mercoledì 10 marzo 2010

Giotto in Santa Croce a Firenze

GIOTTO IN SANTA CROCE: STRAORDINARIO RISULTATO DELLE INDAGINI ALLE PITTURE MURALI NELLA CAPPELLA PERUZZI CAMBIERA’ IL CORSO DEGLI STUDI SUL MAESTRO.
VOLUMI, DISEGNI E DECORI DEL MAESTRO SONO VISIBILI A DISTANZA DI SECOLI.
A distanza di secoli appaiono, rivelandosi per la prima volta ai nostri occhi, volumi, decori e disegni che costituiscono buona parte dell’opera giottesca nella Cappella Peruzzi della Basilica di Santa Croce.
Dalla proficua collaborazione fra l’Opera di Santa Croce, l’Opificio delle Pietre Dure e la Getty Foundation di Los Angeles scaturisce la straordinaria scoperta riguardante le pitture murali di Giotto nella Cappella adiacente l’altare maggiore.
La campagna diagnostica cui è stata sottoposta la Cappella Peruzzi ha ottenuto sorprendenti, quanto fondamentali e ragguardevoli, risultati che cambieranno il corso degli studi su Giotto.
Là dove, oggi, l’occhio umano nulla o quasi può vedere, le lampade UV svelano la grandiosità delle composizioni riguardanti le storie di San Giovanni Battista (parete di sinistra) e di San Giovanni Evangelista (parete di destra), basati su una composizione che esalta la monumentalità delle architetture, i preziosi scenari e la gravità delle figure, caratterizzate da solida semplicità e classicità dei gesti.

La straordinaria costruzione dei volumi, i ricchi panneggi e i decori sontuosi delle vesti, preziosi particolari delle architetture, oggetti cerimoniali e decorativi, volti che tornano leggibili, posture segnate da sorprendente naturalismo, sono le meraviglie dell’arte giottesca apparse alla luce degli UV ai ricercatori e restauratori. Il cantiere è aperto, infatti, per indagini diagnostiche condotte dall’Opificio delle Pietre Dure e co-finanziate da The Getty Foundation, dall’Opera di Santa Croce e dallo stesso Opificio.



L’immagine delle pitture, molto simili a come erano in origine, surreale quanto suggestiva e preziosa per le novità di studio e le ricerche su Giotto che possono scaturirne, si svela mostrando in alta percentuale ciò che, pur perduto per sempre, ritorna per un coinvolgente attimo nel presente.



Giotto nella Cappella Peruzzi dipinge a secco ed è proprio per questo che oggi è possibile vedere ciò che non è più visibile sulla superficie pittorica. I raggi ultravioletti catturando la materia organica (i leganti con cui si componevano i colori: tempera a uovo, caseina o olio) ricompongono nello spazio immateriale della luce i molti e sorprendenti particolari pittorici e compositivi.

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