giovedì 12 gennaio 2012

Alla Galleria Frilli una mostra di Leonardo Maniscalchi


Aperta nel 1860, la Galleria Frilli è nata in originecome laboratorio per la creazione di statue di alabastro "Art Nouveau", alcune delle quali fanno ancora parte dell'attuale collezione. Successivamente, la Galleria si è specializzata nella riproduzione di famose sculture appartenenti a tutte le epoche storiche: dall’arte greca e romana al Medioevo e Rinascimento, fino ad arrivare al periodo moderno.
La ditta, fondata da Antonio Frilli, fu in seguito condotta dalla famiglia Marinelli, proprietaria dell’omonima fonderia del Romito.
Le sei ampie sale di cui è allestita l'esposizione sono state probabilmente utilizzate in passato come parcheggi per le carrozze; in esse spiccano caratteristici soffitti a volta e colonne, alcune delle quali mostrano ancora il livello dell'acqua raggiunto durante l'Alluvione del 1966.
Tutte le opere della Galleria vengono prodotte manualmente con una lavorazione accurata, utilizzando materiali pregiati come bronzi, marmi e pietre dure. Il catalogo, uno dei più vasti e completi nel suo genere, offre sia riproduzioni di opere a grandezza naturale, sia riduzioni adatte a piccoli giardini e appartamenti, apprezzate e vendute in tutto il mondo. La ditta Frilli ha realizzato lavori di notevole importanza e prestigio fra i quali la copia della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, la balaustra in bronzo della scala elicolidale e la copia della Porta Santa di S.Pietro in Vaticano, nonchè la copia della Porta di S. Maria Maggiore a Roma
In occasione di Pitti Uomo n.81, nel mese di gennaio 2012, è stata aperta una mostra fotografica di Leonardo Maniscalchi, che ha immortalato con i propri eccellenti scatti una quarantina di sculture classiche e moderne, uscite da quella meraviglia di laboratorio qual é la Frilli Gallery. Cimentarsi con capolavori assoluti dell’arte poteva sembrare assai impegnativo o quanto meno mettere in grave difficoltà la licenza con cui Leonardo Maniscalchi ama intervenire prima, durante e dopo l’atto fotografico. Eppure il Nostro, sia per i suoi trascorsi fashion che per una naturale propensione, ha mantenuto sempre aperto il conto con la bellezza. In questo costante e sommesso dialogo con l’antico si scopre un animo fremebondo, che avrebbe voluto “essere là mentre tutto si faceva”, che oggi vuole ri-creare la genesi e l’intenzione dell’opera originale, che intende restituire la potenza plastica e spirituale, liberandola da ogni stereotipo modernista. E’ un’immedesimazione progressiva, laddove l’artista si immerge e si confonde: ho ascoltato direttamente la voce degli antichi scultori, dice con fierezza Maniscalchi. Le opere ritratte sono la teoria assoluta del classico, inteso come capolavoro senza tempo degli umani tempi. La tecnica digitale valorizza e attualizza l’incanto e le emozioni suscitate da Mirone, Lisippo, Leochares, Apollonio, Michelangelo Buonarroti, Donatello, Giambologna, Antonio Canova, Bertel Thorvaldsen, Lorenzo Bartolini, e tanti altri mirabili artisti, i cui nomi si sono persi nei meandri della Storia, ma le cui invenzioni affascinano e rapiscono ancora generazioni di spettatori (dal contributo critico di Roberto Russo).

Fabrizio Del Bimbo

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