mercoledì 14 ottobre 2009
"La doppia ora", il primo film di Giuseppe Capotondi
E' arrivato il 9 ottobre nelle sale "La doppia ora", opera prima di Giuseppe Capotondi, che ha riscosso molti consensi alla Mostra del Cinema di Venezia e al Festival di Toronto. Un noir dai molti risvolti e dai molteplici colpi di scena. Protagonisti sono Filippo Timi e Ksenia Rappoport. "Il soggetto mi è piaciuto da subito - dice Timi a Tgcom - c'è tanta tensione e molteplici piani di lettura".
Il regista ha incontrato la stampa fiorentina il 12 ottobre scorso al cinema Principe.
Ma vediamo di cosa tratta il film:
Cos'è la doppia ora? E quella semplice coincidenza che fa leggere sul quadrante dell'orologio un orario in cui ora e minuti sono uguali. E' il momento giusto per esprimere un desiderio ed è il momento in cui Guido e Sonia si incontrano. Due solitudini, due vite ferite che si trovano in maniera del tutto casuale. Ma sarà davvero così? L'amore che sta per sbocciare viene interrotto in maniera traumatica e drammatica, ma anche in questo caso la verità è doppia, niente è come sembra e per tutti c'è una seconda possibilità. Se non avete capito molto non preoccupatevi, è solo per l'impossibilità di raccontare troppo della trama senza correre il rischio di anticipare il finale o svelare i colpi di scena che si susseguono.
Quello che è certo è che il film di Capotondi, troppo sbrigativamente presentato come un thriller, se non addirittura un horror, è in realtà molte cose. E' sicuramente un noir dall'atmosfere cupe e malinconiche (e perciò Torino come location è perfetta), e non mancano i momenti in cui si balza sulla poltrona per la tensione. Ma anche è una storia d'amore in qualche modo struggente. Una volta si parlava di film di genere, ma oggi, nella letteratura così come nel cinema, il "genere" ha rotto gli steccati in cui era stato messo a forza per diventare universale più di quei film che tali si definiscono. Sarà forse per questo che "La doppia ora" è un lavoro dal respiro internazionale ed infatti all'estero è stato molto apprezzato.
Fabrizio Del Bimbo
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