giovedì 9 dicembre 2010

Grande successo per "Il Principe della Gioventù" a la Pergola


Il Principe della Gioventù, l’opera musical di Riz Ortolani in scena in questo lungo week end dell’Immacolata a Firenze conquista e stupisce i cuori più sensibili.

Straordinario esempio di come si possa creare un grande spettacolo senza strombazzamenti e battage pubblicitari eccessivi che spesso ottengono solo il risultato di affievolire poi il reale successo di pubblico e critica.

Un grande musical si può fare senza spazi eccessivi, senza bisogno di spazi appositi costruiti per l’occasione che limitano nel tempo e nello spazio la gioia di godere di quest’arte a tutti.
Penso facendo nomi, al Pinocchio dei Pooh, al Notre Dame de Paris di Cocciante e alla Tosca di Dalla.

Il Principe della Gioventù è altro... e non potrebbe essere altrimenti perché il maestro Ortolani non ha certo bisogno di presentazioni e non è – senza nulla togliere ai grandi nomi della canzonetta italica di cui sopra – nuovo a certe esperienze.

"Il Principe della gioventù" è emozionale e trascinane fin dal primo quadro con quella travolgente ballata del calcio storico fiorentino in cui si mescola energia, muscolarità, equilibrio, sudore e passionalità. Un primo quadro che pare dichiarare fin da subito: qui c’è Firenze, questo è il cuore autentico della culla del Rinascimento.

Tutto si svolge nel 1478 quando la città del giglio stava iniziando ad affermarsi a livello mondiale con i suoi giovani principi Medici: Lorenzo e Giuliano, amati ed invidiati dalla città che per loro si spaccò in due.
Loro giovani rampolli amanti delle arti e delle filosofie non potevano che trovare la rivalità dei rancorosi Pazzi che volevano prendere il loro posto sul trono di Firenze e che arrivarono a compiere uno dei delitti più vigliacchi che la storia ci abbia tramandato.

Un corpo di ballo fresco ottimamente coreografato; costumi all’altezza di un'opera; musiche ora travolgenti, ora romantiche e commoventi al servizio dei protagonisti del canto dotati anche di una buona dose di carisma.
Le scene di sapore internazionale, squarciano continuamente la staticità di una città oggi sonnacchiosa ed ieri fulgida di passioni e l’ottima regia di Giuliano Peparini fa dell’insieme uno di quegli spettacoli che vale la pena nella vita aver visto!

Se poi il cuore batte forte per Firenze non potete che farvi ammaliare dalla passione durata una sola primavera di Giuliano con Fioretta, non potete che fermarvi a riflettere davanti al bivio degli obblighi che cozzano con il senso di libertà che lacera l’anima dei giovani principi.

Quello che rimane, quando si accendono le luci della platea è la sensazione di aver assisitito davvero a un bello spettacolo dove su tutto rimangono le splendide arie di “Amo il mio odio” del rancoroso Franceschino de Pazzi e la straordinaria dichiarazione d’amore alla sua città di Lorenzo il Magnifico in “Amante mia”.

Fra gli interpreti, tutti comunque all’altezza, il cuore di chi scrive ha battuto forte per i due Querci: Sandro perfetto nel ruolo sempre difficile del cattivo invidioso e Silvia nelle vesti di una Cencia fortemente caratterizzante che canta con la voce, col volto e con il corpo.

L'augurio è di vedere presto questo spettacolo in giro per l'Italia e il mondo e con esso anche Firenze, simbolicamente.

1 commento:

  1. grazie x la bella recensione, mi auguro proprio di avere l'occasione di vederlo :-)

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