venerdì 27 maggio 2016

Heritage: sessant'anni di storia, tre generazioni, una collezione


Presentata la nuova linea dell’azienda di pelletteria fiorentina: il patrimonio di saperi artigianali tramandati negli anni sposa un’immagine che guarda al futuro

Sessant'anni di storia, tre generazioni, una collezione. O forse sarebbe meglio dire La collezione. Heritage, la nuova linea di borse artigianali di Sapaf Atelier 1954 si presenta infatti come una sorta di biglietto da visita dell’azienda, una serie che racchiude in sé il bagaglio di storia, la passione per la tradizione, l’attenzione ai dettagli, la profonda attualità delle proposte: un modo per comunicare già dalla prima impressione “chi siamo”.  La nuova collezione è stata presentata questa mattina, 27 maggio, negli spazi della saletta Guarnieri del Lungarno Hotel: a fare da cornice, lo splendido scenario di Ponte Vecchio.

Tutto è cominciato lo scorso novembre quando l’azienda di pelletteria fiorentina guidata dal Maestro Artigiano Andrea Calistri e a conduzione familiare da tre generazioni, ha festeggiato sessant’anni di attività di esportazioni in tutto il mondo. «Per l’occasione – commenta Andrea Calistri - ci siamo proposti di dare nuovo slancio alla nostra produzione, attraverso un progetto che si muove tra passato e futuro. Il primo passo è stato il lancio di Replica, una linea dal sapore vintage che ripropone i modelli degli anni Cinquanta così come sono stati disegnati sessant’anni fa dal fondatore di quest’azienda. Il nuovo corso prosegue adesso con la nascita della collezione Heritage, che rilegge in maniera contemporanea questa storia di passione e tradizione lunga decenni».




Heritage: già la scelta del nome comunica la volontà di sottolineare l’importanza che il bagaglio di conoscenze conservate nel corso dei sessantadue anni di storia dell’azienda ha tutt’oggi in ogni singola produzione di Sapaf Atelier 1954. Anche per questo la decorazione che ricorre in ogni modello è realizzata con lo stampo e la pressa a mano degli anni Cinquanta (come già era stato fatto per Replica 1954) conservata in azienda dalla sua fondazione. La linea è infatti riconoscibile al primo sguardo per la fascia centrale in foglia oro decorata con il motivo floreale di Sapaf Atelier 1954 che conferisce alla linea un’identità propria.
La collezione è frutto di un lungo lavoro di progettazione, studio del design e di ogni singolo dettaglio per un risultato che non lascia nulla al caso. Realizzata con pellami esotici e vitelli pregiati è declinata in sette tonalità che spaziano dal caldo del mango all’eleganza del sequoia, passando per gli intensi brandy e vinaccia, i versatili sabbia e fango e, ovviamente, il nero. Proposta in due linee, una rigida e una morbida, la collezione comprende Boston bags, saddle bags, shopping, mini clutches e hobo.

Replica 1954: è nata con l’intento di riscoprire le borse Sapaf che hanno fatto la storia del marchio e portare all'attenzione dei buyer internazionali i prodotti di Sapaf Atelier 1954, capolavori dell'artigianalità toscana e fiori all'occhiello del Made in Italy. Per realizzarla è stato svolto un lungo lavoro di ricerca negli archivi, la riscoperta di vecchi disegni e attrezzi, alcuni dei quali scampati all’alluvione del 1966. Tra questi, lo stampo in bronzo con cui è decorata la minibag, realizzata con la pressa a mano originali degli anni ’50, dipinta a mano e decorata con foglia oro. Un vero e proprio gioiello, prodotto in serie numerata e in molteplici varianti di colore che racchiude in sé l’essenza di Sapaf: creare prodotti d’eccellenza in cui la traccia preziosa del “fatto a mano” è riconoscibile ad occhio nudo. 


Sapaf Atelier 1954
Sapaf, in origine acronimo di Società Artigiana Pelletterie Artistiche Fiorentine, è un’azienda a conduzione familiare da ormai tre generazioni. Nata a Firenze nel 1954 da un progetto di Silvano Calistri e della moglie Valdivia, oggi è guidata dal Maestro Artigiano Andrea Calistri, affiancato da sua moglie Luciana e dai figli Leonardo e Niccolò.
La sede, in origine a Firenze, oggi è a Scandicci, nel più importante distretto d’Italia per la creazione di accessori in pelle di alta qualità. La storia dell’azienda ne caratterizza la produzione: è grazie al know how acquisito nell’arco di oltre mezzo secolo che prendono vita gli accessori in pelle, esclusivi e totalmente artigianali, di Sapaf Atelier 1954. La tradizione artigianale si sposa alla tecnologia applicata nei diversi segmenti: dal taglio computerizzato attraverso progetti CAD, alla tracciabilità che fornisce garanzie sull’autenticità e l’uso dei materiali.


