Il
Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani venerdì 5 e sabato 6 maggio è in visita istituzionale in Toscana.
Dopo
il suo intervento a Firenze allo State of the Union a Palazzo Vecchio, venerdì alle ore 11 Tajani sarà alla Camera di Commercio del capoluogo
toscano, presso il Cortile Michelozzo
a Palazzo Vecchio, per conferire un riconoscimento a tre imprese
dell’area metropolitana fiorentina che si sono particolarmente distinte
nell’utilizzo dei servizi messi a disposizione dalla rete Enterprise
Europe Network.
Nel
pomeriggio il Presidente Tajani si trasferirà poi a
Lucca dove, nel Complesso di San Francesco, incontrerà i rappresentanti
di Confindustria Toscana Nord.
Nella
mattinata di sabato 6 maggio, ad Arezzo, il Presidente Tajani
inaugurerà il museo “Casa dei tesori” e la mostra della Minerva (bronzo
etrusco ritrovato ad Arezzo nel 1541 e
conservato fino ad ora a Firenze), insieme al sindaco Alessandro
Ghinelli.
Alle
ore 11, Tajani taglierà poi il nastro inaugurale della fiera OroArezzo.
La cerimonia di apertura della fiera si terrà nel Quartiere fieristico
di Arezzo.
Al termine della visita alle ore 13, il Presidente Tajani incontrerà il consiglio direttivo di Confindustria Toscana Sud.
Al termine della visita alle ore 13, il Presidente Tajani incontrerà il consiglio direttivo di Confindustria Toscana Sud.
Il
4 maggio il Presidente ha tenuto il
discorso di inaugurazione della Casa della Storia Europa a Bruxelles in presenza
dell'ex Presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering e del
Presidente del Comitato Accademico Prof. Włodzimierz Borodziej e di
altri distinti ospiti.
Ecco il suo discorso:
“Signore e Signori,
è un immenso piacere trovarci qui oggi in questa Casa della storia europea.
È
un piacere ritrovarsi tra tanti amici e vedere il lavoro e gli sforzi
che sono stati investiti in questo progetto, giunto finalmente in porto.
Questa Casa rispecchia la nostra storia comune, che è stata caratterizzata da tempi difficili e da tempi più facili.Essa
rispecchia la tragedia della guerra e l'ingiustizia della separazione
tra le nostre nazioni e i nostri popoli, ma anche la promessa della pace
europea dei nostri
padri fondatori e il nostro sforzo comune per unificare il continente.Ogni singolo oggetto raccolto per questo progetto rappresenta un pezzo della nostra storia.Un
segno nella nostra memoria collettiva. Un simbolo del compromesso fatto
da molti europei, prima di noi, nella loro vita quotidiana, per
contribuire alla realizzazione
del progetto più ambizioso e fruttuoso della storia europea.
Questi oggetti e le loro storie ci permettono anche di riflettere su chi siamo oggi.
Infatti, questa non è solo la Casa della storia europea, è anche la Casa dell'identità europea. Alcuni dicono che non esiste una chiara identità europea.
Io dico che la nostra identità comune sta nei valori che condividiamo.
La nostra unità nella difesa dei diritti umani e contro la pena di morte.
La nostra difesa della Democrazia e dello Stato di diritto.
La promozione della libertà e della solidarietà. Questa identità è stata forgiata dalla nostra storia comune. Ci sono stati tempi in cui vi erano cittadini liberi a Bruxelles e a Parigi, mentre vi era oppressione a Budapest e a Praga.
A
quell'epoca, abbiamo lavorato per estendere la nostra libertà ad Est. I
nostri valori comuni alla fine ci hanno consentito di sconfiggere
l'oppressione e di riunirci
in un'unica Unione europea. La storia europea ci mostra la via per un futuro insieme. La
nostra civiltà si è arricchita nello scambio delle idee, nella
dialettica continua, nella mescolanza del pensiero, delle arti e delle
scienze.
