lunedì 30 novembre 2015

Emergenza abitativa, Menarini ancora in prima linea a Firenze



Dieci case confortevoli per accogliere le famiglie della città di Firenze, per solidarietà alle persone bisognose che necessitano di impegni concreti. E in questa direzione, nuovamente per il terzo anno consecutivo, che va l'impegno di Menarini per la città di Firenze, sede dell'azienda da 100 anni. Altri dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica, di cui dispone il Comune di Firenze, saranno ristrutturati grazie allintervento diretto dellazienda, e in collaborazione con lamministrazione comunale e Casa Spa. Questi 10 appartamenti attualmente sono inutilizzabili, ma tra 3 mesi circa torneranno nelle disponibilità di altrettanti nuclei familiari in attesa di un tetto sicuro.


 Un impegno che la farmaceutica Menarini ha rinnovato questoggi, impegnandosi per il terzo anno consecutivo, in quanto già negli scorsi anni aveva provveduto ad altre 20 ristrutturazioni nel territorio como Dario Nardella ha presentato il progetto, insieme all'assessore al Welfare della città di Firenze, Sara Funaro, in una conferenza stampa, alla presenza di Lucia Aleotti e Alberto Giovanni Aleotti, presidente e vicepresidente del Gruppo Menarini.
Nel 2015 la nostra azienda compie 100 anni di presenza a Firenze, è qui che siamo con la nostra casa madre ed è qui che guardiamo prima di tutto agli impegni solidali con la città- hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti -. Con queste 10 case abbiamo ristrutturato 30 alloggi, la nostra è diventata una scelta di sensibilità verso una necessità sociale che ha ancora, purtroppo, le dimensioni di una emergenza. Crediamo molto nellutilità sociale di questo impegno, lo rinnoviamo con grande convinzione e determinazione, e oggi ancora di più dopo aver visto quanto il sindaco e la sua giunta stanno facendo in questa direzione anche con altre iniziative .  I 10 alloggi ristrutturati sono situati per lo più nei quartieri 4 e 5 di Firenze e di superficie media di 45-50 metri quadrati . Lintervento di Menarini consentirà di mettere a norma impianti elettrici, meccanici e termo-sanitari, sostituendo i rivestimenti nelle cucine, revisionando e sostituendo infissi. 

Fabrizio Del Bimbo

domenica 29 novembre 2015

Un itinerario a Napoli tra antico e moderno

Il progetto POIn “Baia di Napoli” e' nato come attività di analisi, sensibilizzazione e promozione territoriale, finalizzata a conoscere e valorizzare il sistema turistico locale, mettendo in evidenza le eccellenze esistenti e promuovendo la realizzazione di nuove proposte all’interno di un territorio che va da Cuma a Sorrento e comprende ben 25 comuni.


 Ecco alcune proposte vecchie e nuove per approfondire la conoscenza di questo ricco territorio. 

 Nel cuore del centro antico di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero si intrecciano creando qui un’atmosfera unica, quasi fuori dal tempo. Con capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa “tessitura” del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito. Un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero. Info: www.museosansevero.it