Fabrizio Del Bimbo

Pinocchio in guerra: il Risorgimento dei fratelli Lorenzini







Domani sabato 28 maggio 2016 alle ore 10.00 in Santa Croce verrà celebrata l’epica resistenza, nel 1848, a Curtatone e a Montanara, di volontari toscani fiorentini, lucchesi, pisani, senesi che riveste un fondamentale ruolo nella storia dell’unità nazionale. 
Questo episodio ebbe ripercussione fortissima nell’opinione pubblica. Nei luoghi di origine e di partenza dei volontari lastre commemorative vennero incise e funzioni religiose celebrate in suffragio dei caduti e in gratitudine per il loro sacrificio.
In Santa Croce a Firenze furono apposte due lapidi con i nomi dei caduti fiorentini e venne istituita ufficialmente e a cadenza annuale la commemorazione dell’evento.
Dal 1848, il 29 maggio, nella memoria degli eroi di Curtatone e Montanara, è stato celebrato l’inizio dell’Unità d’Italia, come unità di ideali, di aspirazioni e di popolo.
Dal 2012 è stata recuperata la tradizione scomparsa nel secondo dopoguerra di ricordare nel “Tempio delle Itale glorie” quanti trovarono la gloria sui campi di Curtatone e Montanara.
Tra i giovani che partirono volontari nel ’48 vi furono anche Carlo e Paolo Lorenzini, cui, quest’anno, si è voluta dedicare la celebrazione. I due fratelli Lorenzini simboleggiano pienamente lo spirito di Curtatone e Montanara, un desiderio di cambiamento per il quale tanti volontari civici e tanti studenti si batterono, con il sostegno morale e attivo di tante donne. Per questo le lapidi con i nomi dei caduti, collocate in Santa Croce, ebbero tanta importanza per i toscani. Velate il 29 maggio del 1851, per ordine del governo toscano e degli austriaci, strappate quel giorno stesso dalla ribellione popolare, asportate poco dopo dalle autorità che ne temevano il carisma, furono ricollocate nel tempio all’indomani della rivoluzione toscana del 27 aprile 1859, dal governo provvisorio, come primo atto della nuova Toscana. Tutto era da fare. Altri volontari toscani dovevano perdere la vita nella seconda guerra d’indipendenza, poi nella liberazione del Mezzogiorno fino al compimento dell’Unità nazionale.
Cominciava allora il compito dell’unificazione culturale e morale cui il “Pinocchio”, come il “Cuore” di De Amicis e altri racconti, romanzi e poesie, avrebbero efficacemente cooperato, specialmente guardando a una lingua nazionale comune. Quanto dell’innovazione letteraria possiamo riconoscere nel Pinocchio di Carlo, tanto del progresso industriale di allora vediamo riflesso nell’attività di Paolo: le biografie dei due fratelli Lorenzini ci restituiscono il senso di una Toscana che cambia tra le aspettative dell’indipendenza e le prospettive dello sviluppo nazionale del secondo Ottocento.
Del Bimbo Fabrizio
 

Convegno a Firenze 'Contro i Medici. Arte e dissenso nella prima metà moderna in Italia'

E' iniziato ieri  giovedì 26 maggio 2016 e continua anche oggi , presso l’Auditorium dell’Archivio di Stato (Viale Giovine Italia n. 6), il  Convegno internazionale, intitolato  Contro i Medici. Arte e dissenso nella prima metà moderna in Italia, organizzato dal  Medici Archive Project in collaborazione con l'Archivio di Stato di Firenze.

Il Convegno si propone di evidenziare il ricco corpus di arte anti-medicea che è stato spesso e per lungo tempo sottostimato o poco studiato e di colmare almeno in parte questa lacuna.
All’evento partecipano rinomati studiosi italiani e stranieri. La prolusione, intitolata ‘Il mito della Repubblica fiorentina oltre i confini del noto’, sarà tenuta dal Professor Paolo Simoncelli (Università di Roma – La Sapienza).
Con ingresso libero


Archivio di Stato di Firenze
Viale Giovine Italia, 6
50122 FIRENZE
tel. +39 055 26320238  fax +39 055 2341159
Del Bimbo Fabrizio

mercoledì 25 maggio 2016

‘L’Italia siamo noi’ libro di Jacopo Storni


Gli immigrati? Non solo profughi, badanti, delinquenti e poveracci. Si intitola ‘L’Italia siamo noi’ il libro del giornalista Jacopo Storni (edito da Castelvecchi, pagine 150, 12,50 euro) che racconta l’Italia dei nuovi immigrati: imprenditori, medici, architetti, avvocati, politici, poliziotti ecc. Il libro uscirà in tutte le librerie d’Italia da domai  26 maggio.
E’ l’altra faccia dell’immigrazione. Storie di successo di immigrati che sono riusciti a inserirsi, a costruirsi posizioni autorevoli e rispettate, che hanno portato le loro competenze e il loro know-how in Italia, persone che contribuiscono allo sviluppo economico, italiano ed escono del tutto fuori dallo schema del profugo bisognoso di aiuto e di assistenza. Un modo completamente diverso di leggere il fenomeno immigrazione, basato su racconti e testimonianze concrete di uomini e donne in carne e ossa che, pur nati in altri Paesi, non solo si sentono italiani, ma danno all’Italia molto più di quanto hanno ricevuto.
Il libro è un viaggio tra i volti e le storie del Paese multiculturale: Fuad, l’ex primario somalo che lavora dell’ospedale di Borgo San Lorenzo (Firenze); Otto, il finanziere camerunense che lavora a Milano; Halyna, da badante a imprenditrice di Treviso; Francesco, il poliziotto nero; Liliam, bambina di strada diventata cake designer a Torino; Toni, l’assessore nigeriano di Bergamo e responsabile immigrazione della Lega; Nelu, da "schiavo" del mattone a imprenditore edile di Roma; Jean Jacques, il prete africano che vive a Prato; Molid, dal barcone al Novotel di Firenze; Romano, il soldato eritreo col tricolore sul petto. E poi anche Idris, il famoso opinionista sportivo e Lilian Thuram, protagonista per anni del calcio italiano. Vite straordinarie, uomini e donne che non hanno mai smesso di inseguire i propri sogni. 
Del Bimbo Fabrizio

martedì 24 maggio 2016

I suggerimenti per le prossime vacanze agli italiani a Graz ( Austria )


