martedì 29 settembre 2009
Grande successo per la Biennale del cinquantenario
A soli due giorni dall'apertura della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze è stato registrato un incremento pari al 30% di pubblico, rispetto all' edizione precedente. All’interno del calendario degli appuntamenti si segnala la cerimonia di premiazione del dipinto e della scultura più bella, selezionate fra le numerose opere presentate dai 90 antiquari, che si terrà mercoledì 30 settembre, ore 16.00, a Palazzo Corsini.
Il premio per la scultura più bella è stato attribuito al modello per il Monumento al Papa Innocenzo XI Odescalchi di Pierre- Etienne Monnot (Orchamps-Vennes 1657 - Roma 1733) dello stand Trinity Fine Art Ltd, mentre quello per il dipinto più bello va al Cristo portato via dal Sinedrio di Luca Giordano (Napoli 1634-1705) dello stand La Pinacoteca di Napoli.
Il Modello per il Monumento al Papa Innocenzo XI Odescalchi trovato nello studio dello scultore a Roma al momento del suo decesso (1733) è stato esposto in seguito nel salone principale di Palazzo Odescalchi, Roma. L’opera realizzata a Roma nel 1697-8 è una terracotta dorata con struttura in legno intagliato, dorato e laccato a finto marmo. Al centro campeggia la figura del Papa seduto davanti ad una piramide, ai lati sono disposte due figure allegoriche della Fede e della Fortezza, al centro una placca raffigurante la “Vittoria all’Assedio di Vienna”, uno degli eventi più significativi del suo pontificato.
L’artista Pierre- Etienne Monnot giunge a Roma intorno al 1687, molto presto viene in contatto con Livio Odescalchi che per vent’anni sarà il suo più importante committente romano. Lavorava per varie chiese fra le quali il Pantheon, Il Gesù, S. Maria delle Grazie e S. Maria del Popolo. Collaborava con Carlo Maratta per il progetto del monumento a Innocenzo XI in San Pietro, che viene finito nel 1700 ed inaugurato l’anno successivo. Monnot muore a Roma nel 1733.
Il premio per il dipinto più bello è stato conferito all’opera Cristo portato via dal Sinedrio di Luca Giordano, protagonista indiscusso della pittura napoletana del secondo Seicento, annoverato tra i principali esponenti della scena europea del secolo.
Artista straordinario a cui i contemporanei riconoscevano la capacità di stupire anche il pubblico più colto con la solerzia del suo fare, paragonabile a quella di un Tintoretto o di un Rubens, per l’impetuosità della pennellata, per la bellezza della materia pittorica e la libertà espressiva; tutti elementi che si ritrovano in Cristo portato via dal Sinedrio.
L’opera databile tra il 1659 ed il 60 narra l’episodio molto conosciuto, tratto dai vangeli di Marco, in particolare il momento in cui Gesù, portato dinanzi a Caifa, capo del Sinedrio, fu da questi interrogato: sei tu il Messia, il figlio di Dio” e Gesù rispose: tu lo hai detto. Nell’udire la risposta il sommo sacerdote si strappò le vesti e rivolto al Sinedrio fece condurre Gesù da Pilato.
Al centro del dipinto l’artista ritrae un cane, si tratta di un dettaglio non frequente nella produzione giordanesca. L’artista appare per la prima volta in un suo dipinto e viene posto in primo piano con una positura naturalissima, quasi a richiamare l’attenzione dello spettatore su di un personaggio seduto e messo quasi del tutto in ombra, a ben guardarlo si nota che esso inforca un paio di occhiali; forse un autoritratto dell’artista.
Giovedì 1 ottobre ritorna il premio Lorenzo d’oro per il cortometraggio di tema storico-artistico, che il Comitato organizzatore presieduto da Claudio Strinati assegnerà a Folco Quilici, per il complesso della sua opera cinematografico- documentaristica.
Nicoletta Curradi
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