 La superba Cappella di S. Gennaro è detta meritatamente il Tesoro  Nel 1527 fu la città di Napoli, afflitta dal morbo della peste, che fece voto al suo Patrono di ergere nel Duomo una magnifica cappella al suo nome. Il voto non si adempì prima dell'anno1608.  Stupendo è il frontespizio, due grandi colonne di un solo pezzo di marmo nero fiorato fiancheggiano il cancello di bronzo disegnato da Giangiacomo Conforti. Nel mezzo si trova il busto duplice di S. Gennaro. Nelle due  nicchie laterali vi sono le statue dei Ss. Pietro e Paolo di Giuliano Finelli. Il pavimento fu eseguito col disegno del Fanzaga; le pareti sono tutte di marmi misti, con 42 colonne di broccatello, sette altari, e 19 nicchie, con altrettante statue in bronzo.Sotto la statua di S. Gennaro, dietro l' altare maggiore, ,vi sono due fornici, nell'una è il cranio di S. Gennaro, nell'altra le ampolle del sangue. Il cranio è riposto in un imbusto d'argento dorato, fatto lavorare da re Carlo II d'Angio' nel 1306 e poggia su un piedistallo di argento. Le porticine di argento furono fatte da Carlo II re di Spagna e di Napoli nel 1667.  Quattro chiavi custodiscono i sacri depositi, due sono presso la Deputazione della città, due presso l'Arcivescovo. La balaustra del presbiterio venne realizzata da Giuliano Vanelli nel 1618 su disegno di Francesco Grimaldi.   L'altare è tutto di porfido con cornici di rame dorato e fregi d'argento; il disegno è di Francesco Solimena. Magnifico è il paliotto, modellato da Domenico Marinello su cui è effigiata la traslazione del corpo di S. Gennaro da Montevergine in Napoli il 13 gennaio 1497.  Sopra i sei altari laterali tra cornici intarsiate di lapislazzuli sono quadri in tavole di rame con meravigliosi dipinti tutti del Domenichino, meno quello del cappellone sinistro che è dello Spagnoletto. Notevoli nella Cappella le 51 sculture a tutto tondo raffiguranti i santi compatroni della città di Napoli; di esse 24 sono opere risalenti al XVII secolo. La più antica è quella di San Tommaso d'Aquino, dichiarato compatrono nel 1605, la più recente quella di Santa Rita, che è del 1928. Collegato alla Cappella è il Museo del Tesoro di S. Gennaro, che custodisce molti preziosissimi oggetti donati al Patrono della città (il loro valore supera anche quello del Tesoro della Corona di Inghilterra), tra cui la famosa Mitra, in argento dorato ornata di 3694 rubini, smeraldi e diamanti, e la Collana, con tredici grosse maglie in oro massiccio alle quali sono appese croci tempestate di pietre preziose.



 Stile barocco e simboli di morte  si sovrappongono nel Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge lungo il Decumano maggiore. La chiesa de “ ’e cape e morte”, come viene definito dal popolo napoletano il Purgatorio ad Arco, è dedicata al culto del Purgatorio, ed ha mantenuto inalterata negli anni la sua missione; ogni parte del Complesso, la chiesa, l’Ipogeo, il museo dell’Opera e l’archivio, ne costituiscono una viva testimonianza. Al suo interno un importante patrimonio storico artistico, antropologico e archivistico, testimonianza di una tradizione particolarmente sentita dal popolo napoletano legato fortemente al culto delle anime purganti, cioè alla cura dei resti dei defunti di identità ignota, le anime "pezzentelle" che vagano in Purgatorio in cerca del refrisco, l’alleviamento delle pene. Le anime dei morti, infatti, nella concezione napoletana, influiscono potentemente sull'esistenza dei vivi e vengono viste come spiriti benevoli o malevoli, da onorare e rispettare e a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Di proprietà dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco ONLUS, il complesso è gestito dal 2010, in regime di convenzione, dall’Associazione Progetto Museo, che già dal 2001 garantisce l’apertura al pubblico dell’Ipogeo e del museo dell’Opera, con visite guidate e didattiche. Info:www.purgatorioadarco.it




 In un palazzo antico, un progetto contemporaneo: in via Settembrini, MADRE è il primo museo per l’arte contemporanea situato nel centro storico di una città. L’architetto portoghese Alvaro Siza ha trasformato l’antico palazzo Donnaregina in uno splendido e funzionale spazio moderno per l’arte contemporanea. Nel cuore nascosto di Napoli, dove pulsa l’anima popolare della città, a pochi passi dal Duomo e dal Tesoro di San Gennaro, a cento metri dal Museo Archeologico, la presenza del Museo MADRE è anche l’occasione per ridisegnare la vocazione turistica di un quartiere ricco di valori sociali da recuperare e di beni culturali da riscoprire. Al primo piano del museo sono collocate le opere permanenti di Clemente, Lewitt, Long, Bianchi, Fabro, Koons, Paladino, Kounellis, Horn, Paolini e Serra, mentre il percorso espositivo del secondo piano si dipana seguendo le vicende più significative dei linguaggi artistici dalle fine degli anni Cinquanta fino all’inizio dei Novanta. Info: www.madrenapoli.it



Info generali: www.baianapoli.it
Per alloggiare: Hotel Palazzo Turchini www.palazzoturchini.it

 Fabrizio Del Bimbo

sabato 21 novembre 2015

Provando...dobbiamo parlare al Teatro derlla Pergola

Pergola colore
 
24 – 29 novembre
(feriale ore 20.45; festivo ore 15.45)
 
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
in coproduzione con PALOMAR Television & Film Production
fondata da Carlo Degli Esposti
Fabrizio Bentivoglio
Maria Pia Calzone
Isabella Ragonese
Sergio Rubini
in

PROVANDO… DOBBIAMO PARLARE
uno spettacolo scritto da Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi, Diego De Silva
scene Luca Gobbi
costumi Patrizia Chericoni
luci Luca Barbati
regista collaboratore Gisella Gobbi
regia Sergio Rubini
 
Durata: 2 h, atto unico.
 