Oltre agli austriaci e tedeschi sono gli italiani gli ospiti più affezionati a Graz. Capoluogo della Stiria, patrimonio mondiale Unesco per il suo centro storico e per il castello barocco di Eggenberg, Capitale dei Sapori dell’Austria, come deciso dal ministero dell’agricoltura austriaco, e City of Design Unesco Graz ha tanto da offrire. E lo sanno bene i tanti italiani che hanno deciso di andare a vivere lì.
“Ci sono opportunità culturali imperdibili, con una scelta infinita di occasioni per ascoltare musica dal vivo”, racconta Roberto Gatti, un ventitreenne romano che studia lirica alla Kunstuni Graz,  l’università d’arte. “Il Mumuth, il modernissimo teatro universitario accessibile anche al pubblico esterno propone grandi classici, come le opere di Mozart o i concerti di musica da camera, ma anche un ricco calendario dedicato alla musica jazz, che qui a Graz è davvero una cosa seria. Consiglio anche i concerti dell’accademia di musica contemporanea Impuls (www.impuls.cc) e tra giugno e luglio Styriarte , il festival di musica classica e antica nel centro storico cittadino”.  Ma non c’è solo la musica. “Lo Joanneumsviertel, un vero e proprio quartiere della cultura che unisce mediateca multimediale, il meraviglioso museo di scienze naturali, la Neue Gallerie, una galleria d’arte moderna dove passare dal Biedermeier all’Azionismo Viennese, e una modernissima biblioteca è imperdibile“, spiega Francesca Amone, che gestisce la Libera Biblioteca Italiana Arca, in Leonhardstraße, un luogo che stimola lo scambio culturale tra italiani e austriaci. “E poi per capire davvero Graz non bisogna perdersi, dal 16 al 18 settembre, Aufsteirern, il festival stiriano, per godersi, per 24 ore, musica, danze, sapori e  cultura stiriana al più alto livello”, aggiunge.  “C’è anche una Graz di puro design”, aggiunge Chiara Stefani, che a Graz fa la mamma. “La Kunsthaus, il museo di arte contemporanea  che pare un alieno planato tra i tetti del centro storico è una meta imperdibile. Vale la pena, poi, spingersi sino ai giardini botanici universitari, in Holteigasse: le tre modernissime serre sono gli edifici più luminosi del mondo, in pratica c’è solo trasparenza che abbraccia piante tropicali e desertiche”.
C’è tanto da scoprire  anche per chi cerca i sapori italiani tradizionali. Stefania gestisce Capperi!, in Mariahilferstrasse, un ristorantino dedicato ai piatti della tradizione campana. “Facciamo arrivare gli ingredienti direttamente dall’Italia e seguiamo le ricette della nonna: la gente di Graz ci ha accolto bene e abbiamo anche tanti italiani di passaggio, desiderosi di riassaporare i piatti di casa”, racconta.  In Nikolaiplatz da La Madonnina si può trovare dell’ottimo pesce . “Accogliamo gli ospiti con del pesce italiano e piccole coccole come il pane fatto in casa”, racconta con entusiasmo  lo chef, Mauro. Si gusta il meglio della tradizione italiana anche all’Enoteca dei Ciclopi, in Sackstraße.  “Curiamo con grande passione l’abbinamento tra i piatti e i vini, il nostro fiore all’occhiello, e puntiamo sulla tradizione italiana, spaziando dal nord al sud, sempre facendo attenzione alla stagionalità”, commenta lo chef Vincenzo Arrigo. Al wine bar Il  Vicolo, poi, in Franziskanergasse, il foggiano Mario Donatacci ha ricreato la tradizione della pizzicheria pugliese. “Offro i migliori vini di Puglia abbinati a salumi, formaggi, sott’oli e sott’aceti pregiati. Per poi concludere con un ottimo caffè”, racconta. Infine c’è anche un indirizzo dedicato allo shopping gourmand. “Da Gusto Italia, in Sporgasse, si trovano delizie come la porchetta di Ariccia, il pecorino romano, la mozzarella di bufala campana, l’aceto balsamico di Modena: li porta a Graz settimanalmente Cosimo Ursi, il nostro titolare”, spiega Sigrid Herler, una delle dipendenti. Per la gioia dei grazesi, che ne vanno pazzi, ma anche per gli italiani che soffrono di Schwermut, malinconia, e sognano i sapori e i profumi di casa.
Per ulteriori informazioni
Graz Tourismus
Tel 0043 316 80750

Del Bimbo Fabrizio

domenica 22 maggio 2016

Un resort extralusso presto aperto a Castelfalfi



La società Inso sta realizzando per il colosso multinazionale Tui Ag il resort extralusso nel borgo di  Castelfalfi, dove Roberto Benigni ha girato il film sul famoso burattino Pinocchio.  La commessa vale 15 milioni di euro. 

