Edizioni Scientifiche Italiane con il titolo  "Intervista a Mario Monicelli – La sostenibile leggerezza del cinema", Oriana Maerini ha incontrata giornalisti e giovani studenti presenti al Festival.
In questo breve e agile volume, che vuole essere un approccio leggero al cinema,  l’anziano  regista di Viareggio , pur non sottraendosi alle tante domande diluite in numerosi sabati,  ha detto come la pensa realmente sul suo mestiere di regista, in un momento in cui si moltiplicavano, come tuttora, le occasioni di revival del cinema italiano degli anni '50 e '60, quando i cinema erano molto affollati.


 La Maerini ha ricordato alcune risposte di Monicelli, che non voleva assolutamente essere chiamato maestro, se mai artigiano del cinema: per esempio, il fatto di non avere paura del mare agitato fin da quando era piccolo, oppure il ripetersi di scene di funerali nei suoi film, tentativo di esorcizzare la morte. Monicelli e' stato l'iniziatore della commedia all'italiana, e' lui che ha creato il lato  comico di attori drammatici come Vittorio Gassman (La grande guerra) e Monica Vitti (La ragazza con la valigia) Un altro ricordo riguarda Romanzo popolare, in cui il regista volle con decisione l'attrice Ornella Muti, anche se lei era incinta a 18 anni: per la Muti, ragazza-madre, rappresento' una grande opportunità'.
L'autrice ha raccontato che, all'epoca dell'intervista, il regista viveva ancora con la famiglia, ma pochi anni più' tardi, a 92 anni, di eta' si e' ritirato a vivere da solo in un monolocale per non essere compatito e assistito nella vecchiaia: questo la dice lunga sulla ruvidezza del suo carattere. Per lui, come già' per suo padre, nella vita era molto importante il lavoro: una vo,tra perduto, meglio morire. E il padre infatti si era suicidato...la stessa sorte che poi e' accaduta al cineasta.
“Io ho una mia teoria: in genere l’attore meno sa, meglio rende sul set". Di frecciate come questa il libro è pieno, come anche di sarcasmo e “tipi" umani, come la maggior parte della filmografia di uno degli autori cardine di quel ‘neorealismo rosa’ che ha fatto la storia del nostro cinema. Monicelli trasmetteva sicurezza anche agli attori più' insicuri.
 Nella prefazione Walter Veltroni rivela i titoli da lui più amati (Guardie e ladri, La grande guerra, I nuovi mostri, Amici miei, Un borghese piccolo piccolo), mette in luce la dissacrazione storica e sociale che pervade tutto il cinema di Monicelli, attento non solo alla risata ma anche alla riflessione politica. “Il governo degli Stati Uniti tutela il suo cinema con leggi studiate appositamente, cosa che qui non accade. Il nostro cinema, poiché spesso antigovernativo e prima antidemocristiano, è sempre stato malvisto e talvolta boicottato".
Le ultime pagine raggruppano i ricordi di circa venti personalità del cinema italiano, come Pupi Avati, Ennio De Concini, Giacomo Campiotti, Leo Benvenuti, Nicola Piovani e Vittorio Gassman.

I giovani d'oggi dovrebbero vedere le pellicole di Mario Monicelli, spaccato di una società' che non c'è' più', ma che bisogna assolutamente conoscere per capire l'essenza umana e i valori del cinema italiano.

Fabrizio Del Bimbo

giovedì 23 luglio 2015

Festambientesud 2015 a Monte Sant'Angelo


Un’edizione ricca di musica, Festambientesud 2015,  la prima con la collaborazione di Paolo Fresu alle scelte artistiche del festival, dopo due anni fantastici sotto la guida degli Area. Da tre anni a questa parte FestambienteSud porta avanti la sua ricerca culturale soprattutto in musica, senza dimenticare il valore degli altri linguaggi. Quest’anno racconta del ritorno alla terra, dell’agricoltura italiana non come passato ma come pezzo di un futuro che coinvolga le giovani generazioni. Chissà se esiste davvero un fenomeno di ritorno ai campi e se questo fenomeno può essere una risposta alla crisi economica e agli allarmanti numeri della disoccupazione giovanile. Per dare respiro all’unica agricoltura per noi possibile, quella di qualità, quest’anno è stato  chiamato Slow Food.

Legambiente e Slow Food lavorano a contatto con i cittadini e si occupano della loro “educazione”: senza un nuovo consumatore, attento alla qualità ambientale dei prodotti e dei processi di produzione agricola, non potranno mai esserci una nuova economia e una nuova società. Questo lo dice chiaramente anche Papa Francesco nella sua meravigliosa enciclica.
La grande musica, la cultura, l’ambiente, il buon mangiare, il buon bere, la solidarietà, la ricerca di una spiritualità autentica e inclusiva, l’impegno per il cambiamento e lo stare insieme con gusto e con il sorriso, sono tutti elementi necessari per andare verso il meglio, verso un’Italia diversa in un’Europa diversa. Perché, in fondo, il musicista, lo scrittore, il cittadino impegnato nel volontariato per un ambiente più sano, l’uomo alla ricerca di una fede autentica e il nuovo agricoltore, fanno tutti lo stesso mestiere: cercare di tenere unite le persone che cambiano sempre, non sono mai uguali nel tempo e nello spazio, ma che sempre vogliono sentirsi comunità.
Al centro di FestAmbienteSud da sempre ci sono le storie raccontate con diversi linguaggi. quest’anno tra i quaranta eventi troverete mille racconti ma anche chi le storie le canta secondo tradizione.
Dal 17 luglio al 1° agosto 2015
Programma su www.festambuientesud.it

Fabrizio Del Bimbo.