Alla Pergola, da martedì 24 novembre, comincia la tournée nazionale del nuovo lavoro di Sergio Rubini, Provando… dobbiamo parlare, scritto con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, e interpretato dal regista e attore pugliese insieme con Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone e Isabella Ragonese. Da oggi in tutte le sale, invece, è in programma la trasposizione cinematografica. Stessi autori, stesso cast, titolo leggermente diverso, Dobbiamo parlare.
In una serata che si fa sempre più notte si confrontano e scontrano due coppie di amici agli antipodi. Si ride e si riflette su temi come il matrimonio, la solitudine, la giovinezza, la libertà. “Un salotto con tanto di vista da tremila euro al mese diventa un vero e proprio scenario di guerra”, afferma Sergio Rubini, “in cui non solo emergono tutte le differenze tra le due coppie, ma anche i loro diversi punti di vista, le distanze, ciò che di ognuno l’altro non sopporta”.
Giovedì 26 novembre, ore 17.30, la Compagnia incontra il pubblico in Teatro. Coordina Riccardo Ventrella. Ingresso libero.
 
Un atto unico che si fa film per poi tornare a teatro, come un’anima divisa in due. Come due sono le coppie di amici al centro del groviglio di non-detto di Provando… dobbiamo parlare (al cinema con il titolo di Dobbiamo parlare) diretto da Sergio Rubini, scritto con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, e interpretato dal regista e attore pugliese insieme con Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone e Isabella Ragonese. Un progetto teatrale e cinematografico che approda sul palcoscenico della Pergola martedì 24 novembre, fino a domenica 29 novembre, e che da qui inizia la sua lunga tournée per la Penisola.
Vanni (Sergio Rubini), cinquant’anni, è uno scrittore affermato. Linda (Isabella Ragonese), trent’anni, collabora nell’ombra ai suoi romanzi. Hanno un attico in affitto, nel centro di Roma. Forti del loro amore, al matrimonio hanno preferito la convivenza. I loro migliori amici, invece, Costanza (Maria Pia Calzone) e Alfredo detto ‘Il Prof’ (Fabrizio Bentivoglio), un famoso cardiochirurgo, sono sposati, benestanti, e gestiscono il loro matrimonio come una Spa.
“Costanza e Alfredo sono una coppia borghese”, spiega Sergio Rubini, “teatrino di tutti i vizi borghesi: ostentazione di ricchezze, rapporti utilitaristici, rivendicazione dei diritti di figli avuti da matrimoni precedenti, patrimoni da spartire, lettere di avvocati, conti in banca, minacce, testamenti, risarcimenti, crisi di panico e via discorrendo. Ebbene, immaginiamo che i migliori amici di una coppia come questa siano due che stanno insieme, invece, per tutt’altre ragioni. Non sono sposati e per quel che riguarda i beni materiali condividono solo un bell’attico in affitto al centro di Roma e quintalate di libri che non sanno più dove mettere”.
Una sera, Costanza e ‘Il Prof’ irrompono in casa di Vanni e Linda. Costanza ha scoperto che Alfredo ha un’amante. Parte così una lunga fila di recriminazioni che durerà per tutta la notte, e farà emergere rancori inattesi in entrambe le coppie.
“L’anomalia di queste due coppie”, afferma Rubini, “è senza dubbio che sono amici e che non ci sia un weekend, una vacanza, un’uscita, una festa comandata, che i quattro non trascorrano insieme. Supponiamo adesso che la coppia borghese, proprio come ogni coppia borghese che si rispetti, stia attraversando la sua ennesima crisi coniugale, questione di corna nello specifico, e che si sia fiondata a casa degli altri due anche una sera in cui non avevano messo in conto di vedersi”.
Il confronto diventa scontro, in un vorticoso e travolgente crescendo che vedrà coinvolta prima la coppia ‘borghese’, poi la coppia ‘intellettuale’. La loro solidità vacilla, i ruoli di accusatore e accusato si invertono e si mescolano. Quale delle due coppie, l’indomani mattina, in quell’attico divenuto un campo di battaglia, resterà in piedi?
“Ed ecco così che la serata si fa notte”, conclude Rubini, “e il salotto con tanto di vista da tremila euro al mese diventa un vero e proprio scenario di guerra in cui non solo emergono tutte le differenze tra le due coppie, ma i loro diversi punti di vista, le distanze, ciò che di ognuno l’altro non sopporta, tutto quel groviglio del non-detto che fino a quel momento soggiaceva sul fondo della coscienza. Col risultato che all’indomani della battaglia, alle prime luci del giorno, nonostante le premesse, quella più divisa sarà proprio la coppia tenuta insieme solo dall’amore. Ma perché l’amore forse non basta?”
 