Attualmente nella Tenuta, che si trova nel Comune di Montaione, sono già aperti 48 appartamenti ristrutturati, 11 botteghe, il castello longobardo che ospita un ristorante e un wine bar, oltre a spazi polivalenti per eventi, meeting e banchetti. L'Hotel 5 stelle Wellness & Spa del Gruppo Tui sarà una albergo da 120 camere. Le aree dedicate al benessere occuperanno una superficie di circa 12.000 metri quadrati e sono composte da quattro edifici affacciati sullo scenario del golf e sulle terre della Tenuta.
La proprietà assicura che, per quanto riguarda il nuovo albergo, «dal punto di vista architettonico il progetto elaborato dallo studio Gpa Ingegneria spa crea una continuità con gli edifici esistenti e mitiga al massimo l'impatto ambientale. Il nuovo Hotel è essenza del glamour pacato con i suoi interni caldi ed accoglienti, colori naturali che puntano anzitutto a comunicare la natura del luogo, coniugando tradizione con rigore architettonico e vocazione alla modernità».L'intera struttura sara' completata in 14 mesi, quindi entro la fine del 2016 e verrà' inaugurata la prossima primavera. 
.La Tenuta di Castelfalfi è grande tre volte il Principato di Monaco: 1.100 ettari di terreno fertile in un angolo meno noto di Toscana che la multinazionale tedesca Tui Ag si propone di mettere al centro di flussi turistici internazionali di alto livello. Il mix su cui punta il business è la vicinanza a grandi città d'arte, come Firenze e Pisa, unita al fascino di una campagna segnata da uliveti millenari, filari di viti e bosco.
www.castelfalfi.com
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Fabrizio Del Bimbo

giovedì 19 maggio 2016

"La pazza gioia" di Paolo Virzì al cinema

"Siamo nate tristi” dice Donatella Morelli in La pazza gioia, nuovo film di Paolo Virzì scritto con Francesca Archibugi, appena uscito nelle sale italiane.


Donatella (Micaela Ramazzotti) e Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) sono due giovani donne ospiti di Villa Biondi, comunità terapeutica per donne con disturbi mentali. Due donne molto diverse tra loro.
Beatrice Morandini Valdirana è la proprietaria della villa dove risiede la comunità, un immobile – si sfoga Beatrice – che invece di donare al bene pubblico, i Morandini Valdirana potevano destinare a un resort di lusso con persone educate. Perché lei non sta male come loro, lei non è malata, rivendica. Lei è lì, ma potrebbe essere ovunque – “che stagione è? Estate?” chiede stordita a Donatella – e allora può andare da Pierluigi ad Ansedonia, il marito avvocato genio che l’adora. O da Renato, anche solo su una spiaggia, perché lui è povero. Povero ma pieno d’amore per lei, come il sacerdote che dice messa a Villa Biondi. Lo ripete all’infinito Beatrice: quanto la amano tutti, mentre scorre la rubrica del cellulare.
Invece Donatella Morelli è s cheletrica, tatuata, coi capelli tagliati male, mezza nuda. Lei non racconta niente di sé, ha un segreto che è il suo problema, la sua ossessione, e insieme il suo sogno. Come possono coincidere ossessione e sogno? Malattia e gioia?
È questo il dubbio incredibile su cui si basa il film, quasi impossibile da raccontare al cinema.
La pazza gioia dunque esplora lo spazio minuscolo dove basta un passo: avanti, e sei nella follia, dietro, e sei nella normalità. Un passo. Avanti e indietro, come fanno Donatella e Beatrice da Villa Biondi, prigione e isola felice al tempo stesso,
Tutti i confini sono incerti: pazzia e normalità, bontà e cattiveria. Dramma e commedia.Il limite è sottilissimo.
La pazza gioia è un film che ribalta le proporzioni di questo mondo, in cui  possiamo starci tutti.
Anche quando richiama Thelma e Louise, lo fa per prendere le misure: dove Thelma e Louise corrono sulle strade dell’America verso il Messico, Donatella e Beatrice sulla Provinciale verso Montecatini (“Montecatini è stupenda!” Esulta Beatrice). La correlazione funziona come rapporto fra sogno e realtà. Di quanto siamo infinitamente più piccoli, e ridicoli, e fragili. E lo sguardo del regista è sempre benevolo verso le miserie umane.
 Le protagoniste sono tutte ragazze, "siamo tutte ragazze. Nate tristi, ma anche felici, immensamente felici, a tratti, e poi di nuovo tristi, disperate, e di colpo piene di gioia, la pazza gioia. La ricerca finisce.


Fabrizio Del Bimbo

Una rarità di Cartier e sfavillio di gioielli importanti in esposizione alla Maison Bibelot di Firenze