Il
nostro Rinascimento si è ispirato al sapere antico tramandato nelle
abbazie, dando vita ad uno spazio europeo che ha consentito ad artisti e
scienziati di imparare
gli uni dagli altri, ispirandosi a vicenda.
Caravaggio
e Rembrandt, così come Liszt, Shakespeare, Enescu e Mickiewicz, hanno
vissuto l'Europa senza frontiere ben prima della nostra Unione.
Oggi l'Europa è nuovamente una grande occasione.
È l'Europa per gli studenti, i lavoratori, gli imprenditori, gli artisti, i ricercatori, i turisti e i consumatori. Vi sono opportunità da cogliere per tutti.
Cari colleghi e amici,
desidero
rendere omaggio all'impegno del mio predecessore, Hans-Gert Pöttering,
che ha avviato questo progetto che inauguriamo oggi.
Desidero
inoltre rendere omaggio al contributo di tutti coloro che hanno
partecipato a questo progetto: i colleghi dell'Ufficio di presidenza, il
Segretario generale
Klaus Welle e tutti i colleghi dell'amministrazione, gli storici, gli
architetti e tutti gli specialisti coinvolti in questo progetto.
Vi ringrazio tutti per l'energia e l'impegno che avete dedicato a questo progetto.
Occorre far sì che questa Casa accolga i nostri concittadini, affinché possano scoprire la storia europea: la loro storia.
I
dati dell'ultimo Eurobarometro ci danno un messaggio chiaro: i
cittadini ci chiedono un'Europa forte e presente, che dà risposte in un
contesto di globalizzazione
che incute paura. Dobbiamo far capire ai nostri cittadini che l'Europa
c'è ed è unita e pronta ad affrontare insieme nuove sfide.
I
nostri concittadini devono conoscere e comprendere meglio il nostro
progetto. Da dove veniamo, come ci siamo costruiti e come il progetto
europeo ha contributo
concretamente alla loro vita.
Abbiamo
un obbligo chiaro, anzi il dovere, di far conoscere la verità
sull'Europa a tutti, a cominciare dai più euroscettici. Senza
dimenticare i bambini, gli scolari,
gli studenti, i lavoratori e i pensionati.
Dobbiamo rispondere alla sete di Europa con maggiore informazione e con un dibattito aperto. Sono
stato eletto Presidente del Parlamento europeo con uno scopo preciso e
dichiarato: quello di ravvicinare l'Europa ai cittadini.
Dobbiamo trovare delle soluzioni concrete ai loro problemi. Penso alla sicurezza, all'immigrazione e all'occupazione.
Sono
orgoglioso di essere qui con voi oggi e immagino le famiglie, gli
studenti e i cittadini di ogni età, nazionalità e lingua, che
visiteranno le esposizioni, guarderanno
i video, useranno i tablet e si interrogheranno sulla nostra storia
comune. Questa Casa della storia europea permetterà a migliaia di cittadini di scoprire meglio chi siamo e cosa ci unisce.
Dobbiamo
mettere in risalto la nostra storia comune perché ci insegna che, anche
se siamo tanto diversi per lingue, tradizioni e abitudini, siamo
chiaramente uniti
da un destino comune, da memorie comuni e da una meta comune. Se guardiamo indietro all'Europa del dopoguerra, vediamo i nostri padri fondatori uniti nella visione di un'Europa in pace.
I
nostri padri e le nostre madri hanno forgiato la nostra identità
comune, attraverso una visione comune che crea maggiore prosperità e
promuove i nostri valori di
unità e solidarietà. Questa,
cari amici, potrebbe essere la nostra visione comune per il prossimo
capitolo della storia europea: un'Europa vicina ai suoi cittadini, forte
nella sua identità
e nei suoi valori, promotrice di pace e di libertà nel mondo. Dobbiamo
avere fiducia nella nostra identità europea e nel nostro destino
comune. Scriviamo insieme le prossime pagine della nostra storia!
Fabrizio Del Bimbo
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