domenica 29 novembre 2015

Un itinerario a Napoli tra antico e moderno

Il progetto POIn “Baia di Napoli” e' nato come attività di analisi, sensibilizzazione e promozione territoriale, finalizzata a conoscere e valorizzare il sistema turistico locale, mettendo in evidenza le eccellenze esistenti e promuovendo la realizzazione di nuove proposte all’interno di un territorio che va da Cuma a Sorrento e comprende ben 25 comuni.


 Ecco alcune proposte vecchie e nuove per approfondire la conoscenza di questo ricco territorio. 

 Nel cuore del centro antico di Napoli, il Museo Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Creatività barocca e orgoglio dinastico, bellezza e mistero si intrecciano creando qui un’atmosfera unica, quasi fuori dal tempo. Con capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa “tessitura” del velo marmoreo, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito. Un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è mirabilmente trasfusa la poliedrica personalità del suo geniale ideatore: Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero. Info: www.museosansevero.it




 La superba Cappella di S. Gennaro è detta meritatamente il Tesoro  Nel 1527 fu la città di Napoli, afflitta dal morbo della peste, che fece voto al suo Patrono di ergere nel Duomo una magnifica cappella al suo nome. Il voto non si adempì prima dell'anno1608.  Stupendo è il frontespizio, due grandi colonne di un solo pezzo di marmo nero fiorato fiancheggiano il cancello di bronzo disegnato da Giangiacomo Conforti. Nel mezzo si trova il busto duplice di S. Gennaro. Nelle due  nicchie laterali vi sono le statue dei Ss. Pietro e Paolo di Giuliano Finelli. Il pavimento fu eseguito col disegno del Fanzaga; le pareti sono tutte di marmi misti, con 42 colonne di broccatello, sette altari, e 19 nicchie, con altrettante statue in bronzo.Sotto la statua di S. Gennaro, dietro l' altare maggiore, ,vi sono due fornici, nell'una è il cranio di S. Gennaro, nell'altra le ampolle del sangue. Il cranio è riposto in un imbusto d'argento dorato, fatto lavorare da re Carlo II d'Angio' nel 1306 e poggia su un piedistallo di argento. Le porticine di argento furono fatte da Carlo II re di Spagna e di Napoli nel 1667.  Quattro chiavi custodiscono i sacri depositi, due sono presso la Deputazione della città, due presso l'Arcivescovo. La balaustra del presbiterio venne realizzata da Giuliano Vanelli nel 1618 su disegno di Francesco Grimaldi.   L'altare è tutto di porfido con cornici di rame dorato e fregi d'argento; il disegno è di Francesco Solimena. Magnifico è il paliotto, modellato da Domenico Marinello su cui è effigiata la traslazione del corpo di S. Gennaro da Montevergine in Napoli il 13 gennaio 1497.  Sopra i sei altari laterali tra cornici intarsiate di lapislazzuli sono quadri in tavole di rame con meravigliosi dipinti tutti del Domenichino, meno quello del cappellone sinistro che è dello Spagnoletto. Notevoli nella Cappella le 51 sculture a tutto tondo raffiguranti i santi compatroni della città di Napoli; di esse 24 sono opere risalenti al XVII secolo. La più antica è quella di San Tommaso d'Aquino, dichiarato compatrono nel 1605, la più recente quella di Santa Rita, che è del 1928. Collegato alla Cappella è il Museo del Tesoro di S. Gennaro, che custodisce molti preziosissimi oggetti donati al Patrono della città (il loro valore supera anche quello del Tesoro della Corona di Inghilterra), tra cui la famosa Mitra, in argento dorato ornata di 3694 rubini, smeraldi e diamanti, e la Collana, con tredici grosse maglie in oro massiccio alle quali sono appese croci tempestate di pietre preziose.



 Stile barocco e simboli di morte  si sovrappongono nel Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, che sorge lungo il Decumano maggiore. La chiesa de “ ’e cape e morte”, come viene definito dal popolo napoletano il Purgatorio ad Arco, è dedicata al culto del Purgatorio, ed ha mantenuto inalterata negli anni la sua missione; ogni parte del Complesso, la chiesa, l’Ipogeo, il museo dell’Opera e l’archivio, ne costituiscono una viva testimonianza. Al suo interno un importante patrimonio storico artistico, antropologico e archivistico, testimonianza di una tradizione particolarmente sentita dal popolo napoletano legato fortemente al culto delle anime purganti, cioè alla cura dei resti dei defunti di identità ignota, le anime "pezzentelle" che vagano in Purgatorio in cerca del refrisco, l’alleviamento delle pene. Le anime dei morti, infatti, nella concezione napoletana, influiscono potentemente sull'esistenza dei vivi e vengono viste come spiriti benevoli o malevoli, da onorare e rispettare e a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Di proprietà dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco ONLUS, il complesso è gestito dal 2010, in regime di convenzione, dall’Associazione Progetto Museo, che già dal 2001 garantisce l’apertura al pubblico dell’Ipogeo e del museo dell’Opera, con visite guidate e didattiche. Info:www.purgatorioadarco.it




 In un palazzo antico, un progetto contemporaneo: in via Settembrini, MADRE è il primo museo per l’arte contemporanea situato nel centro storico di una città. L’architetto portoghese Alvaro Siza ha trasformato l’antico palazzo Donnaregina in uno splendido e funzionale spazio moderno per l’arte contemporanea. Nel cuore nascosto di Napoli, dove pulsa l’anima popolare della città, a pochi passi dal Duomo e dal Tesoro di San Gennaro, a cento metri dal Museo Archeologico, la presenza del Museo MADRE è anche l’occasione per ridisegnare la vocazione turistica di un quartiere ricco di valori sociali da recuperare e di beni culturali da riscoprire. Al primo piano del museo sono collocate le opere permanenti di Clemente, Lewitt, Long, Bianchi, Fabro, Koons, Paladino, Kounellis, Horn, Paolini e Serra, mentre il percorso espositivo del secondo piano si dipana seguendo le vicende più significative dei linguaggi artistici dalle fine degli anni Cinquanta fino all’inizio dei Novanta. Info: www.madrenapoli.it



Info generali: www.baianapoli.it
Per alloggiare: Hotel Palazzo Turchini www.palazzoturchini.it

 Fabrizio Del Bimbo

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