 

lunedì 20 luglio 2015

Ultime da Fiuggi: in concorso al Fiuggi Film Festival thriller e drama d'autore



Un direttore organizzativo poco più che ventenne, thriller e dramma d’autore in anteprima nazionale, sette film inediti in concorso, retrospettive, film d’animazione, una proiezione speciale in anteprima europea, masterclass e workshop. E ancora concerti e discodance tra le attività collaterali di intrattenimento. Questi gli ingredienti del nuovissimo Fiuggi Film Festival, in programma dal 26 luglio all’1 agosto, dedicato ad un pubblico giovane invitato da tutto il mondo. Ottava edizione per uno degli eventi cinematografici più attesi dell’estate, rinnovato nel nome e nel logo (Fiuggi Family Festival sino alla scorsa edizione) per porre sempre più al centro la sua vocazione cinematografica ed essere un contesto in cui circolano idee verso itinerari di senso. The Dark Side è il tema scelto per l’FFF 2015, al centro di un ambizioso programma internazionale di formazione cinematografica d’eccellenza rivolto a studenti di istituti superiori e universitari che hanno scelto percorsi di studio o esperienze professionali nell’audiovisivo. Oltre ai laboratori suddivisi in due percorsi distinti per i giovani dai 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari fino ai 29, i ragazzi avranno il ruolo ufficiale di Giurati per la selezione del miglior film in concorso. La scrittrice Susanna Tamaro, presiederà la Giuria ufficiale, composta quest’anno da Roberta Mazzoni, sceneggiatrice e regista; Daphne Sigismondi, vicedirettrice della School of Cinematic Arts di Los Angeles; il docente universitario Luigino Bruni; il sociologo Giuliano Guzzo. Tra i tutor dei ragazzi Giorgio Avezzù, del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano; e Nicola Lusuardi, sceneggiatore e story editor per il cinema e la televisione, docente presso il CSC e la scuola Holden. Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio e Cina, i Paesi di provenienza dei sette film del concorso internazionale tra i quali, in anteprima nazionale, The Finishers, di Nils Tavernier, Dearest, di Peter Chan; Nobody From Nowhere, di Matthieu Delaporte, e The Verdict, di Jan Verheyen; anche proiezioni speciali e retrospettive tra cui The Judge, di David Dobkin, con Robert Downey Jr. e Robert Duvall; Maleficent, opera prima di Robert Stromberg, con Angelina Jolie (film d’apertura del festival); Big Hero 6, film d’animazione della Marvel Disney, diretto da Don Hall; Due giorni e una notte, di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Saranno oggetto di approfondimenti alcuni tra i migliori prodotti della serialità televisiva americana, tra i quali il premiatissimo Breaking Bad, ideato da Vince Gilligan e interpretato da Bryan Cranston. In programma anche un approfondimento sulla cinematografia cinese, organizzato dal direttore dello sviluppo internazionale del Festival, Airaldo Piva, in collaborazione con l’Istituto Confucio. Per l’occasione verrà proiettato, in presenza del  noto sceneggiatore e regista Zhang Xianfeng, il cortometraggio Rock-Paper-Scissors girato dall’Hengdian College of Film & TV. Il Festival resta anche occasione di divertimento e di vacanza per i più piccoli con retrospettive a tema, film d’animazione e quant’altro. Inoltre, per tutti, una serata discodance e il concerto musicale della Capone & Bungt Bangt, band che utilizza strumenti ricavati da materiali riciclati. Tra gli ospiti della serata di gala conclusiva condotta dall’attore Mario Acampa, anche Benji e Fede, giovanissimo duo promessa della musica pop italiana che vanta a tutt’oggi più di 150mila fan. L’FFF torna da quest’anno alla Mostra di Venezia dove assegnerà il premio Fiuggi Film Festival ad una delle opere presentate al Lido. 



La ricca selezione filmica del FFF 2015, in prevalenza ispirata a episodi realmente accaduti,  ha privilegiato storie che rivelano la complessa miscela di bene e di male che è l’uomo. Film di forte impatto emotivo che - come spiega il giovane direttore Angelo Astrei - sanno porre profonde domande di senso ad ogni spettatore nella sua personale immedesimazione. È ad esse che vogliamo dare voce in questa nuova edizione dell’FFF, nella speranza di poter condividere con tutti il nostro appassionante cammino di crescita e scoperta”. La manifestazione alzerà il sipario con un live action d’eccezione per salutare i ragazzi presenti: Maleficent, opera prima di Robert Stromberg con la malvagia strega disneyana interpretata da Angelina Jolie. Si entrerà definitivamente dal giorno dopo nella cinematografia d’autore con la proiezione speciale di Due giorni e una notte, di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Marion Cotillard. Sempre da lunedì 27 anche l’inizio delle prime masterclass per i ragazzi. Ben 7 i film in concorso tutti inediti in Italia, di cui quattro in anteprima nazionale. Tra gli appuntamenti più attesi del festival l’incontro dei giovani con la scrittrice Susanna Tamaro, dal titolo emblematico Il lato oscuro, in programma martedì alle 15,30. Mercoledì, tra workshop e quant’altro, i ragazzi entreranno ufficialmente nel ruolo di giurati con i primi due film in concorso: l’inedito The Finishers, secondo lungometraggio di Nils Tavernier, figlio del grande Bertrand. Il film, prende lo spunto dalla storia vera di un padre che non riesce ad accettare l’handicap del figlio costretto su una sedia a rotelle; e A Thousand Times Good Night, in anteprima nazionale, diretto dal pluripremiato regista norvegese Erik Poppe, con Juliette Binoche e NiKolaj Coster-Waldau. Poppe inserisce alcuni elementi autobiografici della sua precedente professione nelle vicissitudini (realmente accadute) di Rebecca, popolare fotoreporter di guerra ferita gravemente a Kabul. Premiato nel 2013 al Montreal World Film Festival con il Gran Premio della Giuria. Il concorso prosegue quindi giovedì con le altre due anteprime nazionali: Nobody From Nowhere, secondo film diretto dallo scrittore e drammaturgo francesce Matthieu Delaporte, thriller con Mathieu Kassovitz nel ruolo del protagonista Nicolas, un uomo che ha il potere di cambiare totalmente identità fino a quando viene coinvolto in qualcosa di sinistro. E The Verdict, thriller giuridico del regista belga campione d’incassi Jan Verheyen. Il film, sorretto da un cast di prima categoria (Koen De Bouw, Johan Leysen, Veerle Baetens), mette in scena il dilemma morale di un uomo devastato dal dolore che decide di vendicarsi del rilascio ‘per un vizio di procedura’ del principale sospettato dell’omicidio di sua moglie e di sua figlia. Nel suo palmares anche il premio speciale della Giuria al 49 Chicago International Film Festival. A seguire, venerdì 31, A Perfect Man, opera seconda del francese Yann Gozlan, ancora non distribuita in Italia. Protagonista la giovane promessa del cinema d’Oltralpe Pierre Niney, al suo fianco Ana Girardot attrice di fortunate serie tv. E’ la storia, anche questa suggerita dalla realtà, di un ragazzo che aspira da sempre, ma invano, a diventare uno scrittore famoso. Il caso gli fa trovare il manoscritto di un vecchio autore da poco deceduto di cui si appropria e che gli darà l’agognata popolarità, facendolo però sprofondare in una spirale di menzogne. Alle ore 15,30 è il turno di Dearest, anch’esso inedito in Italia e ispirato alla realtà. Un raffinato e drammatico film del regista cinese Peter Chan: due genitori divorziati si mettono alla ricerca del loro piccolo scomparso nel nulla. Dopo ben due anni di indagini sono ad una svolta ma devono fare i conti anche con il dilemma che potrebbero non essere loro i genitori del figlio ritrovato. Il regista prende di mira una delle più grottesche leggi (oggi sembra non più in voga) della burocrazia cinese che solo a chi rinunciava definitivamente a ritrovare il primo figlio, veniva concessa l’autorizzazione a generarne un altro. Pluripremiata, in diversi festival cinematografici internazionali, l’attrice Zhao Wei per il ruolo di protagonista. Il pomeriggio di venerdì in programma anche un approfondimento sulla cinematografia cinese, organizzato dal direttore dello sviluppo internazionale del Festival, Airaldo Piva, in collaborazione con l’Istituto Confucio. Per l’occasione verrà proiettato, in presenza del  noto sceneggiatore e regista Zhang Xianfeng, il cortometraggio Rock-Paper-Scissors girato dall’Hengdian College of Film & TV. Il festival si concluderà quindi sabato 1 agosto con l’ultimo film in concorso: Accused, dramma legale e civile diretto dalla regista olandese Paula Van Der Oest. Basato su uno dei casi giudiziari più controversi della storia dei Paesi Bassi, il film, ancora inedito nelle sale italiane, racconta la storia di Lucia de B. (Ariane Schluter), infermiera condannata all’ergastolo per aver deliberatamente ucciso bambini ed anziani in un ospedale. Pellicola presentata con successo al Bif&st di Bari dove ha sfiorato la nomination agli Oscar 2015. Mario Acampa sarà il mattatore della serata di gala di chiusura e premiazione, in programma sabato 1 agosto alle 21,00. Già attore, conduttore e regista, l’eclettico Acampa  è reduce dai set di Marco Bellocchio (Sangue del mio sangue) e Ron Howard per il film Inferno con Tom Hanks; in autunno sarà al cinema come protagonista del film Press, scritto e diretto da giovanissimi autori torinesi. Tra gli ospiti della serata anche Benji e Fede, giovane duo promessa della musica pop italiana. I due ragazzi iniziano la loro vertiginosa carriera improvvisando cover nello loro camerette davanti ad una web cam. Oggi hanno un seguito in rete superiore ai 150mila fan. Il loro primo singolo La vita è tutta d'un fiato ha già avuto mezzo milione di visualizzazioni su YouTube.
Nicoletta Curradi

