mercoledì 11 dicembre 2013

Museo Bellini un tesoro di Firenze


Questa è la storia della Galleria prima, e del “Museo” più recentemente, si mescola ed è un tutt’uno, da sempre, con la storia e il destino della mia famiglia.
Comincerei a ricordare, senza partire da troppo lontano, l’anno 1921 quando la Galleria, sempre a Firenze, venne spostata da Via della Spada a Via Tornabuoni, il più bel salotto della città, e successivamente a Palazzo Ferroni, dove mio nonno Luigi, tra il 1935 e 1937 diede vita, con una lungimiranza rara, alla prima mostra di giovani artisti contemporanei come Sironi, De Chirico, Primo Conti, Martini: un gruppo di grandi artisti all’epoca poco considerati, direi quasi incompresi…personaggi geniali, che poi faranno la grande storia dell’arte moderna italiana.
Fu la mostra chiamata “Cento Futuristi” organizzata da mio nonno, che ne consacrò l’estremo amore per l’arte nella sua totalità: la Firenze bacchettona scrisse che lo voleva “bruciare come Savonarola”, per aver fatto conoscere ed aver dato risonanza mondiale ad artisti “pericolosi” come Marinetti, Boccioni, Balla… personaggi nutriti da una luce tale, da essere capaci di aprire una nuova epoca.
Con uno sguardo invece alle opere che formano la collezione, possiamo considerare tappa fondamentale, l’acquisizione della Collezione Pisa dell’ingegnere Luigi Pisa di Milano, uno dei più grossi collezionisti italiani di fine ’800; data la mole della vendita ciò avvenne in tre tappe: dal 1939 al 1943.
Sempre nel 1939 la Galleria si spostò e si stabilì a Palazzo Soderini, da qui nel tempo, passano e si innamorano dell’arte personaggi importantissimi della storia, come Paul Getty, Ronald Reagan, la famiglia Ranieri di Monaco, Sofia Loren, Federico Zeri, Bernard Berenson, grandi industriali, presidenti e regnanti, intellettuali collezionisti, tutti rigorosamente considerati non “clienti”, ma Amici, con cui rapportarsi e arricchirsi vicendevolmente, scambiare esperienze e passioni. Sono state proprio queste amicizie che, in occasione della terribile alluvione che distrusse Firenze nel 1966, si attivarono, coordinate da mia madre Dodina, per portare talmente tanti aiuti ai fiorentini, che i più anziani ancora se lo ricordano!
Il Museo è stato anche la sede del Comitato “Come era Dove era” per la ricostruzione del Ponte Santa Trinita, distrutto dalla Guerra.
E’ partita sempre da qui, nel 1959 la prima, e dico prima in assoluto “Mostra Mercato Internazionale”. Era la prima volta che si riunivano in un luogo magico come Palazzo Strozzi, antiquari provenienti da tutto il mondo; evento che coinvolse una massa di pubblico a dir poco incredibile, tanto che, come raccontava mia madre, gli antiquari ogni giorno dovevano ricostruire lo stand, poiché gli oggetti venivano acquistati tutti subito, a volte ancor prima di poterlo aprire. Infatti molti degli espositori stranieri si trovavano in difficoltà non avendo più pezzi, e si arrangiavano commissionandoli ad altri. Fu un momento importantissimo, perché era stata aperta la strada delle “Mostre Mercato”.
Nel 1976, partì dal Museo, per arrivare nella città di Assisi, una delle più grandi mostre di arte moderna: 400 opere dei grandi artisti Henry Moore, Emilio Greco, Giacomo Manzù e Lipchitz. Me la ricordo molto bene, fu un successo di pubblico, personale e di critica epocale, una delle mie più grandi soddisfazioni.
Dando uno sguardo invece a tempi più recenti, non possiamo non ricordare le grandi mostre sul Rinascimento italiano che abbiamo portato nelle principali città cinesi: per la prima volta, decine e decine di milioni di persone, osservavano, con estrema curiosità e stupore, Cristi e Madonne rinascimentali, per loro ancora quasi sconosciute. Per chi viene e vive a Firenze questo è un appuntamento imperdibile.
Del Bimbo Fabrizio

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