giovedì 30 gennaio 2014
Glauco Mauri incontra il pubblico alla Pergola
Grande successo di pubblico alla prima nazionale di "Una pura formalità" della Compagnia Mauri - Sturno.
TEATRO DELLA PERGOLA
Giovedì 30 gennaio ore 18.00
Glauco Mauri incontra il pubblico e la scuola di Teatro Officina O
coordina Titti Giuliani Foti
ingresso libero
In occasione della prima nazionale a Firenze di Una Pura formalità il nuovo spettacolo della Compagnia Mauri – Sturno, prodotto in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola in scena fino al 2 febbraio, Glauco Mauri incontra il pubblico e gli allievi della scuola di Teatro OfficinaO, domani alle 18 in Sala.
Da oltre trenta anni insieme sulle scene, Glauco Mauri e Roberto Sturno con immutato impegno e totale dedizione aggiungono nuovi capitoli alla storia di una “ditta” all’antica italiana che felicemente coniuga impresario, attore, regista per creare nuovi e inediti adattamenti.
Nei teatri di tutta Italia hanno portato i grandi classici: Sofocle, Shakespeare, Goethe, Molière, ma anche Ionesco e Beckett, Pirandello e Goldoni, Dostoevskji e Brecht, Mamet e Schmitt e Shaffer senza mancare di stagione in stagione l'appuntamento con il Teatro della Pergola.
Dopo Il Vangelo secondo Pilato di Éric-Emmanuel Schmitt, Sleuth/L’inganno di Anthony Shaffer e Quello che prende gli schiaffi di Leonid Nikolaevič Andreev, ecco al debutto la versione teatrale del film di Giuseppe Tornatore Una pura formalità.
Quando il film uscì nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno dei suoi lavori più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un “piccolo capolavoro”, ne erano protagonisti Gérard Depardieu e Roman Polanski con un giovanissimo Sergio Rubini.
Nell'allestimento teatrale Roberto Sturno è lo scrittore Onoff e Glauco Mauri il Commissario, con loro in scena: Giuseppe Nitti, Amedeo D'Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Irene Monti, le musiche di Germano Mazzocchetti.
Tema centrale di Una pura formalità: la ricerca della memoria. Gli squarci che si aprono nella mente del protagonista durante il serrato interrogatorio in uno "strano" commissariato ricostruiscono il suo passato, risalgono alle sue origini con continui colpi di scena, e come in un thriller lo spettatore arriva alla verità con un inatteso finale.
Glauco Mauri è nato a Pesaro nel 1930.
Nel 1949 entra all’Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D’Amico, tra i suoi insegnanti: Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano, Mario Pelosini.
Debutta da professionista nel 1953 nel Macbeth di Shakespeare diretto da Orazio Costa.
Nel 1954, diretto da André Barsaq, ottiene un grande successo personale nel ruolo di Smerdjakov ne I fratelli Karamazov di Dostoevskij, del cast fanno parte Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio ed Enrico Maria Salerno. Nel 1957 è con Renzo Ricci in Lunga giornata verso la notte di Eugene O’Neill. Lavora per alcuni anni con la compagnia Proclemer-Albertazzi.
Nel 1961 fonda con Valeria Moriconi, Franco Enriquez, Emanuele Luzzati (a loro si aggiunge in seguito Mario Scaccia) la Compagnia dei Quattro, gruppo artistico che ha rappresentato una forza innovativa e significativa nel panorama teatrale italiano. Con la regia di Franco Enriquez è Bèrenger nella prima rappresentazione italiana de Il Rinoceronte di Eugène Jonesco. Con la Compagnia dei Quattro porta in scena nei più grandi teatri italiani Shakespeare, Beckett, Pasolini, Marlowe-Brecht, Del Buono, Codignola, Garcia Lorca, famosa la loro edizione de la Bisbetica domata di Shakespeare portata in scena in Italia e in varie città europee.
Diretto da Luca Ronconi è protagonista nell’Orestea di Eschilo al Bitef di Belgrado, alla Sorbona di Parigi e alla Biennale di Venezia.
Ha lavorato con i maggiori registi italiani ed è stato protagonista nei più grandi Teatri Stabili italiani: Stabile di Milano, Stabile di Torino, Stabile di Genova, Stabile del Friuli-Venzia-Giulia. Fra gli autori più amati Shakespeare, Dostoevskij, Beckett, è il primo Krapp italiano de L'ultimo nastro di Krapp e il primo a portare in Italia Atto senza parole. Nel 1974 ha scritto, interpretato e diretto I quaderni di conversazione di Ludwig van Beethoven. Lo spettacolo è poi ripreso nella stagione 1994/1995 per 154 repliche.
Glauco Mauri con Roberto Sturno nel 1981 fonda la Compagnia Glauco Mauri, divenuta poi Mauri–Sturno, Il signor Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht, da loro interpretato, con la regia di Egisto Marcucci, è il primo spettacolo prodotto.
