domenica 22 giugno 2014

La fortuna dei primitivi alla Galleria dell'Accademia

Un mese di giugno molto intenso a Firenze per le mostre di Un anno ad arte 2014.
 Dal 24 giugno  è la volta del fenomeno culturale che riguarda la storia del gusto e del collezionismo in Italia tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento: alla Galleria dell’Accademia, dal 24 giugno all’8 dicembre 2014, arriva la mostra La fortuna dei primitivi. Tesori dell’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento, la prima rassegna dedicata all’argomento nel suo complesso.

Il percorso propone un punto critico-bibliografico su questo importante fenomeno che, tra l’altro, esercitò una rilevante influenza diretta sulla formazione delle grandi raccolte d’arte pubbliche nei maggiori paesi europei. Partendo dal fondamentale contributo di Giovanni Previtali (La fortuna dei primitivi. Dal Vasari ai Neoclassici, Torino, 1964), pubblicato 50 anni fa, il comitato scientifico della mostra, composto da storici dell’arte, del collezionismo e della critica d’arte, approfondisce questo tema fino ad oggi piuttosto trascurato.

Dai pionieristici studi di Venturi, Previtali, Haskell e Pomian sono stati compiuti fino a oggi significativi progressi, e i tempi sono oramai maturi per ragionare su tale fenomeno e soprattutto su coloro che collezionarono con una certa sistematicità (non solo quindi occasionalmente) i primitivi, e non ultimo su quanti si lavorarono per procurare queste tavole e preziosi fondi oro (mercanti, agenti, procacciatori, restauratori).

Firenze è il luogo ideale per una simile mostra, soprattutto per la ricchezza che l’area tosco-fiorentina ha avuto, storicamente, nella produzione di opere trecentesche e quattrocentesche: quasi tutte le raccolte di primitivi vantavano infatti opere provenienti da questa area geografica.

La mostra racconta anche le principali personalità che agirono in prima linea in questo recupero: esponenti della chiesa (dai semplici abati ai più potenti cardinali), ma anche nobiluomini, oltre a personaggi eruditi i quali non si sottrassero al sensibile richiamo di quelle fragili e preziose testimonianze artistiche.

Nelle sale saranno esposte pitture, sculture, oggetti di arte suntuaria e codici miniati appartenuti alle collezioni di Francesco Raimondo Adami, Stefano Borgia, Angelo Maria Bandini, Alexis-François Artaud de Montor, Joseph Fesch, Teodoro Correr, Girolamo Ascanio Molin, Alfonso Tacoli Canacci, Sebastiano Zucchetti, Anton Francesco Gori, Agostino Mariotti, Matteo Luigi Canonici, Giuseppe Ciaccheri, Tommaso degli Obizzi, Gabriello Riccardi, Giovan Francesco De Rossi, Guglielmo Libri, per citare solo i nomi più noti.

Un dialogo che accompagnerà il visitatore in una sorta di passeggiata ideale nell’Italia collezionistica della fine del XVIII e degli inizi del XIX secolo, invitandolo a confronti visivi stringenti, nel tentativo di cogliere il gusto, l’occhio e la sensibilità estetica dei diversi collezionisti, le cui raccolte sono poste per la prima volta a confronto.

Accanto alle pitture, che costituirono all’epoca il principale interesse dei collezionisti, ci sono altre sezioni legate alla miniatura e alla scultura, che testimoniano in tal modo la circolarità degli interessi di quanti si adoperarono, con atteggiamento pioneristico, nel tentativo di salvaguardare queste testimonianze, quotidianamente minacciate dal rischio della distruzione o dell’abbandono.

Tra gli artisti in mostra il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Ambrogio Lorenzetti, Pietro da Rimini, il Beato Angelico, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia e Giovanni Bellini.
Informazioni utili:

• Firenze, Galleria dell’Accademia, via Bettino Ricasoli 60
• Dal 24 giugno all’8 dicembre 2014
• Orari: da martedì a domenica 8,15-18,50; chiuso il lunedì
• Biglietti: intero 6,50 euro, ridotto 3,25 euro

Fabrizio Del Bimbo

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