Termina con un’ asta di rari  e importanti gioielli il  primo semestre 2016  che ha visto  la Maison Bibelot impegnata in alcuni eventi straordinari con aste a Firenze, Milano e Verona : dagli arredi di  Villa Piatti alla collezione di Disegni Antichi di Giulio Piatti ,dal’  esposizione fotografica al MIA Photo Fair  a Milano “Automobilia” a Verona con esiti ottimali .
Domani venerdì 27 maggio saranno battuti in asta da Elisabetta Mignoni  Amministratore Unico della casa d’aste , circa trecento lotti di  splendidi gioielli .Fra i gioielli più importanti un magnifico pendente decò in platino, zaffiro rettangolare non scaldato ct 75 e diamanti ct 6,50 corredato di certificato CISGEM  (valutazione   55.000,00,foto in allegato );bracciale in platino e diamanti Anni Trenta realizzato a maglie nove diamanti mezzo taglio per ct 8,5 , diamanti taglio a brillante rotondo e a baguette per ct 20 (valutazione  14.000,00,foto in allegato );anelli di Pomellato in oro, brillanti e quarzo e oro giallo con pavé di brillanti;di  Tiffany & Co, una originale collana in oro giallo .Importante presenza di orologi Rolex, Omega, Girard&Perregaux, Vacheron & Costantin, Zenith, Jaeger Le Coultre fra cui primeggia una vera rarità di Cartier, un pezzo davvero unico  composto da un splendido orologio da tavolo a forma di ciborio in oro giallo, diaspro giallo e diamanti Cartier,quadrante con numeri romani,  diamanti   taglio vecchio e a rosa ct 9 realizzato nel 1943 in unico esemplare su richiesta, corredato di certificazione di originalità Cartier , cm 25,2x10,4, meccanismo totalmente revisionato contenuto in scatola originale (valutazione 18.000,00,foto in allegato ).
Trentadue dei  lotti in asta  fanno parte di un’ eredità il cui ricavato sarà devoluto al’ Unione  Italiana Ciechi Firenze :  di questi, oltre a orologi e monili in oro e diamanti,  segnaliamo un anello a fascia in oro bianco e diamanti, diamante centrale taglio a brillante rotondo ct 0,80 circa, laterali ct 1,40 circa complessivi, g 9,5( valutazione 2000,00 foto in allegato) .
Durante l’esposizione verrà effettuata anche una vendita diretta, “ Déballage”, di piccoli arredi,dipinti, oggetti d’arte e molte curiosità .
Catalogo on line 
Esposizione sabato 21,domenica 22,lunedì 23 maggio  orario 10-13 e 15-19
Asta giovedì 26 maggio ore 16:00
Del Bimbo Fabrizio

Prossimi appuntamenti al TEATRO VERDI di Firenze

    

Inizia sabato 21 e domenica 22 maggio ore 20,45
ROSARIO FIORELLO
L'ORA DEL ROSARIO
regia Giampiero Solari
Dopo il grande successo del tutto esaurito per le 4 date di Novembre 2015 , torna al TEATRO VERDI Rosario Fiorello con  L’ORA DEL ROSARIO, il suo  nuovo spettacolo che, come lui stesso ha dichiarato, sarà analogico, fatto di puro intrattenimento.

Prosegue martedi 24 maggio ore 20,45
UTO UGHI e Bruno Canino
Lo straordinario talento del violinista  Uto Ughi, insieme alla capacità interpretativa del pianista Bruno Canino daranno vita ad un programma che prevede alcune delle partiture più emblematiche della musica barocca e romantica.
 
CAVEMAN l'uomo delle caverne di MAURIZIO COLOMBI
martedi 15 novembre  ore 20,45
Teatro Puccini
PER INFO www.teatroverdionline.it  
Del Bimbo Fabrizio

Ti porto al museo: ecco le prossime “fermate” a Prato

. Info: www.casedellamemoria.it

Ti porto al Museo E' una nuova opportunità per scoprire i musei di Prato a bordo del bus. Prosegue il programma museale promosso dalla Provincia di Prato, dai musei cittadini e dalla Regione Toscana, per portare i cittadini alla scoperta delle sedi museali del territorio.
Per il 21 maggio, nell’ambito del programma di “Amico Museo” promosso dalla Regione Toscana, è in programma una visita guidata a due case della memoria del territorio pratese: la Casa Museo Leonetto Tintori a Figline di Prato e il Museo della Badia di Vaiano, Casa della Memoria dello scrittore Agnolo Firenzuola, abate del monastero dal 1538 al 1543. Entrambe sono socie dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. Con la navetta gratuita che partirà da Prato alle 15 (orari e fermate www.prato.tiportoalmuseo.it) si raggiungeranno le due case per la visita guidata gratuita e il successivo ritorno a Prato. Nel dettaglio, alle 15:30 si svolgerà la visita del Museo della Badia di Vaiano e alle 17:30 circa quella di Casa Tintori (biglietto d’ingresso a Casa Tintori).
Inoltre, sabato 4 giugno, in occasione della “Medicea Bici Storiche”, la rete “Ti Porto al Museo” organizza un’altra visita guidata al Museo e alla Badia di Vaiano, millenario complesso monastico di epoca alto medievale immerso nella verde cornice della Val di Bisenzio e appartenuto ai monaci Benedettini Vallombrosani. Reperti archeologici e arredi dell’antico monastero illustrano la vita quotidiana dei monaci e la loro funzione religiosa, economica e sociale nel territorio. Casa della Memoria dello scrittore e poeta Agnolo Firenzuola, abate del monastero dal 1538 al 1543, la Badia ospita nell’ala sud il museo, con l’appartamento dell’abate, la cappella e lo scrittoio decorati nel XVIII secolo. Il complesso si articola intorno al chiostro, da cui si accedeva alla sala capitolare, alla camarlingheria (per il monaco che riscuoteva i fitti, il camarlingo) e al refettorio. Al piano superiore erano situati i dormitori dei monaci e i magazzini, al riparo dalle frequenti inondazioni. Gli ampi corridoi, ricavati dal tamponamento dei loggiati del chiostro, e molti ambienti del monastero conservano interessanti decorazioni con prospettive architettoniche a trompe l’oeil, stemmi celebrativi e paesaggi d’invenzione. Gli scavi archeologici testimoniano in origine la presenza di numerose tombe longobarde sotto la chiesa, di una delle quali è possibile vedere i resti nel percorso visita del Museo. Visibili anche alcune vasche trecentesche che costituivano la gualchiera del monastero, dove venivano rifiniti i panni di lana dopo la lavorazione tessile.
L’autobus gratuito di “Ti Porto al Museo” partirà da Prato sabato 4 giugno alle 15:30. L’appuntamento è alla fermata di via Galilei, nei pressi del gazebo di Bisenzia. La Badia è raggiungibile anche in bicicletta, attraverso i numerosi percorsi immersi nel verde paesaggio della Val di Bisenzio. Il rientro a Prato è previsto per le ore 18:00 circa.
Infine, sempre con bus gratuito e nell’ambito del programma di “Ti porto al Museo”, l’11 giugno con partenza alle ore 15 è prevista la visita di Casa Tintori e del Museo Soffici di Poggio a Caiano.
Del Bimbo Fabrizio