 
BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
 
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su http://www.boxol.it/TeatroDellaPergola/IT/?A=137513 e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.

Fabrizio Del Bimbo

GESTIONE DELLE EMERGENZE ELETTRICHE A FIRENZE



Si rafforzano i rapporti con la prefettura di Firenze:  la cooperazione e le strategie specifiche per fronteggiare ogni tipo di rischio con impatto sul servizio elettrico: sono i temi che Enel, nell’ambito del percorso di confronto avviato sul territorio nazionale per la gestione integrata delle situazioni emergenziali, ha condiviso con il Prefetto Alessio Giuffrida in un apposito incontro di approfondimento svoltosi presso la Prefettura di Firenze.
Per Enel sono intervenuti il responsabile rapporti con la protezione civile Franco Gizzi, il responsabile affari istituzionali centro Italia Fabrizio Iaccarino, la responsabile Enel Distribuzione Toscana e Umbria Debora Stefani e il responsabile Security centro Italia Aniello Canfora. Presente anche responsabile di settore del sistema regionale di protezione civile Antonino Melara.
L’obiettivo è di rendere maggiormente efficaci gli interventi sul territorio così da prevenire rischi e disservizi e ridurre eventuali disagi per i clienti connessi alla rete elettrica, anche attraverso l'ottimizzazione delle procedure e del flusso delle comunicazioni sia in condizioni ordinarie che in fase di emergenza. Il ripetersi di fenomeni naturali estremi e di eccezionale violenza impone un approccio di sistema alla gestione delle emergenze: in questo contesto si inserisce l’impegno di Enel che va nella direzione di una puntuale pianificazione degli interventi, con un’attenzione costante allo sviluppo e alla manutenzione delle infrastrutture elettriche.
Grazie al presidio costante e capillare del territorio, all’utilizzo di tecnologie innovative e alla professionalità del personale, Enel ha affrontato con tempestività ed efficacia le emergenze che hanno interessato il Paese e che hanno creato, immancabilmente, situazioni difficili per i cittadini e per le imprese. 
Del Bimbo Fabrizio

mercoledì 18 novembre 2015

Teatro liquido, una full immersion nello spettacolo secondo Andrea Kaemmerle

 
  
 
L'Associazione Internazionale di Guascone Teatro presenta il “Teatro Liquido”, ovvero “Utopia del Buongusto” (il festival estivo) in tempi freddi. La stagione che coinvolge le quattro città d’acqua di Bientina, Casciana Terme Lari, Livorno e Pisa.
 
 

Oltre 50 spettacoli che da novembre 2015 a maggio 2016 troveranno casa al Teatro delle Sfide di Bientina e al Teatro Verdi Giuseppe, fù Carlo oste di Casciana Terme. Da quest’anno alcune date saranno anche al Lux di Pisa e al Teatro delle Commedie di Livorno. Un cartellone smisurato e pazzesco per le forze di Guascone Teatro di Pontedera (Pisa) che ne cura l’organizzazione.
 
Il tutto sarà accompagnato da una formula decisamente articolata: teatro + cene + degustazioni + pensieri allegri + pensieri seri + buon vino + compagni di viaggio + storie + emozioni + ironia + scrittori + canzoni + voglia di sentirsi vivi. 
 
