L’idea di un itinerario come corollario alle tre mostre dedicate a Giovanni da San Giovanni, Giovanni Martinelli e ai Concini, rispettivamente allestite a San Giovanni Valdarno, a Montevarchi e a Terranuova Bracciolini, prende le mosse da una capillare ricognizione del patrimonio seicentesco, mai fatta prima d’ora, nell’intera valle dell’Arno.
Sono state così individuate oltre cento opere, che vanno dalla fine del Cinquecento a tutto il Seicento, conservate nelle chiese e nei musei del territorio. Opere di grandi maestri - ma anche dipinti che aspettano di essere attribuiti alla luce degli ultimi studi - come Lodovico Cardi detto Il Cigoli, Francesco Curradi, Giovanni Mazzonni detto Giovanni da San Giovanni, Giovanni Martinelli, Gregorio Pagani, Simone Pignoni e Matteo Rosselli.
Sono state così individuate oltre cento opere, che vanno dalla fine del Cinquecento a tutto il Seicento, conservate nelle chiese e nei musei del territorio. Opere di grandi maestri - ma anche dipinti che aspettano di essere attribuiti alla luce degli ultimi studi - come Lodovico Cardi detto Il Cigoli, Francesco Curradi, Giovanni Mazzonni detto Giovanni da San Giovanni, Giovanni Martinelli, Gregorio Pagani, Simone Pignoni e Matteo Rosselli.
L’itinerario, curato dalla storica dell’arte Liletta Fornasari, restituisce un quadro completo del patrimonio seicentesco in Valdarno, in gran parte legato a compagnie religiose, a ordini monastici e conventuali, oltre che a singole personalità; mettendo così in evidenza le affinità o le differenze rispetto ai grandi centri limitrofi e la stretta dipendenza culturale con Firenze.
Punti focali dell’itinerario sono le “città nuove” di Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini, dove si concentrano committenze importanti, oltre che “cantieri” prestigiosi, connessi a episodi miracolosi, meta di molti pellegrini. Anche nei piccoli centri del Valdarno si riscontra la presenza di opere di grandi maestri, come, per esempio, lungo l’antica strada di Sette Ponti, a Castelfranco di Sopra, nell’Oratorio di San Filippo Neri, dove troviamo L’ Estasi di San Filippo Neri (1640) di Matteo Rosselli, grande caposcuola del Seicento fiorentino, oppure i Santi Pietro e Lucia (1675) di Simone Pignoni. A Loro Ciuffenna, sempre lungo l’antica strada Sette Ponti, nel Santuario della Madonna dell’Umiltà la Natività della Vergine di Matteo Rosselli.
Dall’altra parte dell’Arno, nella piccola chiesa di Massa, a Cavriglia, ancora un capolavoro di Matteo Rosselli:
Il Miracolo della Neve, legato alla storia della Compagnia intitolata alla Madonna della Neve e documentato nella chiesa dal 1621.
Nei tre centri maggiori di Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini sono concentrate il maggior numero di opere del Seicento. A Montevarchi, patria di Giovanni Martinelli, troviamo tra le altre, nella Collegiata di San Lorenzo, un’Adorazione dei Magi di Matteo Rosselli (1607), e una Madonna in gloria tra i santi Lorenzo e Macario di Giovanni Balducci detto il Cosci. Nei pressi di Montevarchi, nella piccola chiesa di Caposelvi, il bellissimo dipinto con il San Leonardo di Giovanni Martinelli.
A San Giovanni un ricco itinerario, accompagna la mostra “Quiete, Invenzione e Inquietudine. Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni” con opere di Giovanni Mannozzi detto Giovanni da San Giovanni, tra cui la stupenda Decollazione del Battista (1620) nel Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, dipinta nel 1620, uno dei quadri simbolo delle novità elaborate dall’artista all’aprirsi del secondo decennio del secolo, riflesso di un naturalismo caravaggesco mediato dalla tradizione fiorentina del disegno. Fanno parte dell’itinerario anche opere di Jacopo Ciacci, Annibale Niccolai, Vincenzo Ferrati, Gregorio Pagani, Giulio Parigi, Antonio Puglieschi, allievo di Pier Dandini, Giovanni Camillo Sagrestani e infine Felice Ficherelli detto il Riposo con Il Martirio di Santa Lucia, nella chiesa omonima.
A Terranuova Bracciolini fanno parte dell’itinerario due capolavori di Giovanni Martinelli: La Samaritana al Pozzo (in mostra a Montevarchi) e l’Annunciazione scoperta da poco e restaurata per l’occasione, entrambe nella Pieve di Santa Maria, quest’ultima proveniente dalla chiesa della piccola frazione di Traiana. L’Annunciazione sarà esposta, per la prima volta dopo il restauro, nella mostra I Concini Tra Mecenatismo e avventura in corso a Terranuova dal 2 aprile al 19 giugno. Il dipinto rappresenta uno straordinario “Arcangelo Gabriele, sospeso da terra fluttuante, che domina la scena: con la mano destra regge un ramo di gigli, bilanciando il gesto della mano sinistra che, alzata, saluta la Vergine. Maria ammutolita ed attonita, guarda l’annunziante, palesando la sua tensione, quasi una citazione mochiana”. In alto, tra le nuvole e gli angeli, Dio padre. La tela è purtroppo deturpata da una estesa bruciatura, che interessa in parte anche il volto della Vergine e in cui è riconoscibile la stessa modella usata per il dipinto della Samaritana al pozzo, sempre a Terranuova Bracciolini. Per il dipinto si propone una collocazione dopo il soggiorno romano e Il Miracolo della Mula, la prima opera conosciuta dell’artista. Sempre a Terranuova, nella Pieve di Santa Maria, un’Annunciazione di Francesco Curradi, datata 1616, un’opera attribuita dalla studiosa Liletta Fornasari, ad Astolfo Petrazzi la Madonna del Rosario tra i santi Domenico, Francesco, Carlo Borromeo (1616?). Infine due opere di Gregorio Pagani, Crocifissione con la Vergine tra i santi Bartolomeo e Agata, del 1593, conservata presso la chiesa di San Bartolomeo al Pozzo e Madonna con il Bambino e santi nella chiesa di San Michele in località le Ville.
L’itinerario è accompagnato da una guida cartacea (Edifir edizioni).
Le opere dell’Itinerario del “Seicento in Valdarno” sono presenti nei Comuni di Bucine, Castelfranco di Sopra, Cavriglia, Laterina, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Pergine Valdarno, Pian di Scò, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini.
Per informazioni:
www.museidelvaldarno.it
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