martedì 17 maggio 2016

La vera vacanza all'aria aperta è a Marina di Ravenna

Oltre 100 anni fa in riva all'Adriatico, a circa 10 km a nord-est di Ravenna, nasceva Marina di Ravenna si raggiunge attraverso un prolungamento della statale n° 67. Situata a sud del porto canale, è la prima stazione balneare della riviera ravennate e dispone di una organizzazione turistico-alberghiera collaudata d'esperienza e tradizione. Marina di Ravenna si dedica al turismo sin dagli anni '30 del secolo scorso. Oggi  è una località dinamica e di tendenza, con locali e stabilimenti balneari che richiamano giovani da tutte la regione. Vi sono viali ampi immersi nel verde, belle ville circondate da parchi, alberghi e ristoranti molto apprezzati per la cucina del pesce, secondo una tradizione marinara ancora ben viva. Il grande e sicuro porticciolo,  la larga spiaggia sabbiosa, servita da moderne attrezzature balneari, hanno fatto di Marina di Ravenna una località di grande richiamo turistico.

 Spiaggia a Marina di Ravenna

La vacanza qui è rigorosamente all'aria aperta, a stretto contatto con la natura. E se si vuole vivere appieno  questa esperienza si consiglia di alloggiare non in un hotel, ma in uno dei camping che costellano questo lido. Per esempio il Parco vacanze Rivaverde,  che sorge in una verde pineta a  pochi passi dal mare. L'ampia spiaggia sabbiosa e un mare sempre tranquillo sono meta ideale per grandi e piccoli amanti del mare, dove è possibile praticare la pesca, il surf e la vela.  Qui non manca nulla: bar, ristorante,  minimarket, parco giochi, piscina, area per attività sportive e programmi di animazione.Per i suoi ospiti, il Parco Vacanze Rivaverde predispone soggiorni arricchiti con un'ampia gamma di attività e servizi come escursioni a piedi, in bicicletta, a cavallo, in canoa, alla scoperta del patrimonio ambientale-naturalistico ravennate, nelle valli e nelle zone umide. Tra gli sport che è possibile praticare figurano tennis, calcetto, beach-volley, basket.

 Battistero degli Ariani

Per chi ama arte e cultura sono previste visite guidate al patrimonio artistico di Ravenna e delle città limitrofe E ancora escursioni a Mirabilandia, Acquafan, Italia in miniatura, serate danzanti, balli latino-americani, mini-club, risveglio muscolare in riva al mare, giochi e tornei. Praticamente non si sta fermi un minuto...A Ravenna da non perdere una visita al Battistero degli Ariani, a San Vitale e al Mausoleo di Galla Placidia, monumenti ricchi di stupendi mosaici.L'esperienza in canoa, guidati da un esperto di flora e fauna, è veramente affadcinante: immersi nel silenzio della pialassa della Baiona, laguna salmastra tra il fiume Lamone e il porto canale Candiano, si può rilassarsi pagaiando in acque tranquille popolate solo da uccelli marini come gabbiani, garzette, cormorani e talvolta fenicotteri, ososservando sulle rive i vecchi capannidei pescatori, in uno dei qui si rifugiò anche Garibaldi. Anche il Villaggio del Sole a Marina Romea, all'interno del Parco del Delta del Po,  il Villaggio dei Pini e il Villaggio Pineta offrono opportunità di vacanza all'aria aperta simili a quelle del Parco  Vacanze Rivaverde.Info: www.gestionecampeggi.it


 Bungalow al Rivaverde

Fabrizio Del Bimbo

MARCO PREDIERI AL CESTELLO DI FIRENZE IN “Stasera vi parlo così”

Si rivolge in prima persona al pubblico, Marco Predieri, che chiuderà il prossimo fine settimana, sabato 21 maggio (ore 20,45) e domenica 22 (ore 16,45), la trentesima stagione del Teatro di Cestello, nell’Oltrarno fiorentino, con il debutto in anteprima nazionale del suo nuovo spettacolo.