giovedì 16 luglio 2015

I disegni di Simone Cantarini in mostra al GDSU


E' compiuta nella versione online la mostra dedicata a Simone Cantarini, pittore, incisore e disegnatore protagonista della scena bolognese nel secondo quarto del Seicento.


Alliniziale esposizione di 42 opere su carta - allestita fino al 21 settembre 2015 nella Sala Edoardo Detti al Piano Nobile degli Uffizi -, da oggi infatti si affianca la mostra online dal titolo Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi che nasce nellambito di Euploos - progetto di catalogazione, digitalizzazione e pubblicazione online dellintero patrimonio grafico del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi avviato nel 2006 in collaborazione con la Scuola Normale Superiore e il Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut, e che dal 2014 si avvale del sostegno di Intesa Sanpaolo e che sarà rintracciabile sul sito web dellex-Polo Museale Fiorentino.
Alla presentazione di oggi hanno presenziato Marzia Faietti (Direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e Luca Baroni (co-curatore della mostra).


Cantarini, detto il Pesarese (Pesaro 1612 Verona 1648, allie)vo dotato di Guido Reni (Bologna 1575 1642), con il quale ebbe sempre un rapporto conflittuale di amore e odio, crebbe nellambiente del classicismo emiliano, riuscendo a raccogliere anche le suggestioni della sua terra, le Marche: in particolare, quelle dellurbinate Federico Barocci (Urbino 1535 1612) e del veronese Claudio Ridolfi (Verona ca. 1570 - Corinaldo 1644), attraverso le cui opere entrò in contatto con la pittura cinquecentesca veneta e centroitaliana.
La mostra cartacea e online
La mostra Simone Cantarini. Opere su carta agli Uffizi nasce nellambito di Euploos - progetto di catalogazione, digitalizzazione e pubblicazione online dellintero patrimonio grafico del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (dora in avanti GDSU) e segue quelle dedicate ad Amico Aspertini e Federico Barocci.
I disegni esposti, a penna, a matita, a pietra rossa e nera, permettono di ammirare la padronanza, da parte di Cantarini, di tutte le tecniche grafiche; in stretto rapporto con queste ultime, inoltre, si aggiunge lincisione, affrontata con tratto decisamente personale e innovativo.
I documenti presentati al centro della sala evocano poi un altro aspetto interessante della raccolta del GDSU: il fatto che un nucleo significativo di disegni fosse presente nelle collezioni fiorentine già entro il 1675. Confrontando questi fogli con quelli allestiti nella parte destra della sala, acquisiti con la donazione dello scultore Emilio Santarelli nel 1866, è possibile comprendere alcuni aspetti del collezionismo di grafica cantariniana dal XVI al XIX secolo.
Il nucleo Santarelli è anche il punto di partenza per la ricostruzione del rapporto tra disegno e incisione nellopera di Cantarini. Questo dialogo, di certo una delle caratteristiche più interessanti dellarte grafica del Pesarese, trova unimmediata rappresentazione nellimmagine simbolo della mostra, il disegno preparatorio e la relativa incisione con lo stemma della città natale del pittore. A chiudere il percorso, le parole del biografo dei pittori bolognesi Carlo Cesare Malvasia (1678) confermano in Cantarini uno dei più grandi artisti su carta italiani del suo secolo.

Fabrizio Del Bimbo

"Il mondo che non c'era", le civiltà precolombiane in mostra a Firenze da settembre


"IL MONDO CHE NON C’ERA" A FIRENZE

Vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane prima di Colombo, raccontati in oltre 120 opere d’arte. Una grande mostra farà conoscere al pubbico italiano "Il mondo che non c’era".
Capolavori mai visti della Collezione Ligabue, preziose testimonianze delle antiche raccolte dei Medici e prestiti internazionali ci accompagnano in uno spettacolare viaggio nelle civiltà precolombiane, saranno in mostra a Firenze, nelle sale del Museo Archeologico Nazionale, dal 18 settembre 2015 al 6 marzo 2016.