Tra gli ospiti, solo per ricordarne qualcuno, ci sarà Anna Mazzamauro, sogno erotico ed inarrivabile di Fantozzi. Tale Alessandro Benvenuti che abita ancora in casa Gori. Debora Caprioglio, prima sogno brassiano e poi diventata bravissima attrice. Il geniale cantautore capellone che sul campanello ha scritto Simone Cristicchi, uno dei pochi che ha più volte portato meraviglia a Sanremo. I quattro della Banda Osiris che a parte tener compagnia ai divani della Dandini hanno girato tutti i festival del mondo. Poi Migone, Katia Beni, Anna Meacci, Justine Mattera, Cecco e Cipo, Gatti Mezzi, Walter Leonardi, Titino Carrara e poi tanti, tantissimi altri artisti da ogni parte di Italia.
 
Molte parole ma anche moltissima musica, dai 60 elementi dell'Orchestra Regionale Toscana, alle opere Liriche fino ai nuovissimi cantautori toscani. Spettacoli collaudatissimi alternati a prime nazionali.
 
«Stringete pollice ed indice ed aguzzate lo sguardo – sottolinea il direttore artistico, Andrea Kaemmerle - vi è cascato tra le mani un molto poco probabile elenco di spettacoli teatrali molto, ma molto belli. Pare si tratti della possibilità di passare momenti in odore di grande umanità a pochi centimetri dal cuore di attori e musicisti che nel loro girovagare lungo hanno messo in conto di fermarsi per una sera a Bientina e/o Casciana Terme, oltre Livorno e Pisa. Gente disperatamente allegra, che pur di sorvolare alta sulla melassa del pettegolume quotidiano, s'è inventata un vivere più rischioso e birbone».
 
«Se tutto questo dovesse rischiare di migliorarvi poco poco la vita – aggiunge - allora vi si aspetta a braccia aperte, vi si aspetta sulla porta di due bellissimi ed accoglienti teatri restituiti a nuova vita dalle amministrazioni comunali. Buttate via il telecomando per una sera e venite a farvi del bene! Se proprio poi vi dovesse mancare Bruno Vespa e soci, allora allestiremmo per voi una stanzina in teatro con televisore e babbucce e borsa dell'acqua calda (ed una quarantina di tablet...)
 
Da segnalare gli immancabili appuntamenti per il 31 dicembre che sono delle vere e proprie feste teatrali. Non mancheranno le consuete cene, i pranzi e tante inaspettate sorprese.
 
La stagione del Teatro Liquido è un progetto che porta la firma di Guascone Teatro, sostenuto e promosso dal Comune di Bientina e Casciana Terme Lari, che prende forma da un’idea di Andrea Kaemmerle, direttore artistico anche dell’estiva “Utopia del Buongusto”. Con il sostegno di Regione Toscana, Provincia di Pisa, Toscana Energia e Coop-Unicoop Firenze Sezione Soci Valdera. Un ringraziamento particolare a Terzo Studio, Fondazione Sipario Toscana, Accademia Verdi e Casciana Cultura.
 
 

 
Direzione artistica Andrea Kaemmerle. Organizzazione Adelaide Vitolo. Ufficio stampa Fabrizio Calabrese. Comunicazione Fabrizio Liberati. Allestimenti, Francesco Bianchi, Marco Fiorentini, Fabrizio Liberati, Giovanni Berti. Fotografia/grafica, Simone H. Rocchi. Foundraising Monica Panattoni.
 
Per informazioni: 328 0625881 - 320 3667354 – info@guasconeteatro.it - www.guasconeteatro.it - www.terzostudio.it. Biglietti - Interi euro 10,00 - Riduzioni euro 8,00. Per altre formule consultare il sito www.guasconeteatro.it.
 
Fabrizio Del Bimbo
                    

lunedì 16 novembre 2015

Alla Pergola La bottega del caffe' per la regia di Maurizio Scaparro

La bottega del caffe' viene rappresentata al Teatro della Pergola di Firenze dal 17 al 22 novembre prossimi. Gli attori sono : Pino Micol, Vittorio Viviani, Manuele Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
musiche Nicola Piovani
eseguite dalla violinista Lisa Green
scene e costumi Lorenzo Cutùli
luci Maurizio Fabretti
regia Maurizio Scaparro
foto di scena Filippo Manzini
produzione Fondazione Teatro della Toscana
Orari da martedì a sabato: 20.45; domenica: 15.45.
La durata dello spettacolo è di circa 2 ore.


