giovedì 7 maggio 2009
Il cannocchiale di Galileo nello spazio
Il cannocchiale di Galileo nello spazio da lunedì prossimo con lo Shuttle accanto al supertelescopio orbitante Hubble. Il piccolo, artigianale strumento che rivoluzionò la concezione dell’universo, a tu per tu con il suo grande e tecnologico pronipote, il gioiello dell’astronomia moderna capace di mostrarci i confini stessi dell’infinito.
Con questa emblematica, suggestiva e spettacolare iniziativa la NASA contribuirà alle celebrazioni internazionali dello scienziato toscano nel quarto centenario delle sue prime scoperte celesti. Un’idea realizzata con l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze (www.imss.fi.it), che all’agenzia spaziale Usa ha fornito copia di uno dei due unici, preziosissimi cannocchiali originali di Galileo rimasti, quello attualmente esposto nella grande mostra del quadricentenario Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio, in corso a Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 30 agosto.
Meteo e altre variabili permettendo, la navetta Atlantis STS 125 con il cannocchiale a bordo decollerà appunto lunedì 11 maggio dal Kennedy Space Center (Florida) con un equipaggio di sette membri (tra cui una donna) per una missione di undici giorni. Il lancio è previsto alle 14,01, ora locale. Obiettivo: una serie di riparazioni e aggiornamenti ad Hubble per consentirgli di funzionare indisturbato fino al 2014.
L’onore di portare in orbita il cannocchiale galileiano è affidato a un veterano dello spazio di evidenti discendenze italiane, Michael ‘Mike’ Massimino, specialista di ingegneria meccanica. Avendo anche il compito di riparare Hubble, dovrà dunque affrontare alcune lunghe passeggiate spaziali. Nativo di New York, 47 anni, sposato, due figli, alla NASA dal 1996, Massimino ricorda volentieri e con orgoglio le sue origini.
“Tutti i miei nonni”, spiega via email, “sono emigrati negli Stati Uniti dalla Sicilia: tre da Palermo, mio nonno paterno veniva invece da Linguagrossa, provincia di Catania. Anche i genitori di mia moglie sono emigrati da San Giuseppe Iato, vicino a Palermo. Sangue italiano che abbiamo trasmesso con forza ai miei figli. Portare il telescopio di Galileo nello spazio è un modo per onorare le mie origini. Spero, tra l’altro, di poterlo portare con me fuori dallo Shuttle e di usarlo per osservare le stelle. E al ritorno spero di avere l’opportunità di andare a Firenze per restituirlo al Museo della Scienza”.
Dal Kennedy Space Center, dove si sta addestrando in vista di una prossima missione Shuttle, l’astronauta italiano Paolo Nespoli ha tenuto i contatti tra Nasa e Istituto e Museo di Storia della Scienza. Il cui direttore Paolo Galluzzi ha curato la mostra su Galileo di Palazzo Strozzi e offerto significativi contributi (compreso l’altro cannocchiale originale di Galileo) a una analoga esposizione di recente inaugurata negli Stati Uniti al Franklyn Institute di Philadelphia.
Ed ecco nomi e incarichi di tutti i sette membri dell’equipaggio della missione Atlantis STS 125: comandante Scott D. Altman, pilota Gregory C. Jonhson, specialisti K. Megan McArthur, John M. Grunsfeld, Andrew J. Feustel, Michael J. Massimino, Michael T. Good. Particolari e immagini sul sito www.nasa.gov.
Nicoletta Curradi
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