Agli albori del XVI secolo l’Europa viene scossa da una scoperta epocale: le "Indie", ovvero "Il mondo che non c’era". Un evento che scardina la visione culturale del tradizionale asse Roma - Grecia – Oriente; l’incontro di un nuovo continente è l’evento forse più importante nella storia dell’umanità secondo l’antropologo Claude Lévi-Strauss.
A "Il mondo che non c’era", alle tante e diverse civiltà precolombiane che avevano prosperato per migliaia di anni in quella terra è dedicata la spettacolare mostra che si terrà al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, con un corpus di capolavori - quasi tutti mai visti prima d’ora - espressione delle grandi civiltà della cosiddetta Mesoamerica (gran parte del Messico, Guatemala, Belize, una parte dell’Honduras e del Salvador) e delle Ande (Panama, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, fino a Cile e Argentina): dagli Olmechi ai Maya, agli Aztechi; dalla cultura Chavin, a quelle Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca.
Fu un fiorentino del resto, Amerigo Vespucci, a comprendere per primo che le terre incontrate da Cristoforo Colombo nel 1492 non erano isole indiane al largo del Cipango (Giappone) e neppure le ricercate porte dell’Eden, ma un "Mundus Novus", un nuovo continente che pochi anni dopo alcuni geografi che lavoravano a Saint-Denis des Voges vollero chiamare, in suo onore, "America".
I Medici, signori di Firenze, risultarono i primi governanti europei a decideredi preservare nelle loro collezioni alcuni degli affascinanti e spesso enigmatici manufatti arrivati dalle "Indie" come quelli dei Taino - gli indigeni incontrati da Colombo - che i conquistatores avevano portato in Europa. Tra i primi a considerare quegli oggetti vere opere d’arte fu Albert Dürer che, di fronte ai regali di Montezuma a Cortes, giunti a Bruxelles nel 1520, scrisse: "Queste cose son più belle che delle meraviglie […] Nella mia vita non ho mai visto cose che mi riempissero di gioia come questi oggetti".
Promossa dal Centro Studi e Ricerche Ligabue di Venezia e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana-Museo Archeologico Nazionale, prodotta con atto di mecenatismo da Ligabue SpA, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, la mostra presenterà pezzi eccezionali e unici appartenuti proprio alle collezioni medicee, così come opere preziose del Musée du Quai Branly di Parigi e di prestigiose collezioni internazionali. Ma il nucleo centrale sarà costituito da una vasta selezione di opere delle antiche culture Americane, mai esposte prima d’ora, appartenenti alla Collezione Ligabue.
A pochi mesi dalla sua scomparsa, questa mostra vuole essere infatti anche un omaggio alla figura di Giancarlo Ligabue (1931- 2015) da parte del figlio Inti, che continua l’impegno nella ricerca culturale e scientifica e nella divulgazione, attraverso il Centro Studi fondato oltre 40 anni fa dal padre Giancarlo: paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore, imprenditore illuminato, appassionato collezionista.
Oltre ad aver organizzato più di 130 spedizioni in tutti i continenti, partecipando personalmente agli scavi e alle esplorazioni, con ritrovamenti memorabili conservati ora nelle collezioni museali dei diversi Paesi, Giancarlo Ligabue ha dato vita negli anni a un’importante collezione d’oggetti d’arte, provenienti da moltissime culture.
Una parte di questa collezione sarà il cuore della mostra, curata da Jacques Blazy (tra i membri del comitato scientifico, André Delpuech capo conservatore al Quai Branly e l’archeologo peruviano Federico Kauffmann Doig), specialista delle arti preispaniche della Mesoamerica e dell’America del Sud. Un’esposizione straordinaria che consentirà di scoprire, attraverso oltre 120 opere d’arte, le società, i miti, le divinità, i giochi, le scritture, le capacità tecniche e artistiche di quei popoli. Un vero evento, in particolare, sarà la presenza di diverse maschere in pietra di Teotihucan, la più grande città della Mesoamerica, e di un nucleo preziosissimo di vasi Maya d’epoca classica, preziosissime fonti d’informazione - con le loro decorazioni e iscrizioni - sulla civiltà e sulla scrittura Maya.
Il viaggio, affascinante, nel cuore delle civiltà Mesoamericane prenderà dunque il via dalle testimonianze delle cultura Tlalica e Olmeca (dal 1200 al 400 circa a.C.), con esempi di quelle figurine antropomorfe di ceramica cava provenienti da necropoli - per lo più rappresentazioni femminili, con un evidente deformazione cranica, elaborate acconciature e il corpo appena abbozzato - che tanto affascinarono anche i pittori Diego Rivera, la moglie Frida Kahlo e diversi surrealisti. La cultura Olmeca si diffuse attraverso tutta la Mesoamerica fino alla Costa Rica, compresa la regione di Guerrero (Xochipala) famosa per le statuine di donne nude, giocatori della palla, coppie o danzatori dai corpi modellati e realistici e, in genere, per la produzione lapidea (tra il 500 a.C e il 500 d.C.), che si svilupperà anche nella cosiddetta scultura Mezcala. Una manifestazione artistica tanto enigmatica nella sua semplicità quanto misteriosa nelle origini, al punto che ne restarono profondamente suggestionati anche André Breton, Paul Eluard e lo scultore Henry Moore, artisti che diventarono anche collezionisti di quelle figure di pietra.