Firenze, Napoli, Venezia e il suo Carnevale. Su questa direttrice di ricerca artistica Maurizio Scaparro costruisce La bottega del caffè con Pino Micol e Vittorio Viviani, il suo ultimo lavoro su Carlo Goldoni. Datata 1750, La bottega del caffè, commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, è scritta in lingua toscana: Goldoni all’epoca desidera la massima diffusione delle sue opere e il veneziano, e di lì a poco Venezia, gli iniziano a star stretti.
Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani di una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica, impreziosito dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani, le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli, vincitore dell’International Opera Awards 2014 per la scenografia.

Trama

L’azione si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale, per concludersi quando scende la notte.
Il caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile.
La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio, Placida, che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito ed è esposta alle insidie tessute da Don Marzio. Quest’ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio.
Note di regia
“Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè, il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba a qua scende la notte. Perché qui Goldoni, che scrive la commedia in lingua italiana, sembra prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visone “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua Bottega del caffè una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città, delle sue bellezze e dei suoi carnevali.” Maurizio Scaparro



La tappa fiorentina della Bottega è anche l’occasione per tracciare un bilancio della seconda edizione delle Liaisons Heureuses, progetto internazionale avviato nel 2014 sotto l’egida del MiBACT e proseguito quest’anno dalla Fondazione Teatro della Toscana ancora con l’ideazione di Maurizio Scaparro e il coordinamento artistico di Ferdinando Ceriani. Sede delle Liaisons è stato di nuovo il nuovo spazio teatrale del Liceo Italiano ‘Leonardo Da Vinci’ di Parigi, in Rue Sedillot, che ha ospitato il 19 ottobre un incontro su Goldoni e Boccaccio, in occasione della Settimana internazionale della Lingua italiana nel mondo: si è parlato di Bottega, e Vittorio Viviani, che nello spettacolo è il caffettiere Ridolfo, ha dato poi una sua personale interpretazione di una novella del Decamerone. Il secondo e ultimo incontro per il 2015 era in programma il prossimo 9 dicembre, con una riflessione sul Mediterraneo come culla della nostra civiltà. Luogo di incontro e scambio culturale, spazio creativo al centro di tanti spettacoli di Maurizio Scaparro (Memorie di Adriano, Don Giovanni, Don Chisciotte, Pulcinella, Le Mille e una notte) e della poetica del grande scrittore siriano Adonis col quale già collaborò per Polvere di Bagdad, con Massimo Ranieri protagonista. In seguito ai tragici attentati di venerdì notte, che hanno colpito luoghi di libertà e riflessione come il teatro Bataclan, si sta valutando con le autorità locali e con Michele Canonica, Presidente del Comitato di Parigi della Società Dante Alighieri che ha collaborato al progetto delle Liaisons, come e quando far svolgere ‘Mediterraneo – Dalle Mille e una notte ai nuovi linguaggi della comunicazione’. Certo è che sul sito de L’Italie en direct (http://italieendirect.italieaparis.net) è presente la versione sottotitolata in francese del video della Bottega del caffè, girato da Gianluca Rame per la Compagnia Italiana, nell’ambito del progetto videoteatroteca che lega la Compagnia Italiana al Teatro della Toscana. Un piccolo gesto di vicinanza e solidarietà tra teatri, città e cittadini.

  Fabrizio Del Bimbo


mercoledì 11 novembre 2015

Mikros, una mostra di Francesca Lancisi presso Smart Hub

Mikros Acquerelli dal mondo minuscolo
Firenze Via Quintino Sella, 6
21/11/2015
Mostra personale di Francesca Lancisi
Dal 21 novembre al 19 dicembre presso SmartHub

Vernissage e opening party sabato 21 novembre h. 18:30


L’infinitamente piccolo si mostra agli occhi senza lenti né ingrandimenti nei colori e nelle linee degli acquerelli di Francesca Lancisi. Attraverso le sue preziose carte in cotone, Francesca racconta di un mondo minuscolo e invita ad entrare in una dimensione della vita micro in cui la forma e la sua ripetizione, ma anche il suono e la sua propagazione, seguono regole altre rispetto a quelle del mondo macro.
Una normalità alterata che si manifesta in movimenti di creature sottomarine che portano all’orecchio magiche eco, paesaggi immaginari, mondi vegetali e minerali svelati in tavole che oscillano tra gli studi botanici dei primi classificatori del 700 e le illustrazioni delle favole dei libri della nostra infanzia. Un mondo invisibile agli occhi di chi sta in alto, ma di cui ci si può accorgere chinandosi verso il basso, cambiando il punto di vista e guardando la vita da un’altra prospettiva. Tavole piene di creatività ma anche di ricerca e di riflessione sui codici e sugli schemi alla base della vita stessa. La chimica dei colori, le trame e le tessiture delle forme, l’amore per i dettagli e l’eliminazione di ogni superfluo permettono all’osservatore di entrare in rapporto con una natura, svelata tra realtà e immaginazione, quasi onirica.

