venerdì 17 marzo 2017

A Colle Val d’Elsa arte e storia colligiana nel nuovo Museo San Pietro


Dall'unione di tre realtà culturali, arricchite da donazioni private, nasce il nuovo Museo San Pietro nell’edificio dell’omonimo ex monastero.


Collocata a metà strada tra Firenze e Siena, Colle Val d’Elsa è una meta storico artistica che non sfugge all’occhio del viaggiatore più attento, che va al di fuori degli itinerari classici.
Dall’unione del Museo Civico e Diocesano d’arte sacra, con la Collezione del Conservatorio di San Pietro nasce il nuovo Museo San Pietro, al quale si aggiungono, per il periodo dell’arte moderna e contemporanea, le donazioni della Collezione Bilenchi e della Collezione Fusi, entrambi esponenti del mondo intellettuale e artistico, nativi di Colle Val d’Elsa.

Il nuovo Museo  deve diventare un luogo inteso a narrare la storia della comunità colligiana e della sua diocesi nell’arco dei secoli attraverso le opere d’arte, inserite in un percorso costruito sull’aspetto civico come su quello religioso, dimensioni tipiche della civiltà italiana antica. Un progetto che nasce da lontano, accarezzato dalle precedenti amministrazioni comunali che intuirono la necessità “strategica” di restaurare l’antico monastero di San Pietro. Qui, nelle sue sale restituite allo splendore originale, dialogano le collezioni di differenti istituzioni e donazioni, inserite in un unico percorso ben armonizzato e coinvolgente, ce le opere si presentano al visitatore accogliendolo e guidandolo nella storia locale.

Il percorso si apre con il Tesoro di Galognano, un corredo di oggetti sacri del VI Secolo, che costituisce la prima testimonianza cristiana a Colle; il calice che lo compone, porta inciso l’emblema del Sacro Chiodo, la reliquia assai venerata in città e conservata nel Duomo. Suggestiva la prosecuzione con le pitture religiose di esponenti della scuola senese, fra i quali il Maestro di Badia a Isola e Cennino Cennini.
Spiccano le scenografiche pale di Giovanni Maria Tolosani, vicino al Ghirlandaio, mentre Girolamo Genga ricorda il Perugino.

Degna di nota la galleria dei ritratti dei personaggi illustri di Colle: il busto di Arnolfo di Cambio, quelli di alcuni esponenti della famiglia degli Usimbardi, e ancora il garibaldino Giuseppe Bordi. Poiché però nel Settecento la città ebbe numerosi benefici da parte del Granduca Leopoldo, in galleria campeggia anche il suo ritratto.

La Galleria Civica, che costituisce la sezione moderna del Museo, accoglie le tele del tardo Macchiaiolo Antonio Salvetti, e l’astrattismo novecentesco di Walter Fusi. Per la cronaca, oltre che artista, Salvetti fu anche esponente politico, ricoprendo la carica di primo sindaco socialista della città fra il 1897 e il 1898.
A conclusione di questa panoramica sulla storia e sull’arte di Colle, la collezione di Romano Bilenchi,  con numerosi volumi accolti nella sala della biblioteca, cui si affiancano le tele di Moses Levy, Ottone Rosai, Mino Maccari, artisti cari allo scrittore.

Il Museo è stato pensato come luogo attivo, non semplice raccolta di opere, e pertanto accoglierà un laboratorio didattico per le scuole, così come una sala per mostre temporanee.
A breve riapriranno sia il Museo Archeologico sia il Museo del Cristallo, importanti  realta' della storia cittadina.A dimostrazione di come sia possibile investire nella cultura, se solo c’è la volontà politica.  Colle rivolge poi un appello al Ministero dei Beni Culturali e alla Regione Toscana per il restauro dell’antica chiesa di San Pietro, attigua al monastero, e purtroppo attualmente chiusa perché in pessimo stato di conservazione.


Info: www.collealtamusei.it

Fabrizio Del Bimbo

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