Tra il 300 a.C e il 250 d.C. l’Occidente del Messico si distinse per la realizzazione di tombe a pozzo collocate sotto le abitazioni. Il viatico funebre di queste tombe - formato da ceramiche a forma di granchio, cane, armadillo, rospo - è eccezionale e offre importanti informazioni sulla vita quotidiana e la religione. Tra le varie culture associate a questa regione, quella di Chupicuaro (il cui apogeo si situa tra il 400 e il 100 a.C.) è conosciuta per le statuette policrome di ceramica cava, delle quali sono in mostra alcuni notevoli esemplari, come la Grande Venere con la mani congiunte sul ventre, la testa deformata e gli occhi aperti a mandorla appartenuta alla collezione Guy Joussemet e ora in quella Ligabue.
Quindi Teotihuacan: il primo vero centro urbano del Messico centrale, letteralmente "la città dove si fanno gli dei" e dove furono costruiti monumenti emblematici come la Piramide del Sole, quella della Luna e la Piramide del Serpente piumato. Leggendaria l’abilità dei tagliatori di pietra di Teotihuacan; l’arte lapidaria appare molto stilizzata, persino geometrizzata e ha prodotto pezzi monumentali ma anche le famose ed inconsuete maschere di Teotihuacan. Concepite secondo un modello standardizzato, con il volto a forma di un triangolo rovesciato, fronte e naso larghi, labbra spesse e sopracciglia marcate, le opere esposte in questa occasione (tra cui alcune provenienti dalle collezioni antiche di André Breton e di Paul Matisse) potrebbero essere servite come maschere funerarie. Una di queste, La maschera in onice verde, conservata al Museo degli Argenti è appartenuta alla collezione dei Medici ed è un esemplare davvero notevole di quella produzione.
Interessanti per la perizia tecnica dell’ampia decorazione, sono i due punteruoli realizzati in ossa di giaguaro, animale emblematico del mondo mesoamericano associato alle più alte funzioni politiche e sacre. I due strumenti, originari di Michoacan - ma con un’iconografia tipica di Teotihuacan, glifi, testa di felino, fiamme -, sono di probabile uso rituale, destinati per l’autosacrificio o a pratiche che implicavano la perforazione della carne: è incisa l’immagine del destinatario divino al quale il penitente offriva il suo sangue.
Della cultura Zapoteca, che si diffonde nel Centro del Messico nella regione di Oaxaca dal 500 a.C. al 700 d.C e vede il suo centro nella città di Monte Albàn, sono altresì in mostra alcune delle famose urne cinerarie che appaiono dal 200 a.C al 200 d.C (II fase). Con la loro effige spesso antropomorfa, rappresentante un personaggio seduto con le gambe incrociate e le mani sulle ginocchia - probabilmente Cocijo, dio zapoteco della pioggia, del fulmine e del tuono - sono state trovate in differenti inumazioni; e resta da chiarire ancora la loro funzione.
Singolari anche le statuette realistiche in ceramica della cultura classica della Costa del Golfo (o cultura di Veracruz) decorate con bitume dopo la cottura, come anche le repliche in pietra di accessori del gioco cerimoniale della palla e le statue che rappresentano personaggi sorridenti o ridenti, davvero eccezionali nell’arte mesoamericana che frequentemente propone esseri impersonali e inespressivi.
A introdurci nella cultura e nelle società dei Maya sono i sacerdoti, le divinità, gli animali addomesticati come i tacchini, i nobili riccamente adornati negli abiti e con bellissimi gioielli (spettacolare la collana di giada esposta) raffigurati in piatti, sculture o stele. Ma sono soprattutto i bellissimi e preziosi vasi Maya d’epoca classica, riccamente decorati, che forniscono informazioni sulla società e sulla scrittura di questa civiltà. Le divinità dell’inframondo, i giocatori della palla, i signori-cervidi e signori-avvoltoi, il drago celeste, il dio K’awiil o giovani signori dai copricapi piumati sono i protagonisti che popolano i vasellami in mostra.
Sono Aztechi invece gli importanti propulsori o atlati, utilizzati per lanciare frecce e provenienti dalle wunderkammer medicee e ora nel Museo di Antropologia di Firenze: sono tra i pochissimi strumenti di questo tipo decorati in oro.
Il viaggio continua con le testimonianze dal Sud America: dalla spettacolare produzione delle prime ceramiche delle Veneri ecuadoriane di Valdivia, agli oggetti degli Inca; dal mondo dell’antico Chavin, dai tessuti e vasi della regione di Nazca, all’affascinante cultura Moche. Ma sarà l’oro, come quello dei Tairona (puro o in una lega con rame chiamata "tumbaga"), a spingere nelle Ande spagnoli ed avventurieri alla ricerca dell’El Dorado, uno dei grandi miti, vero motore della Conquista.
L’America, che aveva stupito e affascinato con i suoi "strani" indigeni, la natura così diversa e le sue meravigliose opere, in breve viene considerata solo per le tonnellate d’oro e d’argento che giungono sui galeoni in Europa. E se i Medici a Firenze conservano nelle loro raccolte le testimonianze del Mondo che non c’era - tra i capolavori in mostra anche un collier Taino del XIV-XV secolo -, gli Spagnoli fondono quegli oggetti in metallo prezioso per usarlo poi come moneta.
In pochi decenni dall’arrivo di Colombo (nessuno degli oggetti da lui riportati si è conservato) le culture degli Aztechi e degli Inca saranno annichilite con le armi e con la schiavitù e quella dei Taino praticamente annientata: già verso il 1530, secondo gli storici, non esisteva più un solo Taino vivente. Milioni di indio moriranno anche a causa delle malattie arrivate dal Vecchio Mondo. Dovranno passare almeno quattro secoli, prima che l’Europa prenda nuovamente coscienza della grandezza dell’arte dell’America antica e ancora oggi sfuggono molti aspetti delle culture precolombiane, di quella parte di umanità che, all’improvviso, nell’ottobre del 1492, comparve all’orizzonte dei navigatori in cerca delle Indie.

