lunedì 3 giugno 2013

Giocare con la storia in Alto Adige

Per chi trascorre le vacanze in Ato Adige, una proposta interessante:  un nuovo modo di concepire e proporre la cultura agli ospiti. Soprattutto alle famiglie con bambini. Il Museo Archeologico dell'Alto Adige, dove è fra l'altro conservato Ötzi, la famosa mummia del Similaun, ha aperto (e rimarrà visitabile fino al 19 gennaio 2014) una mostra temporanea dal titolo “mysteriX. Reperti enigmatici dell'Alto Adige”. Sette ritrovamenti archeologici unici nel loro genere, dalla preistoria all'epoca romana, che consentono in modo davvero eccezionale ad adulti e bambini di vestire i panni dello scienziato, confrontandosi con strumenti e metodi propri degli studiosi. Nella prima ed esclusiva mostra archeologica per famiglie dell'Alto Adige, grandi e piccini hanno così l'opportunità di confrontarsi con la storia attraverso i cinque sensi, vivendo un'esperienza ludico-didattica. La mostra si compone di sette reperti originali portati alla luce in Alto Adige negli ultimi anni che pongono la scienza di fronte a un vero e proprio enigma: come venivano utilizzati? Che significato avevano? Cimentandosi nelle “indagini” il pubblico presente mette alla prova in prima persona i metodi dell'archeologia, scoprendo reperti a ogni stazione, operando confronti, formulando ipotesi e riesaminando i risultati, lavorando insomma come un vero scienziato quando cerca di scoprire il significato di un ritrovamento.
Sette, dicevamo, gli incredibili reperti. 1) Una chiave retica datata II secolo a.C. circa attorno a cui sono poste le domande: come era fatta veramente una serratura di quel periodo? Chi conservava le chiavi? 2) Delle pedine romane del I-IV secolo dopo Cristo che ci fanno capire come già a quel tempo adulti e bambini si dedicavano al gioco con entusiasmo. Ma quali erano le regole e a cosa si giocava? 3) Una stele del dio Mitra del III secolo dopo Cristo. Ed ecco le domande di mysteriX: Il mitraismo era elitario? Segreto? Chi vi era ammesso? 4) Una stele Patauner con iscrizioni retiche del V secolo a.C. che serve per interrogarsi e cercare di dare una risposta al significato che avevano (e che hanno) i simboli. 5) Tre pale di legno riesumate (insieme ad altre cento) da una palude in Valle Aurina. Ma chi e a quale scopo le ha fatte sprofondare? 6) Cista a cordoni del V secolo a.C. Domanda: quali tecniche utilizzavano gli artisti dell'antichità nel loro lavoro? 7) Alcune perle d'ambra del XIII secolo a.C. che suggeriscono l'ultimo quesito: come sono giunte fino in montagna queste perle che non possono assolutamente essere altoatesine?
Un'innovativa mostra si tiene anche a Castel Roncolo. "1336. l'anno della svolta" fa luce  su alcuni importanti aspetti storici che caratterizzarono e diedero un nuovo corso alla vita di Bolzano in epoca medievale. La mostra è allestita dal 3 maggio al 31 ottobre nella scenografica cornice del cosiddetto “maniero illustrato”: la residenza a pochi minuti dal capoluogo altoatesino, dove è conservato il ciclo di affreschi profani più grande e meglio conservato del periodo medievale. Motivo ispiratore del titolo la morte improvvisa, avvenuta proprio il 13 gennaio 1363 dopo aver bevuto qualcosa di rinfrescante, dell'appena ventenne Mainardo III a Castel Tirolo, a pochi mesi di distanza dalla sua fuga spettacolare dalla corte di Monaco dove governava suo zio, appartenente alla casata dei Wittelsbach che, contro la sua volontà, lo teneva sotto tutela. Se Mainardo III fosse vissuto, forse la storia di Bolzano e dell'Alto Adige sarebbe stata completamente diversa nei cinquecento anni a seguire. Studiosi famosi, criminologi, storici della medicina e dell'economia, archeologi, patologi e psicologi si occupano dell'anno 1363 ed elaborano per l'occasione la prima storia degli Asburgo in Tirolo. Una parte della mostra si occupa poi delle dicerie degli omicidi e dei veleni nel Medioevo. Mentre vero fulcro dell'esposizione è la presenza di una minoranza fiorentina a Bolzano, come la famiglia Botsch-Rossi. Gli eventi del 1363 diedero  il là alla loro scalata sociale fino ad arrivare all'elite dell'aristocrazia. I successi dei Fiorentini furono senza dubbio un esempio da seguire per gli altrettanto borghesi Vintler. Crediti e privilegi concessi alla Signoria e la vicinanza con gli Asburgo erano i mezzi per procurarsi cariche politiche per arrivare infine nella casta dei nobili.
Offerta didattica per la mostra temporanea indirizzata alle scuole medie e superiori ed alle famiglie.
Per info: Museo Archeologico dell’Alto Adige, www.iceman.it; Castel Roncolo, www.roncolo.info




Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

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