Questa mostra di Fiesole ospiterà quaranta opere e si svolgerà nella Basilica di Sant’Alessandro
Comincia il 9 aprile fino al 30 maggio
“Antonio Manzi, custode di attimi” questo è il titolo della mostra che raccoglie a Fiesole le grandi ceramiche di Antonio Manzi con cui l’artista ha modificato, in profondità, il modo di concepire la scultura e la decorazione. L’esposizione, curata dal critico d’arte Stefano De Rosa, sarà ospitata nella Basilica di Sant’Alessandro dal 9 aprile (inaugurazione ore 17,30) fino al 30 maggio (a ingresso gratuito). La mostra ospiterà quaranta opere fra cui anche alcune sculture e affreschi realizzati con una tecnica unica. Per quest’occasione Manzi, il più grande artista vivente specializzato nella ceramica, ha eseguito un trittico in ceramica di grandi dimensioni, intitolato “Alba del mondo”, che sarà esposto sotto il catino absidale della chiesa.
La mostra differisce dalle tante altre realizzate dal maestro perché il suo cuore è costituito dal grande pannello di ceramica fatto appositamente per questa esposizione: “per la basilica di Sant’Alessandro ci voleva qualcosa di grandioso e così Manzi ha realizzato un capolavoro di 4 metri per 1, un’opera gigantesca e titanica che rappresenta Adamo ed Eva, l’amore e la natura dell’Eden”, ha spiegato De Rosa.
Le altre opere, in gran parte inedite, costituiscono un’antologia della sua produzione dell’ultimo ventennio: sculture, incisioni, pitture e ceramiche di straordinaria bellezza.
Nell'accozzo dei colori, nella bellezza delle forme, nell'accarezzarsi delle figure, nell'aggrovigliarsi dei corpi, l'artista esprime il suo tormento interiore ma anche la sua visione della vita. Si racconta e si mette a nudo. Le sue opere “gridano” ma nello stesso tempo ci parlano della “favola bella” dell'esistenza.
I soggetti che ritornano sono la coppia, nella dimensione di incantesimo, alla Chagall, ma anche in senso erotico, retaggio liberty e art nouveau: quella di Manzi, però, è sempre una appropriazione critica e dialettica degli stili altrui.
La forza del segno è il suo tratto distintivo, compiuto con un’estrema economia di mezzi con cui riesce a ricreare una realtà.
“Era il 1975 quando, appena ventiduenne, Antonio Manzi espose a Campi Bisenzio alla Galleria d'Arte Ariete. Da quel momento il legame tra l’artista e la città non si è mai interrotto. Nel 2007 è nato il Museo Antonio Manzi, grazie alla donazione dell’artista al Comune di Campi Bisenzio di 109 opere, esposte a Villa Rucellai: il museo suggella in questo modo il rapporto profondo tra Antonio Manzi e Campi Bisenzio. La mostra in collaborazione con il Comune di Fiesole è un altro, suggestivo ed importante passo compiuto insieme ad un artista che è soprattutto una bella persona”, sindaco di Campi Bisenzio Adriano Chini.
Fabrizio Del Bimbo
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