Nicoletta Curradi

mercoledì 15 luglio 2015

ENEL GREEN POWER SBARCA SULLE ANDE



Enel Green Power ed Empresa Nacional del Petróleo (ENAP), questo connubio con la società statale cilena che è attiva nel settore degli idrocarburi, hanno avviato in Cile i lavori per la costruzione di Cerro Pabellón, il primo impianto geotermico di tutto il Sud America. Cerro Pabellón, situato nel comune di Ollague, nella regione di Antofagasta, in pieno altopiano andino, sarà anche il primo impianto geotermico al mondo costruito a 4.500 metri sopra il livello del mare.




L’impianto, detenuto da Geotérmica del Norte SA, società controllata al 51% da Enel Green Power Chile Ltda e partecipata al 49% da ENAP, è composto da due unità da 24 MW per una capacità installata totale lorda di 48 MW. Cerro Pabellón, una volta in esercizio, sarà in grado di generare circa 340 GWh all’anno, equivalenti al fabbisogno di consumo annuale di quasi 165 mila famiglie cilene, evitando così l’emissione in atmosfera di più di 166 mila tonnellate di CO2 all’anno. 
E' stato realizzato l’impianto  in linea con gli obiettivi di crescita dell’attuale piano industriale di Enel Green Power, richiede un investimento complessivo di circa 320 milioni di dollari statunitensi, finanziato attraverso risorse del Gruppo Enel Green Power. Al progetto, il cui completamento ed entrata in esercizio sono previsti entro il primo semestre del 2017, sono associati contratti a lungo termine di vendita dell’energia prodotta (Power Purchase Agreement - PPA). L’energia generata da Cerro Pabellón sarà consegnata alla rete di trasmissione cilena SING (Sistema Interconectado del Norte Grande).
Un progetto il cui know how è sviluppato in Toscana, tra le aree geotermiche di Larderello, Castelnuovo Val di Cecina, dell’Amiata, di Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Radicondoli, Chiusdino e di tutti i territori geotermici compresi tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Con la sua esperienza di più di 100 anni nella geotermia in Toscana, infatti, Enel Green Power è leader mondiale nell’energia geotermica ed è l’unico operatore in grado di coprire l’intero ciclo del progetto, dalla fase di esplorazione alla costruzione e gestione degli impianti. In Toscana, la Società gestisce impianti geotermici per una capacità installata di oltre 760 MW. Negli Stati Uniti, la società conta su una capacità installata di 72 MW, che includono l’impianto di Stillwater, in Nevada, il primo al mondo a combinare la capacità di generazione continua della geotermia a media entalpia con ciclo binario ad un impianto fotovoltaico (26 MW) e uno solare termodinamico (2MW).
In Cile, Enel Green Power attualmente gestisce un portafoglio di impianti con una capacità complessiva pari a circa 600 MW di cui 340 MW di eolico, 154 MW di solare e 92 MW di idroelettrico. Inoltre, la società ha progetti in esecuzione per circa 600 MW che permetteranno al Gruppo Enel Green Power di raggiungere nel paese una capacità installata totale di circa 1.200 MW. ENAP svolge un ruolo strategico nel settore dei carburanti del Cile. Grazie alla sua attività di vendita di GNL, l'azienda contribuisce significativamente al mix energetico del paese. Il piano strategico della Società al 2025 mira a rafforzare lo sviluppo dell'energia geotermica in Cile; garantire l'approvvigionamento di gas per la popolazione Magallenes attraverso l'uso di idrocarburi non convenzionali; aumentare la capacità installata della società attraverso lo sviluppo di progetti di generazione a gas naturale, nonché incoraggiare l'esplorazione e l'uso di idrocarburi non convenzionali e incrementare la produzione di carburanti puliti.
Del Bimbo Fabrizio

venerdì 10 luglio 2015

L'attrice Premio Oscar Helen Mirren a Firenze per il premio Apoxiomeno

Sono stati  l’attrice Helen Mirren, i registi Taylor Hackford e Abel Ferrara e lo scrittore Robert Edsel a ricevere il 9 luglio , al teatro Puccini di Firenze, il 19/o premio Apoxiomeno, riconoscimento dedicato ai personaggi elle diverse arti che hanno dato lustro alle forze dell’ordine. L’incasso della serata è stato devoluto alla Fondazione Careggi. 


Il premio fa parte di una serie di iniziative che si sono svolte in città in questi giorni organizzate dall’associazione ‘L’arte di Apoxiomeno’. Saranno consegnati premi anche agli attori Domenico Fortunato, Massimo Poggio e Francesco Arca, all’atleta delle Fiamme Azzurre, campione del mondo nella specialità del pattinaggio artistico, Silvia Marangoni, alla speaker radiofonica Rosaria Renne e alla pianista Isabella Turso. “Per molti anni ho fatto la poliziotta in uno sceneggiato televisivo – ha detto Mirren – e questo mi ha fatto capire molto meglio il lavoro della polizia. Mi sono resa conto di quanto è difficile e di come sono esposti alle decisioni dei politici. La polizia viene spesso vista come un nemico perché i giovani vogliono infrangere le leggi”. “Per me l’Italia è una seconda casa – ha detto infine Mirren, facendo riferimento alla sua casa in Puglia – quindi per me è una grande gioia oggi essere qui, a Firenze”.

Fabrizio Del Bimbo

martedì 7 luglio 2015

I progetti per la facciata di S. Lorenzo al centro di una mostra a Casa Buonarroti

 La forza del mito. I progetti per la facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze, da Michelangelo al Concorso del 1900, e' la nuova esposizione organizzata dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze.


Fino al 15 novembre 2015, in mostra oltre 50 tavole di progetti che  raccontano le vicissitudini che, nel corso dei secoli, hanno riguardato “l’impossibile” completamento della facciata della basilica di San Lorenzo.http://www.infirenzeweb.it/index.php?p=admin&mode=MyArticles&type=Articoli&errno=ARTICLE_MOD_OK



«L’evento ha un particolare significato per Casa Buonarroti –  ha affermato il curatore, nonché' presidente della Fondazione  Eugenio Giani durante la presentazione – in quanto qui si conserva il grande modello ligneo di Michelangelo e perché la facciata di San Lorenzo è stato ed è un problema sul quale occorre indagare e discutere nell’ambito di una ricerca che parte da Michelangelo e arriva ai nostri giorni e attraversa un periodo storico-artistico quello tra Ottocento e Novecento nel corso del quale molti importanti edifici religiosi furono completati nel prospetto frontale».


Firenze, Casa Buonarroti via Ghibellina, 70
Fino al 15 novembre 2015

Fabrizio Del Bimbo

domenica 5 luglio 2015

Orizzonti Verticali, quarta giornata tra avventori di bar e gustose esperienze



“Animali da bar” di Carrozzeria Orfeo in scena alla Rocca di Montestaffoli e' stato lo spettacolo-clou della quarta giornata di Orizzonti Verticali a San Gimignano.

Un bar abitato da personaggi strani: un vecchio malato, misantropo e razzista che si è ritirato a vita privata nel suo appartamento; una donna ucraina dal passato difficile che sta affittando il proprio utero ad una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla grande guerra. Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle.
Una commedia umana che racchiude tutti i vizi dell'uomo moderno, resa con un linguaggio che spesso trascende nell'eccessiva volgarità', forse per scuotere le coscienze ormai intorpidite dalla mollezza dei costumi. Solo la spiegazione finale del narratore riesce a chiarire alcuni lati rimasti oscuri allo spettatore.



Molto interessante il terzo appuntamento con i “Talk+Walk” a cura di Carlo Infante e Matteo Siracusano, contrappunto al programma degli spettacoli con incontri fra spettatori, artisti, critici, operatori culturali ed esperti di diversi settori. Il tema del terzo incontro è stato L'arte dello spettatore e il turismo esperienziale. Contribuire a rilanciare il rapporto con la bellezza e l’intelligenza espressa dalle comunità. Obiettivo è reinventare le città attraverso politiche che sappiano interpretare i flussi sociali che le attraversano, moltiplicando le opportunità di sperimentazione creativa e di rigenerazione urbana. Suggestiva ka vusita all'ex-carcere, che sara' oggetto di un smbizioso progetto di recupero. Tra le esperienze dei partecipanti l'assaggio degli ottimi prodotti della macelleria I piaceri della carne di Emiliano Galgani (tel. 0577/940171) e delle gradevoli birre artigianali del birrificio Il mastro di Igor Marrucci (www.birrificioilmastro.it).