Proprio in questa dimensione, tra scienza e fantasia, si muove la creatività elegante di Francesca che con tratto preciso disegna atlanti di mondi nascosti fatti di filamenti e radici che si espandono fino a creare reti sotterranee di recettori, a mostrare tutta la vitalità di un mondo, meravigliosamente sensibile.

La mostra è ideata e organizzata da:
DAY ONE www.dayone-art.com in collaborazione con Smart Hub – Underground Network Firenze


Per maggiori informazioni:

info@dayone-art.com

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

venerdì 6 novembre 2015

Una vacanza in Val di Noto tra barocco e natura

In una regione come la Sicilia in cui abbondano olivi e mandorli, Noto è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, coperta di agrumi. La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una finzione, la scena di un teatro, nasce da un fatto tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione e morte, ma diede impulso alla ricostruzione. Prima di allora la città sorgeva a 10 km di distanza. Di origini assai antiche, Noto diede i natali a Ducezio, che nel V sec. a.C. fece tremare i Greci per aver fatto insorgere contro di loro i Siculi.Il terremoto del 1693 distrugge completamente la città. Per la ricostruzione viene scelto un luogo meno impervio e più vasto, che permetta la realizzazione di un impianto semplice, lineare, con intersezioni ad angolo retto e strade parallele ed ampli come vuole il nuovo gusto barocco. Tre le strade principali che corrono da est a ovest perchè il sole le illumini sempre.I palazzi sono maestosi, tutti costruiti nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, dal candore che il tempo ha colorato creando quella magnifica tinta dorata e rosata che la luce del tramonto accentua,


A questa ricostruzione, condotta dal Duca di Camastra, rappresentante a Noto del vicerè spagnolo, partecipano molti artisti siciliani, tra i quali Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, che, influenzato da Borromini, è forse uno dei più inventivi.La città viene costruita come se fosse una scenografia, studiando e truccando le prospettiva in modo singolare, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto che si piega in forme aggraziate e panciute. Noto si inserisce comunque nel panorama che dalle mani degli artisti italiani vede fiorire il sogno barocco in tutta Europa.
 Il Val di Noto, dal periodo normanno fino alla sua abolizione nel 1812, era una circoscrizione che si occupava di giustizia, erario e delle milizie del Regno di Sicilia. Esso prende il nome dalla città di Noto, dove probabilmente vi era la sede del governatore. L’area comprendeva l’area sud-orientale siciliana che ha talora il fiume Salso e i fiumi Dittaino e Simeto come confini occidentale e settentrionale, talora il fiume Amenano a nord o il Longane. L’area è ricca di parchi e riserve naturali tra i quali troviamo la riserva naturale di Vendicari, la riserva naturale Cavagrande del Cassibile, l’area marina protetta del Plemmirio, la Cava d’Ispica e tante altre zone verdi da visitare.

Nell'area di Val di Noto si consigliano per un soggiorno l'agriturismo Stallaini e la Tenuta La Favola. Il primo si trova a Canicattini bagni  ed  è una struttura dotata di ampie camere, ristorante, piscina e vasca idromassaggio. Vi si possono inoltre assaporare i prodotti naturali dell'azienda come vini e olio d’oliva, oltre alla cucina tipica. Tutte le camere dispongono di pavimenti in cotto e bagno privato con doccia e set di cortesia. Alcune presentano soffitti con travi in legno a vista. La Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile è raggiungibile in 30 minuti in auto dall’agriturismo Stallaini, mentre Siracusa si trova a 28 km e le splendide spiagge del Plemmirio a 45 minuti in auto.

