Fino al 3 febbraio 2013 in mostra L'ALCHIMIA E LE ARTI . La Fonderia degli Uffizi da Laboratorio a stanza delle meraviglie,
che permette un’analisi – attraverso sessanta opere (dipinti, sculture,
incisioni, codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a
stampa illustrati) – di alcuni aspetti della passione dei sovrani
medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento. L’esposizione è ideata
dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli
Uffizi e curata da Valentina Conticelli. L’ALCHIMIA E LE ARTI è parte
del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione
del museo fiorentino poco noti al grande pubblico. Secondo Cristina
Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino “questa mostra
all’incrocio fra arte e scienza, magia e tecnologia, evoca un elegante
fantasma mediceo, quello della Fonderia”. Ufficio Stampa CLP Relazioni
Pubbliche.
Fu Cosimo I a stabilire la prima fonderia in Palazzo Vecchio e dei
suoi interessi per l’alchimia resta una vivida testimonianza in alcuni
manoscritti redatti da personaggi della sua corte. Con suo figlio
Francesco I, il laboratorio fu trasferito nel Casino di San Marco, dove
artisti, artigiani, distillatori e alchimisti poterono sperimentare,
oltre a segreti farmaceutici, anche ricette per la porcellana, per la
fusione del cristallo di rocca, per la lavorazione del vetro, della
maiolica e del porfido.
In seguito, a partire dal 1586 e per circa duecento anni, l’officina
di distillazione di medicinali ebbe sede agli Uffizi nei pressi
dell’attuale stanza dove per decenni è stato esposto il Tondo Doni. Come
commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “quando agli Uffizi
s’entra nel giro di sale che vanno da Michelangelo a Tiziano, da
Veronese ai lombardi del Cinquecento, nessuno pensa mai che in queste
stanze medesime s’esercitava in antico l’alchimia, si studiavano con
piglio da maghi i fenomeni naturali, ci s’inventavano farmaci che si
gabellavano prodigiosi. Ecco, l’esposizione di questo Natale 2012 farà
conoscere ai suoi visitatori aspetti e vicende degli Uffizi ai loro
esordi, quando i dipinti, i marmi e tutto quanto v’era esibito,
costituivano solo una faccia dei molteplici interessi intellettuali e
culturali dei Medici”.
La fonderia fu trasferita in questi ambienti da Francesco I che
nutriva per l’arte alchemica una forte passione attestata dal racconto
stupito di prestigiosi visitatori e riflessa in alcuni dipinti del suo
celeberrimo Studiolo di Palazzo Vecchio. In mostra s’incontreranno
manoscritti alchemici legati a Cosimo e Francesco I, un ritratto di
quest’ultimo eseguito in porcellana – secondo la ricetta elaborata nella
sua fonderia – e, tra gli altri, un testo a stampa del medico Leonhard
Thurneysser impreziosito da incisioni acquerellate. Thurneysser fu mago,
astrologo e ciarlatano e condusse per il cardinale Ferdinando un
celebre esperimento di trasmutazione di un chiodo di ferro di cavallo in
oro, citato da tutti i visitatori stranieri della Galleria nei secoli
successivi.
Anche nella decorazione a grottesca del corridoio di levante della
Galleria degli Uffizi, eseguita da Antonio Tempesta e Alessandro Allori e
bottega nel 1581, si trovano tracce di questi interessi. La volta
numero tredici è infatti interamente dedicata alla distillazione e
anticipa di qualche anno l’apertura della “fonderia nuova” degli Uffizi
avvenuta nel 1586.
Nel Seicento l’officina degli Uffizi era celeberrima per la sua
produzione farmaceutica che continuò fino a oltre la metà del XVIII
secolo: i suoi rimedi venivano donati dal granduca in preziosi cofanetti
d’ebano ai nobili e ai sovrani di tutta Europa, del Medio Oriente e
persino delle Americhe. A quell’epoca oltre ai grandi strumenti per la
distillazione, a moltissimi rimedi e innumerevoli ampolle, un’importante
raccolta di rarità naturali di origine animale e vegetale
caratterizzava gli spazi della fonderia che era allestita come una vera e
propria stanza delle meraviglie.
Vi si trovava anche un ambiente interamente dedicato ai pesci e alle
“cose impietrite” (fossili e conchiglie), dove furono accolte diverse
mummie egiziane – che pure servivano per la preparazione delle medicine –
donate al granduca nel 1643.
In mostra sarà presente un raro cofanetto di rimedi della Fonderia
degli Uffizi, conservato al Museo dell’Accademia di storia dell’arte
sanitaria di Roma, un singolare codice plumbeo di alchimia dell’Archivio
di Stato di Firenze, alcuni animali tassidermizzati provenienti dal
Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e il sarcofago di
una delle mummie della Fonderia degli Uffizi riscoperto nei depositi del
Museo Archeologico di Firenze.
Accompagna l’esposizione, un catalogo, edito da Sillabe, con
contributi sull’argomento di Valentina Conticelli, Fausto Barbagli e
Gaspare Baggieri.-
L’ALCHIMIA E LE ARTI. La Fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie
Firenze, Galleria degli Uffizi – Sala delle Reali Poste
Fino al 3 febbraio 2013
Orari: da martedì a domenica, ore 8,15-18,50.
Chiusura: tutti i lunedì, Natale, Capodanno.
Biglietto d’ingresso alla Galleria Uffizi: intero: € 6,50 – ridotto € 3,25 (Ingresso dal cortile degli Uffizi)
Informazioni: tel. (+39) 055 285610 – (+39) 055 2646456 info@amicidegliuffizi.it
Catalogo: Sillabe
Fabrizio Del Bimbo
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