Orizzonti Verticali si conclude oggi, 5 luglio,

Fabrizio Del Bimbo

Nelle immagini  Animali da bar, una veduta di San Gimignano ed una dell'ex-carcere

venerdì 3 luglio 2015

A MONTEROTONDO M.MO IL GRANDE SPETTACOLO AL PARCO DELLE BIANCANE



 
Ritorna anche quest’anno l’atteso appuntamento organizzato da Enel Green Power e Comune di Monterotondo Marittimo: sabato 4 luglio, dalle 17:00, Centrale Aperta presso l’impianto Enel Green Power, aperitivo e poi spettacolo “Tra le bolle in circo magico” al Parco delle Biancane. A chiusura la cena “Vapore & Sapore: dal fuori Expo a dentro la Centrale”. L’iniziativa si inserisce nel Music Festival “A tutto vapore”. 
Domani 4 luglio torna  l’atteso evento estivo al Parco delle Biancane Enel Green Power di Monterotondo Marittimo, uno dei luoghi simbolo del turismo geotermico in Toscana: ad animare la serata sarà l’originale spettacolo “Tra le bolle in circo magico” con Compagnia Ribolle, PinkMary acrobata aerea e Musica di Ripostiglio che regaleranno al pubblico momenti di grande suggestione e divertimento tra bolle di sapone, acrobazie, teatro e tante sorprese.


Come sempre il programma ricco  della serata: a partire dalle ore 17:00 porte aperte presso l’impianto geotermico Enel Green Power di Monterotondo M.mo per l’appuntamento “Centrali Aperte 2015” con visite guidate a cura dei tecnici Enel Green Power alla scoperta dell’energia che arriva dal cuore della terra; intorno alle ore 20:00 aperitivo per i visitatori prima del trasferimento al vicino Parco delle Biancane dove alle ore 20:45 il nuotatore Marco Paghi di nuotodame.it presenterà la sua prossima impresa “Marco Paghi nuota in solitario nel mare etrusco” in programma l’11 e 12 luglio. Alle ore 21:00, poi, l’evento clou con lo spettacolo “Tra le bolle in circo magico”. Al termine dell’esibizione, Enel Green Power offrirà a tutti i partecipanti la cena “Vapore & Sapore: dal fuori Expo a dentro la Centrale” a base di prodotti tipici della filiera geotermica presentati dal Co.Svi.G (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche) al Fuori Expo di Milano promosso dalla Regione Toscana.
L’iniziativa si inserisce nel Music Festival “A tutto Vapore”, promosso dal Comune di Monterotondo Marittimo: la rassegna è cominciato ieri (giovedì 2 luglio) con l’esibizione dei Sulutumana con Andrea Vitali e dei Matti delle Giuncaie in piazza Cheli, dove venerdì 3 luglio si esibirà Bobo Rondelli e domenica 5 luglio i Funky Donkey, Fabrizio Pocci e i Brothers Keeper. Tutti gli spettacoli cominciano alle ore 21:00. 
Del Bimbo Fabrizio
 
 

“Rinascimento in Oriente”

 
 

 

意大利华人艺术家协会   
“Rinascimento in Oriente”
L’arte cinese mai così vicina a Firenze

Dal 2 al 12 luglio a Palazzo Medici Riccardi la mostra personale di Ding Fang.
In 44 dipinti il mito rinascimentale reinterpretato con tecniche orientali
  
Sulle orme di Michelangelo e Raffaello nella Firenze del ‘500 viene oggi reinterpretata in Oriente, grazie allo studio pittorico dell’artista cinese Ding Fang, le cui opere saranno presentate in Italia per la prima volta in una personale allestita dal 2 al 12 luglio nel  Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi.
L’esposizione dal titolo “Rinascimento in Oriente”, organizzata dall’Associazione degli Artisti Cinesi in Italia e patrocinata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Firenze, offre una selezione di 44 opere che rappresentano alcune delle tematiche più importanti affrontate dall’artista. Il percorso espositivo parte dalla serie dei Paesaggi, audaci e riccamente colorati, in bilico tra espressionismo astratto e surrealismo, nei quali Ding Fang segna il suo stile più personale. Al fianco di questi dipinti materici- in cui la bidimensionalità del quadro acquisisce uno spessore attraverso la pastosità delle tempere ?C la mostra presenta poi la serie centrale dedicata al Rinascimento. Qui Ding Fang si è lasciato ispirare dai grandi capolavori del periodo realizzando i Dodici Apostoli, Dodici Profeti, Le Sibille (tratti dagli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina), La Battaglia di Cascina, La Battaglia di Anghiari” (omaggio a Michelangelo e Leonardo da Vinci, e ai loro progetti per gli affreschi del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio). L’artista rivisita inoltre celebri opere rinascimentali alle quali regala nuova vita attraverso il proprio personalissimo stile. L’arte figurativa incontra sulla tela quel tratto marcato e l’uso deciso del colore tipico dei paesaggi tanto amati da Fang. Il Rinascimento trascende così dai limiti storici e cronologici, diventando metafora di vita e valore universale: la spinta alla “rinascita” espressa dall’artista cinese è rivissuta oggi, in una nuova veste, come antidoto alla corruzione della realtà che quotidianamente viviamo. L’interesse verso il Rinascimento ha inoltre spinto Ding Fang, nella sua veste di Presidente dell'Accademia di Belle Arti dell'Università di Renmin, a fondare e dirigere l'Istituto di ricerca sul Rinascimento all’interno della stessa Università.
L’incontro tra la cultura rinascimentale europea, e in particolare fiorentina, con questa inedita rivisitazione orientale troverà spazio per una riflessione nella giornata di  mercoledì 8 luglio. A partire dalle ore 10 a Palazzo Capponi all'Annunziata (Via Gino Capponi, 26) è in programma la tavola rotonda “Dialogo sul Rinascimento tra Occidente e Oriente", alla quale parteciperanno:
- l’artista Ding Fang;
- Cristina Acidini, Ex Soprintendente del Polo Museale Fiorentino;
- Wu Hongbin, Docente di Storia dell'arte dell'Accademia di Belle Arti dell'Università di Renmin, Curatore e Critico d'arte;
- Alessandro Vezzosi, Direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci;
- Andrea Granchi, Presidente della classe di Pittura dell'Accademia delle Arti del Disegno;
- Isabella Gagliardi, Docente di Storia Medievale dell'Università degli Studi di Firenze.
Alle ore 18.00 avrà luogo l’evento inaugurale nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, in occasione del quale sarà l’artista stesso a presentare l’esposizione, con una visita della mostra seguita da un aperitivo.
RINASCIMENTO IN ORIENTE
Dal 2 al 12 luglio 2015
Museo Mediceo, Palazzo Medici Riccardi
Via Cavour, 1 - Firenze
Orario apertura: tutti i giorni (escluso il mercoledì) dalle 10:00 alle 17:00
Del Bimbo Fabrizio