E' interprete, con Roberto Sturno, e cura la regia di: Edipo Re – Edipo a Colono, Filottete di Sofocle e Philoktet di Heiner Müller, Re Lear e Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Nel 1983 è Ivan in Ivan il terribile di Prokof'ev diretto da Jurij Ahronovitch nella piazza del Campidoglio a Roma. Con la regia di Marco Sciaccaluga è Malvolio ne La dodicesima notte di Shakespeare. Nel 1986 mette in scena Faust (I e II parte) di Goethe, e I re, i buffoni e l'amore, una serata con William Shakespeare spettacolo basato su canzoni del Cinquecento e brani tratti dai sonetti del drammaturgo inglese. E' interprete e regista di Una vita nel Teatro di David Mamet e Il canto del Cigno di Anton Cechov, due atti unici raccolti in un unico spettacolo, del Don Giovanni di Molière, di Dal silenzio al silenzio, atti unici di Beckett. Firma la regia del Riccardo II di Skakespeare, e de L'Idiota di Doestoevskij, protagonista dei due spettacoli è Roberto Sturno. Nel febbraio del 1993 partecipa con Roberto Sturno e il pianista Michele Campanella ad una serata di melologhi al Teatro alla Scala di Milano. E' Martino Lori in Tutto per bene di Luigi Pirandello con la regia di Guido De Monticelli, lo spettacolo totalizza 316 repliche in 93 città italiane. Rimette in scena e interpreta Edipo Re – Edipo a Colono di Sofocle, lo spettacolo realizza in due stagioni consecutive 304 repliche. Nel 1996 inaugura la stagione lirica del Comunale di Treviso come regista del Macbeth di Giuseppe Verdi con la direzione di Donato Renzetti. Nel ruolo di Prospero, e con Sturno nel ruolo di Calibano, mette in scena La Tempesta di Shakespeare che replica per 323 volte nei maggiori teatri italiani. Con Re Lear (1985), Faust (1986), Edipo Re – Edipo a Colono (1996), la compagnia vince il Biglietto d’oro Agis, riconoscimento assegnato allo spettacolo di prosa più visto dell'anno.
Dal suo debutto ad oggi ha sempre partecipato a tutte le stagioni teatrali recitando più volte in spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa, al Teatro Romano di Verona, e poi al Festival di Spoleto, di Benevento e di Asti. Ha interpretato ben 24 diversi ruoli shakespeariani, fra gli altri: Shylock, Prospero, Petruccio, Macbeth, Re Lear, Riccardo II, Riccardo III, Tito Andronico, Bottom. Nel 1997 è Direttore Artistico del Teatro Olimpico di Vicenza per la 51ª stagione di spettacoli classici del Festival d'Autunno.
In ambito cinematografico è interprete principale ne La Cina è vicina di Marco Bellocchio, e ha preso parte ai film: L'ospite di Liliana Cavani, Profondo rosso di Dario Argento, Ecce Bombo di Nanni Moretti. In televisione è stato fra i protagonisti della stagione d’oro dei grandi “sceneggiati” trasmessi dalla RAI, fra le molte partecipazioni da ricordare un grande successo personale con I demoni di Dostoevskij, I Buddenbrook di Thomas Mann e con Coralba; numerose anche le sue partecipazioni a produzioni radiofoniche.
Nel 1998 interpreta Enrico IV di Pirandello diretto da Maurizio Scaparro, ed è ancora regista del Macbeth di Verdi con la direzione di Gustav Khunn al Teatro San Carlo di Napoli. Sua la regia de Il Rinoceronte di Eugène Ionesco, nel quale interpreta il ruolo di Jean mentre il protagonista Bèrenger è Roberto Sturno. Nel 1999, dopo quindici anni affronta per la seconda volta da regista e protagonista Re Lear di Shakespeare. Nel 2000 mette in scena, con grande successo, Variazioni Enigmatiche un testo del drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt. Lo spettacolo è ripreso dalla RAI e mandato in onda nel programma Palcoscenico di RAI Due il 20 ottobre del 2002, con la regia televisiva di Roberto Capanna.
Negli anni successivi cura la regia e interpreta Volpone di Ben Jonson, Il bugiardo di Carlo Goldoni, Delitto e castigo di Dostoevskij, replicato per 271 volte, e un nuovo allestimento del Faust di Goethe.
Nel 2008 cura l’adattamento e mette in scena Il Vangelo secondo Pilato di E-E Schimtt, tratto dal fortunato libro dell’autore francese. Mette in scena, L’inganno (Sleuth) di Anthony Shaffer; questi ultimi due spettacoli, con Roberto Sturno coprotagonista, rimangono sulle scene italiane per due stagioni consecutive. Nella stagione 2011/2012 e 2012/2013 è Papà Briquet in Quello che prende gli schiaffi, sua la regia e la libera versione tratta dall’omonimo testo teatrale di Leonid Nikolaevič Andreev. Nel 2013, insieme a Roberto Sturno, porta nei teatri italiani Da Krapp a Senza parole, quattro atti unici di Samuel Beckett preceduti da Il Prologo (una citazione delle battute e delle osservazioni di Beckett sulla vita e sul teatro) lo spettacolo sarà ripreso nella stagione 2013/2014.
Nel 2014 metterà in scena e interpreterà con Roberto Sturno Una pura formalità, suo adattamento dal film di Giuseppe Tornatore.
Glauco Mauri, oltre ai numerosi premi per la sua attività artistica, è "Grande Ufficiale", Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferitagli dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro, e Cittadino onorario della sua città: Pesaro.
Fabrizio Del Bimbo
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