sabato 22 febbraio 2014

Alla Pergola di Firenze in programma 'Operette morali' di Giacomo Leopardi

Iniziano martedì 25 febbraio e fino a domenica 2 marzo 2014 FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO OPERETTE MORALI di Giacomo Leopardi
con (in ordine alfabetico): Renato Carpentieri, Victor Capello, Roberto De Francesco, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Barbara Valmorin adattamento e regia Mario Martone Inoltre giovedì 27 febbraio, ore 18.00 La compagnia incontra il pubblico. Ingresso libero Ironico, arguto, sorprendentemente contemporaneo. Questo è Leopardi secondo Mario Martone, che - già regista della pellicola Noi Credevamo e in questi giorni al montaggio del film biografico sul poeta recanatese - continua il suo viaggio nell’800 italiano. Martone da un capolavoro della letteratura italiana trae uno degli spettacoli teatrali di maggior successo degli ultimi anni Operette morali (Premio Ubu per il teatro 2011 e Premio La Ginestra 2011 per la miglior regia, Premio dello spettatore 2012 Teatri di Vita di Bologna) frutto dell’adattamento a quattro mani, con Ippolita di Majo, di 16 quadri tratti dall’opera che Leopardi scrisse tra il 1824 e il 1832. Alla vigilia del successo delle repliche di New York ad ottobre Martone ha riconfermato la necessità di portare in scena e al cinema un autore come Leopardi: ”Oggi è l’alba di Leopardi, soltanto ora ricomincia a parlarci. E ci parla di questioni fondamentali della vita: il rapporto con la natura e con la scienza, la ricerca della felicità e il valore delle illusioni. E’ un artista profetico, come Pasolini, e per questo entrambi continuano ad affascinare le nuove generazioni: hanno il coraggio di mettersi in gioco in ogni frase.” Sbarcano sulla scena, i temi più profondi del poeta, ma in una lingua e con una struttura viva e moderna più simile alla commedia che al teatro classico. Sullo sfondo di una scenografia immaginata dal grande artista Mimmo Paladino come una proiezione onirica in continua trasformazione, i nove attori che interpretano quaranta ruoli sono presenze rubate alla casa del poeta e danno voce e volto a quei dialoghi che dopo oltre un secolo svelano la loro natura teatrale. La musica per il Coro di morti porta la firma del compositore Giorgio Battistelli, prezioso completamento di un cast d’eccezione, le sonorità sono elaborate da Hubert Westkemper e le luci sono di Pasquale Mari. Nella raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che compongono le Operette troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria. I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione. Le Operette rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo? Del Bimbo Fabrizio

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