giovedì 19 maggio 2016

"La pazza gioia" di Paolo Virzì al cinema

"Siamo nate tristi” dice Donatella Morelli in La pazza gioia, nuovo film di Paolo Virzì scritto con Francesca Archibugi, appena uscito nelle sale italiane.


Donatella (Micaela Ramazzotti) e Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) sono due giovani donne ospiti di Villa Biondi, comunità terapeutica per donne con disturbi mentali. Due donne molto diverse tra loro.
Beatrice Morandini Valdirana è la proprietaria della villa dove risiede la comunità, un immobile – si sfoga Beatrice – che invece di donare al bene pubblico, i Morandini Valdirana potevano destinare a un resort di lusso con persone educate. Perché lei non sta male come loro, lei non è malata, rivendica. Lei è lì, ma potrebbe essere ovunque – “che stagione è? Estate?” chiede stordita a Donatella – e allora può andare da Pierluigi ad Ansedonia, il marito avvocato genio che l’adora. O da Renato, anche solo su una spiaggia, perché lui è povero. Povero ma pieno d’amore per lei, come il sacerdote che dice messa a Villa Biondi. Lo ripete all’infinito Beatrice: quanto la amano tutti, mentre scorre la rubrica del cellulare.
Invece Donatella Morelli è s cheletrica, tatuata, coi capelli tagliati male, mezza nuda. Lei non racconta niente di sé, ha un segreto che è il suo problema, la sua ossessione, e insieme il suo sogno. Come possono coincidere ossessione e sogno? Malattia e gioia?
È questo il dubbio incredibile su cui si basa il film, quasi impossibile da raccontare al cinema.
La pazza gioia dunque esplora lo spazio minuscolo dove basta un passo: avanti, e sei nella follia, dietro, e sei nella normalità. Un passo. Avanti e indietro, come fanno Donatella e Beatrice da Villa Biondi, prigione e isola felice al tempo stesso,
Tutti i confini sono incerti: pazzia e normalità, bontà e cattiveria. Dramma e commedia.Il limite è sottilissimo.
La pazza gioia è un film che ribalta le proporzioni di questo mondo, in cui  possiamo starci tutti.
Anche quando richiama Thelma e Louise, lo fa per prendere le misure: dove Thelma e Louise corrono sulle strade dell’America verso il Messico, Donatella e Beatrice sulla Provinciale verso Montecatini (“Montecatini è stupenda!” Esulta Beatrice). La correlazione funziona come rapporto fra sogno e realtà. Di quanto siamo infinitamente più piccoli, e ridicoli, e fragili. E lo sguardo del regista è sempre benevolo verso le miserie umane.
 Le protagoniste sono tutte ragazze, "siamo tutte ragazze. Nate tristi, ma anche felici, immensamente felici, a tratti, e poi di nuovo tristi, disperate, e di colpo piene di gioia, la pazza gioia. La ricerca finisce.


Fabrizio Del Bimbo

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