venerdì 12 maggio 2017

Al cinema "Tutto quello che vuoi"





Francesco Bruni presenta il suo ultimo film, "Tutto quello che vuoi", una commedia che scalda il cuore.

Questa è la vicenda:
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Alessandro, ventidue anni, è trasteverino ignorante e turbolento; Giorgio, ottantacinquenne, è un poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l'uno dall'altro, ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro è costretto ad accettare un lavoro come accompagnatore di quell'elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni dalla mente un po' smarrita dell'anziano poeta e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato più lontano: tracce per una vera e propria caccia al tesoro che incuriosisce progressivamente Alessandro e accende la cupidigia dei suoi amici che pensano di trovare chissà quale bottino.

Nasce da un vissuto familiare questo film che si colloca al vertice della filmografia di Francesco Bruni da sempre regista e sceneggiatore di qualità. Suo padre, scomparso di recente, era da qualche anno affetto dal morbo di Alzheimer e ha progressivamente sviluppato una regressione verso il passato che ha fatto divenire 'reali' persone e accadimenti che avevano avuto luogo decenni prima. Uno di questi risaliva all'epoca del cosiddetto 'passaggio del fronte' in Toscana nel corso della salita degli americani verso il Nord durante la seconda guerra mondiale.
Da questo episodio è nata in Bruni l'idea del film nel quale si percepisce ad ogni battuta la sua straordinaria capacità di scrittura attenta, in ogni situazione, ad evitare ogni traccia di retorica o di sentimentalismo. Bruni ci porta a passeggiare insieme a questo anziano signore a cui la malattia non ha fatto perdere la signorilità del gesto e la sensibilità del poeta.

Lo fa grazie ad uno straordinario Giuliano Montaldo che dà corpo, con l'adesione umana che ha sempre avuto come regista, a un Giorgio che è costantemente 'vero' a differenza degli anziani sopra le righe del cinema americano. 


 Andrea Carpenzano regge il confronto, indubbiamente per doti personali ma anche per una sorta di fluido che da Montaldo si trasferisce in lui sotto il vigile sguardo di Bruni. Il quale non si limita a proporci l'incontro tra due persone e caratteri profondamente differenti, ma riesce ad andare al di là del gap tra generazioni. Perché il rapporto di Alessandro è complicato sia con il padre e la sua nuova compagna sia con la madre di uno dei coetanei del suo giro di quartiere.

 Bruni ci ricorda con il suo film che è grazie alla presa di coscienza della nostra storia, che passa attraverso quella di chi ci ha preceduto, che si può camminare verso il futuro.

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Fabrizio Del Bimbo





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