martedì 26 gennaio 2016

Gabriele Lavia con Leopardi inaugura la stagione del teatro Niccolini di Firenze

29 – 31 gennaio (feriale ore 21; festivo ore 16.45) Fondazione Teatro della Toscana LAVIA DICE LEOPARDI di e con Gabriele Lavia Durata: 1h ca, atto unico. 

Da venerdì 29 a domenica 31 gennaio il Teatro Niccolini riapre al pubblico e sarà Gabriele Lavia ad alzare il sipario con la poesia di Giacomo Leopardi. Dopo il successo conquistato nel Cortile del Museo Nazionale del Bargello nell’estate 2014, Lavia dice Leopardi torna a Firenze nella rinnovata sala di via Ricasoli, che entra a pieno titolo a far parte del sistema della Fondazione Teatro della Toscana, insieme al Teatro della Pergola, al Teatro Era e al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci. Una “casa” della lingua italiana, della letteratura e della nuova drammaturgia, non solo classica ma anche contemporanea, per produzioni in parte maggioritaria a firma Teatro della Toscana. La riapertura del Niccolini con Lavia dice Leopardi è il segno dell’inizio di un viaggio nella profondità dell’animo umano, un nuovo omaggio alla poesia, alla voglia di sondare la parola e i suoi significati. La programmazione continua dal 12 al 21 febbraio con Truman Capote – questa cosa chiamata amore di Massimo Sgorbani, con Gianluca Ferrato e la regia di Emanuele Gamba. Il Teatro Niccolini, tornato a nuova vita dopo vent’anni grazie all’imprenditore Mauro Pagliai, che ne ha acquistato l’immobile e ha finanziato l’imponente restauro, accoglie da venerdì 29 a domenica 31 gennaio Lavia dice Leopardi, il recital che inaugura la programmazione della Fondazione Teatro della Toscana e riporta a Firenze il poeta che qui vide realizzarsi nel 1831 la prima edizione dei suoi immortali Canti, a cui Lavia darà nuova voce. “Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro”, spiega il grande attore, “da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermo sul posto”. Lavia al Niccolini ‘dice Leopardi’: dice, perché non legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche dei Canti e non solo, da A Silvia a L’Infinito, dal Canto notturno di un pastore errante dell’Asia e Il sabato del villaggio a La sera del dì di festa. Nel più antico teatro di Firenze e tra i primi teatri “moderni” d’Europa, l’unica sala delle sue dimensioni nell’area Unesco, inizia così l’attività spettacolare e l’apertura al pubblico a cura della Fondazione Teatro della Toscana, intenta a cogliere tutte quelle opportunità di programmazione che potranno valorizzare il ruolo di questo edificio nel tessuto urbano di Firenze: un punto fermo nella progettualità del Teatro Nazionale, una “casa” della lingua italiana e della drammaturgia, non solo classica ma anche contemporanea, con l’attenzione a testi nuovi, nonché della letteratura e appunto della poesia. La programmazione continua dal 12 al 21 febbraio con Truman Capote – questa cosa chiamata amore di Massimo Sgorbani, con Gianluca Ferrato e la regia di Emanuele Gamba. Firenze fu invero casa dolorosa per Leopardi malato e sofferente nel corpo e nel cuore per la più forte passione della sua vita: Fanny Targioni Tozzetti, eternata col nome di Aspasia nei Canti del periodo fiorentino e napoletano, dal giugno 1827 al novembre 1828 e ancora non continuativamente dal maggio 1830 fino a settembre del 1833. L’attività creativa, però, in città fu ricchissima: oltre ai Canti, Leopardi compose nel ’32 le ultime due Operette, Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere e Dialogo di Tristano e di un amico, iniziò a lavorare ai Pensieri e progettò (in sostanziale contrapposizione alla “Antologia”) il giornale “Lo Spettatore fiorentino”. Lavia dice Leopardi ripete dunque che l’amore, l’intimità rubata e immaginata fatta di attese e ricordo, i sogni senza sonno, le nobili aspirazioni dell’animo, le speranze che riscaldano lo spirito umano e che a volte svaniscono di fronte alla realtà, sono tutti elementi che rendono faticosa e impegnativa la vita, ma straordinariamente degna di essere vissuta. BIGLIETTI Posto unico non numerato platea e primo ordine di palchi : 18 € intero; 16 € ridotto (riduzioni over 60, under26, abbonati Teatro della Toscana (Pergola/Era), possessori di PergolaCard, soci Unicoop Firenze). Posto unico non numerato palchi secondo e terzo rodine: 15 € intero; 13 € ridotto (riduzioni over 60, under26, abbonati Teatro della Toscana (Pergola/Era), possessori di PergolaCard, soci Unicoop Firenze). BIGLIETTERIA Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com. Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30. 

Fabrizio Del Bimbo

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