Accompagnato in scena da Maria Rita Scibetta, da tre musicisti e da Bruno Maresca, l’attore e autore ha deciso di giocare con il proprio ruolo di “teatrante” che a dispetto di quanto possa pubblicamente apparire è spesso trapuntato di stress, insicurezze, egocentrismi e di speranze di successo, più che di successi  veri e propri … tanto da dover ricorrere, quando il gioco si fa duro, alle attenzione di un bravo specialista! “Vado in scena senza rete – scherza Marco – trascinando sullo stesso trapezio dei colleghi folli, come me. Questo spettacolo nasce sull’onda di un imprevisto, o meglio di un’emergenza reale, e si è trasformato in un curioso esperimento “clinico”. Fino a che punto può spingersi un non più imberbe capocomico, in un momento critico della propria vita e carriere, se viene di punto in bianco piantato in asso dalla sua prima attrice alla vigilia di un debutto importante?” I colpi di scena sono dietro l’angolo. “Chi fa questo mestiere, a qualsivoglia livello, ha talvolta una visione un po’ distorta della realtà che lo circonda e spesso non si accorge delle  distanze che lo separano dal resto del mondo. Non è raro per esempio che nella vita di tutti i giorni un attore si ponga di fronte a una persona incontrata per  la prima volta con lo stesso atteggiamento di chi sostiene un provino, o addirittura che si metta lui stesso a fare il provino al proprio ignaro interlocutore, ovviamente in modo del tutto inconscio. Sono partito da queste riflessioni per maltrattare il mio ego recitante, appoggiandomi sul sodalizio professionale e sulla consolidata amicizia con Maria Rita Scibetta alla quale ho chiesto un’inedita e distaccata consulenza psicologica. Vedrete”. Sul palco anche il cantante Antonio Improta, il tastierista Valerio Nardi e le chitarre di Daniele Belli. “Il musical è il mio sogno proibito, perché ancora non sono riuscito, e forse non ci riuscirò mai, a vincere la paura di cantare in pubblico. Qualcuno tanti  anni fa mi disse che sono stonato, così, quando iniziai a lavorare in teatro, presi lezioni di canto, per un paio d’anni almeno, ma non l’ho mai detto a nessuno. Tuttavia per me intonare anche solo una nota in scena resta un tabù … così ho deciso di rivolgermi a un alterego cantante!”.
Pre informazioni e prenotazioni 055.294609 – prenotazioni@teatrocestello.it 
Del Bimbo Fabrizio

Concorso “Il fuoco dentro. Oriana e Firenze”

Ieri lunedì 16 maggio nella sede dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze in Via Orsanmichele, n.4, si è svolta la premiazione del concorso denominato “Il fuoco dentro. Oriana e Firenze”.



Il progetto, promosso dal Consolato Onorario della Repubblica del Perù presso la Repubblica di San Marino, ha interessato gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che sono stati invitati alla realizzazione di una tesina scritto-grafica (incisione, puntasecca, acquaforte) che elaborasse il pensiero di Oriana Fallaci così come viene illustrato nel volume “Il fuoco dentro. Oriana e Firenze”, libro scritto dall’On. Sen. Riccardo Nencini, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (Polistampa, Mauro Pagliai Editore). L’iniziativa ed il premio traggono ispirazione proprio dal libro che, con delicatezza, riporta testimonianze e documenti inediti al fine di “raccontare” Oriana Fallaci ed il suo rapporto con Firenze, frammenti della sua vita da adolescente fino agli anni della guerra e della liberazione ed il rapporto tempestoso, “di fuoco”, appunto, con la sua città natale.
Alla presenza del Console Generale A.H. della Repubblica del Perù presso la Repubblica di San Marino, Prof. Giorgio Fiorenza, del Console Generale del Perù in Italia,  Orlando Velorio Perez, della Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Prof.ssa Cristina Acidini, dell’On. Sen. Riccardo Nencini, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di Cristina Giachi, Vicesindaco e Assessore all’Educazione, Università e ricerca del Comune di Firenze, del Prof. Domenico Viggiano, Coordinatore scientifico dell’iniziativa e Segretario Generale dell’Accademia delle Arti del Disegno e del Prof. Giandomenico Semeraro, Vicedirettore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, sono stati comunicati i nomi dei vincitori e le opere prescelte che si sono aggiudicate i rispettivi premi. Il vincitore è Alessio Indraccolo, a cui viene assegnata una borsa di studio dell’importo di € 750,00, il 2° premio a Luis Eduardo Pardo Silva, a cui viene assegnata una borsa di studio dell’importo di € 500,00, il 3° premio a Elena Shaposhnikova cui viene assegnata una borsa di studio dell’importo di € 250,00.

Lunedì 6 giugno alle ore 17.00, tutte le opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che hanno partecipato al concorso saranno protagoniste di un’asta benefica che si svolgerà presso la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno in via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco.
In tale occasione, il Consolato Onorario della Repubblica del Perù presso la Repubblica di San Marino devolverà l’intero ricavato dell’asta, diviso in parti uguali, a favore dell’A.T.C.R.U.P. Onlus, Associazione Toscana Cura e Riabilitazione Ustioni Pediatriche presso l’Ospedale Meyer di Firenze e dell’Associazione VOA VOA Onlus Amici di Sofia.
Al concorso hanno aderito 40 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che hanno presentato i loro elaborati inediti; tra questi, le 3 opere vincitrici sono da oggi esposte nella “Saletta delle Esposizioni” degli Accademici presso l’Accademia delle Arti del Disegno in Via Orsanmichele n.4.
Dal 1° al 10 giugno 2016, tutti le opere presentate per il concorso, saranno esposte presso la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno in via Ricasoli n.68, angolo Piazza San Marco.
Al Prof. Domenico Viggiano è stato assegnato un Premio speciale da parte del Console Generale A.H. della Repubblica del Perù, Dott. Giorgio Fiorenza. Il premio è stato consegnato dall’On. Sen. Riccardo Nencini, e riporta la seguente motivazione: “Per la collaborazione fornita con la passione dell’artista, il rigore del docente e l’amore per le “sue” Accademie”.