 “Lap-Idèo 2” è il nome del 2° workshop di scultura promosso dall’Agriturismo Stallaini, in collaborazione con il Liceo Artistico “Gagini” di Siracusa e il canadese Atelier Skulpt 303 di Montreal, con il patrocinio del Comune di Canicattini Bagni, dell’Ente Fauna Siciliana, del Distretto turistico Sud Est e dell’Associazione Iblei in Rete. E' un'idea di Loredana La Bianca, che con il marito Rosario Sarcià, dirige l’Agriturismo Stallaini e il progetto artistico che coniuga natura, arte e cultura. Partecipanti le due scultrici canadesi dell’Atelier Skulpt 303 di Montreal, Johanne Ricard e Doris Bouffard, L’evento ha avuto come protagonisti artisti e scultori siciliani e internazionali, che hanno posto al centro del loro interesse artistico-culturale il territorio degli Iblei, la sua pietra bianca, la maestria degli scalpellini canicattinesi, i paesaggi naturalistici, la storia e le tradizioni di un’area di grande pregio. In un incontro con l’arte e la storia di quest’angolo di territorio della Sicilia orientale, che si è rinnovato e che ha  richiamato, l'estate scorsa,  nell’ex “pirrera di pietra bianca” di Contrada Stallaini, chi ha voluto misurarsi con la suggestione dei paesaggi iblei e la scultura.


Info: www.agriturismostallaini.com




La Tenuta La Favola, gestita da Valeria e Corrado Gurrieri,  si raggiunge invece attraversando una strada privata delimitata da muri i pietra e da abeti, carrubi e pini secolari. Il caseggiato è posto sulla sommità della collina ed è formato da una zona lavoro e una zona residenziale. La zona lavoro comprende un antico palmento in pietra oggi ristrutturato a museo e accessibile agli ospiti, e l’oleificio. La zona residenziale di 400 mq si sviluppa attorno ad una ampia corte da cui si gode il panorama mozzafiato di ettari di vigna che degradano dolcemente fino al mare azzurrissimo all’orizzonte. La corte è una fantastica zona di relax con tavolini e sedili in pietra sotto l’imponente chioma del ficus centenario attorno a cui si trovano la piscina, l’angolo barbecue con il forno a legna e il lavabo in pietra, la favolosa cucina che può ospitare fino a 28 persone attorno al banco da lavoro dove si può cucinare insieme, la loggia ricavata dall’antica mangiatoria all’aperto, la sala degustazione col lavabo in pietra, il bagno per disabili e la lavanderia. Le zone abitative si affacciano tutte sulla corte e sono con tetti in legno, aria condizionata, riscaldamento, televisore a schermo piatto, giochi di società, libri e riviste: la Casetta Gialla, con i pavimenti in cotto siciliano e le pareti dipinte in giallo con pigmenti naturali, si sviluppa su un piano terra con cucina indipendente, angolo pranzo, zona relax e bagno con doccia, e un primo piano con una stanza matrimoniale e una stanza con 4 letti singoli; La Casa sulla Corte dispone di due stanze matrimoniali (Stanza Verde e Stanza Rossa) con bagno indipendente sul piano sopraelevato e la favolosa cucina sulle vigne con ulteriore bagno, zona frigo e ripostiglio. Alla sinistra della corte si apre un altro grande spazio con prato delimitato da muri a secco e con vista piscina: la zona giochi, tradizionalmente dedicata dai proprietari ai giochi di squadra con i bambini (pallavolo, tiro con l’arco, pingpong e calcetto). L’ospitalità prevede l’uso di una singola struttura oppure di tutte le unità abitative ad uso esclusivo degli ospiti. Tenuta La Favola permette agli ospiti di usufruire anche della Casetta degli Artisti, deliziosa costruzione in pietra situata all’interno di un vigneto a 300 metri dal corpo centrale. Essa si sviluppa su un unico piano in un unico ambiente con letto matrimoniale e due letti singoli angolo pranzo e zona relax, cucina indipendente in pietra e bagno con doccia, barbecue, lavatrice, zona posteggio all’ombra del carrubo secolare, tettoia e un delizioso sistema di vele sul frontespizio della casa che dà ombra e crea, grazie alla costante brezza, un piacevole movimento.
La Tenuta La Favola ha una superficie complessiva di ha 15, di cui 7 coltivati a vigneto e 5 a oliveto. Le uve sono delle varietà autoctone Nero d’Avola, Frappato e Moscato. Unico vitigno internazionale è il Syràh che in questa zona, grazie alle particolari condizioni pedoclimatiche e alla natura del suolo, acquista caratteristiche assolutamente tipiche e riconoscibili del terroir. Le olive sono della varietà Moresca, Verdese.




Info: ww.tenutalafavola.it
www.galeloro.it

Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo