La pesca rappresenta tuttora una risorsa importante per l'economia toscana, ma oggi la Regione evidenzia un dato noto a pochi: la quantità pescata ogni anno nei mari della regione ammonta a 10 mila tonnellate al netto degli scarti. Il pesce "dimenticato" rappresenta quindi circa il 20% del totale".
Si tratta soprattutto di pesce poco "pregiato, come razza, sugarello, potassolo, muggine, sciabola, acciuga, sardina, palamita, moscardino, oggi considerati spesso "scarti", certamente più difficili da vendere, ma che la Regione assicura che sono assolutamente validi dal punto di vista alimentare, nutrizionale e del gusto. Intanto le specie "pregiate", sempre più richieste, «Sono oggetto di una pressione che genera problemi all'ecosistema e minaccia la riproduzione naturale».
La Regione Toscana sottolinea che «A livello Ue la nuova Politica comune della pesca, di cui è prevista l'entrata in vigore nel 2012, prevede il divieto di rigettare in mare gli scarti del pescato e l'obbligo di riportarli a terra esclusivamente per la trasformazione in farine di pesce o per alimenti per animali. Delle oltre 700 specie marine commestibili, solo il 10% circa è oggi effettivamente commercializzato su larga scala».
Per questo la Regione attraverso le risorse finanziarie messe a disposizione dalla L.R. 66/2005, rivolge da tempo particolare attenzione agli aspetti legati al recupero delle tradizioni volte all'utilizzo del "pesce povero" realizzando specifiche iniziative localizzate soprattutto in Versilia. Le marinerie locali hanno avuto modo di riscontrare le ricadute positive di queste iniziative anche attraverso lo sviluppo di nuove forme di commercializzazione del pescato, sfruttando ad esempio il canale dei Gas (Gruppi di Acquisto Solidale) e facendo arrivare il prodotto anche nelle aree interne della regione. Oggi, con il progetto sul "pesce dimenticato" finanziato con risorse comunitarie, la Regione Toscana promuove la conoscenza di queste specie, concentrando l'azione in particolare tra i ristoratori, gli addetti del settore commerciale e gli opinion leader che possono far riconoscere ed apprezzare le qualità di questo pesce.
Da gennaio fino a maggio nell'ambito della manifestazione, concertata con Unioncamere Toscana, sono previste iniziative con proposte di preparazioni culinarie innovative e alternative rispetto alla cucina del pesce più commerciale. Due seminari di formazione saranno riservati ai ristoratori della rete "Vetrina Toscana", con l'obiettivo di reinserire nei menù il pesce povero, grazie a modi di cottura alternativi e piatti innovativi elaborati «Per poter far apprezzare al consumatore questo pesce ed un nuovo modo di mangiarlo». Inoltre per far conoscere la realtà della pesca toscana verranno organizzate due uscite di pesca-turismo con i partecipanti ai seminari.
Dopo, nei ristoranti di Vetrina Toscana i cui cuochi avranno partecipato ai seminari, verranno realizzate 14 manifestazioni gastronomiche sul pesce dimenticato: serate a tema con menù centrato su una particolare specie; partecipazione di chef specializzati per una dimostrazione sulla preparazione e cottura delle specie oggetto della manifestazione; diffusione di materiale divulgativo con ricettario.
L'assessore alla pesca della Regione Toscana, Gianni Salvadori, ha sottolineato che "L'integrazione tra il progetto regionale di Vetrina Toscana ed il mondo della produzione agroalimentare è per noi di estrema importanza. Vogliamo far interagire sempre di più queste due realtà perché siamo convinti che il mondo della produzione agricola è elemento indispensabile per favorire l'attrattività della Toscana dal punto di vista turistico. L'integrazione, che oggi vede coinvolte, nell'ambito di questo evento, le Strade del Vino dell'Olio e dei Sapori e quella del Consorzio di tutela e promozione dell'Olio extravergine di oliva toscano Igp significa che le varie associazioni di categoria, i consorzi di tutela e promozione e tutti i soggetti che si occupano della promozione delle produzioni tipiche e tradizionali sono chiamate a svolgere un ruolo importante, così come le istituzioni locali. Solo lavorando sull'integrazione, come in Toscana abbiamo già dimostrato con i Pif, i piani integrati di filiera, e come l'Unione Europea oggi chiede, potremo operare con efficacia e rispondere alle sfide che il nuovo quadro economico ci richiede".
Della bontà di questo progetto è convinta anche l'assessore regionale al turismo Cristina Scaletti.
Fabrizio Del Bimbo
Nessun commento:
Posta un commento