sabato 17 aprile 2010
Carlo Bastiani espone alla Limonaia di Palazzo Medici Riccardi
Una mostra di opere dell'artista fiorentino Carlo Bastiani, dal titolo "La realtà esiste ancora", curata da Marco Fagioli, viene ospitata dal 17 aprile al 1° maggio alla Limonaia di Palazzo Medici Riccardi, con ingresso gratuito.
Il pittore rappresenta nelle sue tele una continua riflessione politica e sociale.
Ogni sua tela, ogni suo impulso artistico prende vita a partire da un dialogo con la realtà storico-politica in cui vive. Fin dal 1966, all’età di 16 anni, fonda con altri pittori la galleria “Il Fondaccio” dove si parla d’arte e si fa arte. Di questo periodo sono i paesaggi valdarnesi, nei quali inizia a delinearsi il cromatismo emotivo che rimarrà un elemento caratterizzante nell’opera del pittore fiorentino.
Nel 1968 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Questo momento storico è molto importante nella formazione di Bastiani, che rimarrà fedele alla linea, condividendo sempre l’esigenza sartriana sessantottina dell’immaginazione al potere, schierandosi contro le riletture dei detrattori del movimento. Gli anni Settanta vedono in Bastiani non solo un acuto osservatore ma un artista che con le proprie opere si fa attivista politico.
Negli anni Ottanta fonda, con altri artisti fiorentini, il collettivo Neosituazionista che, in linea con la poetica del movimento originario e con il pensiero di Debord, agisce direttamente sul contesto urbano, attraverso performance e installazioni nell’area fiorentina. Nel 1998 il Situazionismo di Bastiani assume una connotazione politico-ambientale, schierandosi contro la speculazione edilizia e la distruzione dei paesaggi tradizionali. In questo periodo espone a New York e nel contesto della Biennale di Venezia. Prende parte anche a numerose mostre in Italia e all’estero. Fonda in questi anni il movimento XL’A, cioè Per L’arte Contemporanea, organizzando performance nei giardini pubblici.
La mostra presentata offre una panoramica di tutto il percorso artistico di Bastiani, lasciando emergere la dura critica che fin dagli anni Sessanta l’artista rivolge ad un mondo umano poco attento all’uomo e alla Terra ed offrendo una via d’accesso all’interiorità del pittore.
Fabrizio Del Bimbo
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