  

L’arte cinese dell’inchiostro. L’ultima tradizione e il futuro

 





Presso L'Archivio di Stato di Firenze
Viale Giovine Italia, n. 6
Sala Mostre
La mostra sarà visitabile dal 3 luglio al 10 luglio 2015
I 2 artisti  rappresentano con particolare evidenza il clima, le migliori ricerche e l’ampia discussione presenti attualmente in Cina intorno a quella storica antichissima tradizione che è la pittura a inchiostro su carta. Osservando il loro lavoro i due artisti presentano punti in comune ma anche percorsi e atteggiamenti estetici e filosofici sensibilmente diversi. Nell’opera assai articolata di Yi Shan - che egli denomina post-inchiostro - emerge un forte sentimento vitalistico della materia colta nel suo liberarsi da regole o barriere e dove l’elemento primario del suo lavoro, l’inchiostro appunto, arriva ad assumere quasi una propria e autonoma vita. In questo modo di operare si rispecchiano quelle regole del formarsi e trasmutarsi delle cose e delle superfici che è quasi una sorta di riflesso del respiro dell’universo. Dunque Yi opera certamente nel filone della millenaria cultura dell’inchiostro cinese strettamente legata al Taoismo. Emerge però, nettamente, nel suo modo di operare, e anche di porsi in rapporto con la tradizione storica cinese, un desiderio forte di rinnovamento o, meglio forse, di tendenza ad evolverne metodologie e risultati. In un suo testo il direttore Wu Weishan delinea con chiarezza i contorni del modo di operare di Yi Shan sottolineandone la dipendenza da alcuni cardini principali, in particolare cinque elementi: “il mistero, l’estremità, il vuoto, la consapevolezza e il cambiamento” attraverso i quali l’artista riesce ad evocare aspetti del mondo e il continuo inarrestabile fluttuare dell’universo. Con le opere del pittore e calligrafo Ya Gong entriamo nel tessuto culturale più profondo della pittura tradizionale cinese a inchiostro. Egli, rielaborando un’antichissima tecnica che discende dalla dinastia Ming, ci fa penetrare nel dualismo dell’arte legata alla filosofia del Buddismo e del Taoismo: il rapporto dinamico e fecondo del nero e del bianco. Il critico Dott. Xia Kejun, infatti, nel rilevare come Ya Gong sia oggi considerato il migliore nell’uso della tecnica dell’inchiostro, evidenzia in particolare l’enfasi che l’artista assegna al vuoto, al bianco nonché alle raffinate e molteplici gradazioni che egli riesce ad ottenere con l’inchiostro nel delineare i suoi paesaggi e vedute. In effetti osservando le sue carte si nota subito uno sforzo di sintesi, quasi di assolutezza, in cui il segno o la forma tracciata ad inchiostro, dialogano preziosamente con un campo largo generalmente dominato dal bianco, da una sorta di “vuoto” che mantiene pur tuttavia una sua propria vitalità dinamica. Un po’ come, nella musica, il silenzio impreziosisce ed amplifica, tra una battuta e l’altra, il riemergere del suono e dell’armonia. Ya Gong ci fa riflettere sul destino del segno, metafora della vita, sul suo eterno rigenerarsi in un moto perpetuo di infinite varianti come una sorta di reiterato e musicale “tema con variazioni”. 
Del Bimbo Fabrizio 

DalíMeetsDante Il sogno incontra la Commedia


Da ieril 2 luglio al 27 settembre 2015 alla Galleria delle Carrozze di Palazzo presso Medici Riccardi,
a Firenze, cento illustrazioni che Dalí ha creato traendo ispirazione dall’opera dantesca
- A cura della Fondazione Ambrosiana -



Con alcune atmosfere oniriche dello opere di Dalí incontrano le suggestioni della Commedia dantesca.  la mostra pensata dalla Fondazione Ambrosiana in occasione del 750° anniversario dalla nascita di Dante Alighieri per rendere omaggio alla sua città natale, esponendo la Divina Commedia illustrata da Salvador Dalí. L’esposizione, a cura di Beniamino Levi, si focalizza su una serie di 100 illustrazioni che Dalí ha creato traendo ispirazione dal poema di Dante, La Divina Commedia.
A inaugurare la mostra sono stati Emiliano Fossi, consigliere della Città Metropolitana di Firenze con delega alla Cultura, James Sanders, project manager della Fondazione Ambrosiana e Tommaso Sacchi, curatore dell'Estate Fiorentina e responsabile della segreteria Cultura del Comune di Firenze.
Nel 1950, in vista della commemorazione del 700° anniversario della nascita di Dante Alighieri, il governo italiano commissionò a Salvador Dalí l’illustrazione della Divina Commedia. Dalí impiegò ben nove anni per creare i numerosi acquarelli, cento in totale.
Il progetto inizialmente lanciato in Italia, non riscosse il successo sperato a causa delle origini spagnole dell’artista e del contenuto sfacciato delle illustrazioni. Al contrario, venne accolto con entusiasmo a Parigi e affidato nelle mani di esperti incisori per la creazione delle tavole di legno necessarie al trasferimento degli acquarelli su carta, attraverso bellissime xilografie. Il risultato fu un indiscusso capolavoro.
Dalí illustra il viaggio di Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso reinterpretandolo con sguardo psicoanalitico. Riesce così a mantenere la sognante atmosfera Dantesca, aggiungendo però il suo tocco personale attraverso simboli caratteristici: figure molli, stampelle e ossa volanti. Il soprannaturale si miscela con un’esplorazione audace della spiritualità, andando a creare una versione unica della Divina Commedia.
La Divina Commedia tocca e sviluppa anche un tema fondamentale del Cristianesimo, ovvero l’anima immortale dell’uomo. Da qui la scelta del secondo tema della mostra, la religione. Il rapporto di Dalí con la religione fin dall’infanzia è sempre stato molto combattuto: nasce infatti da madre devota cattolica e padre ateo. L’artista, durante l’adolescenza attraversa un periodo di rifiuto per la Chiesa, per poi riavvicinarvisi in età più adulta. In mostra saranno presenti diverse opere che affrontano la tematica religiosa, tra le quali le sculture in bronzo di San Giorgio e il Drago e Adamo ed Eva.
#DalíMeetsDante
2 luglio - 27 settembre 2015
Galleria Delle Carrozze, Palazzo Medici Riccardi
Via Camillo Cavour, 5 - 50129 – Firenze
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 19
Biglietti: Intero 10 € - Ridotto 8 €
Tel. 02 89356256 | info@thedaliuniverse.com

Del Bimbo Fabrizio