venerdì 12 giugno 2009
NOTIZIE DALL'AGRICOLTURA
Un momento importante per l’agricoltura che tiene anche nel primo trimestre 2009: perché ha saputo tenersi lontana dai “giochi”
finanziari che hanno travolto l’economia internazionale e perché è classicamente anticiclica. Non bisogna però fermarsi:serve una politica di sostegno che favorisca la produttività e non il disinvestimento.
Nel 2009 il Pil cadrà di 5 punti percentuali e si attendono sia
una riduzione dei consumi che un crollo della domanda estera. I dati ufficiali del primo
trimestre 2009, divulgati oggi dall’Istat, confermano queste previsioni annuali: sul fronte
interno, la spesa delle famiglie è calata del 2,6%, gli investimenti sono crollati del 12,6%
(in particolare, sono diminuiti del 14,6% gli investimenti in macchinari e attrezzature, del
29,8% quelli in mezzi di trasporto e del 7,9 quelli in costruzioni) e il Pil ha subito una
diminuzione tendenziale del 6%. Nel primo trimestre, sono sprofondate anche le
esportazioni (-21,7% rispetto al primo trimestre 2008).
“Il quadro tratteggiato – commenta il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni
- è a dir poco preoccupante, tale da richiedere un sostegno deciso dell’economia del
nostro paese con tutti gli strumenti a disposizione, senza accontentarsi dei piccoli segnali
incoraggianti dell’ultimo periodo”.
Nel primo trimestre 2009 solo l’agricoltura è riuscita a tenere (il valore aggiunto è
cresciuto lievemente, +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2008). Questa è una
conferma del buon risultato già segnalato per il 2008: la ricchezza prodotta dal settore è
quantificabile in +2,4% rispetto al 2007, in controtendenza rispetto alla diminuzione
registrata negli altri settori produttivi (-4,6% nel settore manifatturiero, -1,2% nelle
costruzioni, -0,6% nei servizi).
“Tale risultato – prosegue Bruni – è il frutto di tanti fattori. Innanzitutto l’agricoltura ha
saputo tenersi lontana dai “giochi” finanziari che hanno travolto, dall’estate 2008, prima
l’economia americana riverberandosi poi su quella europea. Non va dimenticato però che
l’agricoltura è un settore classicamente in controtendenza, che tende a risentire con
maggiore ritardo della modificazione del quadro economico generale”.
“Di fronte a questo quadro – prosegue Bruni – “è bene ricordare che è proprio nei periodi
di crisi che occorre trovare strumenti, risorse, occasioni per completare più rapidamente
la ristrutturazione di cui necessita il settore. Questo percorso può essere intrapreso
attraverso una capacità di investimento delle imprese, supportata da un efficace accesso al
credito.”
“Il nodo cruciale per mantenere e rafforzare i seppur lievi risultati di crescita del primo
trimestre 2009” – conclude Bruni – “sta nel dare innanzitutto spazio alle esigenze di
credito del settore per offrire opportunità di crescita a tutte le aziende agricole. Serve così
una politica di sostegno che favorisca la produttività e non il disinvestimento”.
DEL BIMBO FABRIZIO
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