Del Bimbo Fabrizio
 
 

sabato 14 maggio 2016

BITCH BOXER di CHARLOTTE JOSEPHINE

BITCH BOXER
di CHARLOTTE JOSEPHINE
regia EDOARDO ZUCCHETTI
con CAROLINA PEZZINI
ore 21,15 di
MERCOLEDI 18,  GIOVEDI 19,  SABATO 21  e  DOMENICA 22 MAGGIO
INFO QUI:
Box Office Via delle Vecchie Carceri 1– Firenze Tel (+39) 055-21.08.04 lunedì/venerdì ore 10.00.00-19.00 - sabato ore 10.00-14.00
Circuito Regionale Box Office Lista completa degli oltre 100 Punti vendita su www.boxofficetoscana.it
Arena Pugilistica AMICI MIEI
La messa in scena da parte di alcuni giovani fiorentini sarà allestita nell'Arena Pugilistica  AMICI MIEI,  uno spazio polifunzionale della struttura Mandela Forum con una capienza di circa 90 posti ( per chi conosce il "Palasport" è l'area sotto la gradinata detta fagiolo, mai utilizzata fino ad oggi per ospitare spettacoli) chiamata così perché fu la location in cui Mario Monicelli girò "il regolamento di conti con i Marsigliesi" nel primo film, Amici Miei. 
Lo spettacolo
In una palestra di periferia una ventenne si prepara per l'ultimo match di qualificazione per le Olimpiadi. Il ritmo della corda, sottofondo sonoro della sua vita scandisce i suoi ricordi
: l'abbandono della madre, la perdita del padre, un amore irrisolto, la vita nel sobborgo maschilista dove lei, tenero maschiaccio, combatte quotidianamente i pregiudizi che ostacolano la sua strada verso il sogno olimpico.
Edoardo Zucchetti
Giovane e promettente regista fiorentino, ha collaborato come assistente di grandi nomi della lirica, della prosa e del cinema come Zeffirelli, Miller, Panici, Savelli, Avati, Howard e Terry Gilliam. 
Trova questo testo al Fringe Festival di Edimburgo, lo vede rappresentato al Soho Theatre di Londra e subito pensa di volerlo mettere in scena con l’attrice Carolina Pezzini, ventottenne Italo – Americana di Firenze formatasi presso il Teatro Metastasio.

Presentato in anteprima al Festival Intercity 2015 dove ha registrato un inaspettato sold out al quale è seguita la proposta di portarlo al Nelson Mandela Forum dove ha sede una delle più importanti palestre pugilistiche nazionali, casa del pluripremiato Leonard Bundu.



Del Bimbo Fabrizio




mercoledì 4 maggio 2016

Restaurate 2 grandi tele di Giovanni Balducci (1560-1631),

E' stata presentata ieri nella Sala delle Adunanze dell’Accademia delle Arti del Disegno in Via Orsanmichele, n. 4, a Firenze, è stato presentato il lungo e articolato restauro delle due grandi tele di Giovanni Balducci (1560-1631), prezioso documento pittorico rimastoci dell’arredo effimero degli imponenti apparati nuziali relativi al matrimonio del principe ereditario granducale Ferdinando de’ Medici, poi Ferdinando I, Granduca di Toscana, e la principessa Cristina di Lorena; nozze avvenute nel 1589 e che fecero cambiare aspetto, almeno per qualche tempo, alla cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Le due tele Cristo che cade sotto la Croce e il Compianto sul Cristo deposto furono rimosse da Gaetano Baccani negli anni quaranta dell’Ottocento e, a lungo tenute arrotolate, al momento del ritiro per farle sottoporre a restauro, si presentarono gravemente danneggiate dall’umidità e dalle precarie condizioni ambientali, con vaste perdite della superficie dipinta dovute ai molteplici spostamenti ed alla fragile natura della materia: una tempera a caseina di vacca su tela.
Affidate dall’Opera di Santa Maria del Fiore allo Studio Granchi, sono state oggetto di un lungo e minuzioso restauro, che è stato illustrato nel corso della presentazione.
Sono intervenuti Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, già Soprintendente del Polo Museale e profonda studiosa dei cicli pittorici della Cupola di S. Maria del Fiore, Mons. Timothy Verdon, Direttore del Museo dell’Opera del Duomo di cui ha promosso e seguito il nuovo spettacolare allestimento, Bruno Santi, Consigliere per i restauri dell’Opera del Duomo e già Soprintendente dell’Opificio, Maria Matilde Simari, Funzionario storico dell’arte delle Gallerie degli Uffizi e Responsabile per la Soprintendenza del complesso del Duomo, Beatrice Agostini Architetto Responsabile del restauro e della manutenzione dei monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore e che ha seguito tutti i restauri per il nuovo Museo e Andrea e Giacomo Granchi dello Studio Granchi Restauri che hanno illustrato ai presenti, attraverso le immagini, il lungo intervento condiviso dalla Commissione dell’Opera e dall’alta sorveglianza da parte della Soprintendenza.
Il processo di restauro ha previsto anche alcune metodologie inedite, messe in atto nel corso dei lavori e volte a rispondere specificamente alle condizioni delle due tele.
La loro collocazione nel Museo dell’Opera del Duomo, che ha conosciuto un pressoché completo riordinamento e riallestimento, è stata opportunamente individuata nella zona detta “Galleria dei Modelli”, che ospita le proposte per la facciata del Duomo realizzate in legno da vari autori dalla fine del Cinquecento, dopo la data del 1587, anno in cui fu demolita la parte della facciata arnolfiana.
Per ulteriori informazioni
Accademia delle Arti del Disegno

Via Orsanmichele, n. 4, 50123, Firenze

www.aadfi.it
Telefono: 055 219642

@aadfi.it

Del Bimbo Fabrizio