sabato 8 maggio 2010

Giornata di studio sulla sicurezza stradale organizzata dall'ACI


Questo studio è servito ad esaminare la percezione del rischio negli adolescenti,
un’indagine condotta su 283 ragazzi svela un fenomeno che merita attenzione
I dati della ricerca, presentati questa mattina nel corso di un workshop nella Sala delle Feste di Palazzo Bastogi
Conoscere la percezione del rischio negli adolescenti, sulla base di uno studio approfondito sul significato dei concetti di rischio, eccesso e velocità.
Di questo si è parlato a Palazzo Bastogi (Firenze) nel workshop “La percezione del rischio negli adolescenti in un’ottica di ricerca ed acquisizione dell’autonomia emotiva” organizzato da L’Automobile Club Firenze, insieme alla Fondazione Caffè e al Centro Clinico di Ricerca in Psicoterapia. Durante il workshop è stata presentata una ricerca condotta dal Dott. Roberto De Ponte Conti (medico psicoterapeuta) e dal Dott. Christian Tarchi (psicologo), che hanno invitato i ragazzi a riflettere sui rischi legati agli eccessi e alla velocità. Tale studio si è basato sull’elaborazione di un questionario, svolto tra 283 studenti provenienti da scuole superiori della provincia fiorentina. È stato svolto in collaborazione con l’Automobile Club Firenze, nell’ambito di una sperimentazione condotta sull’utilizzo di un simulatore di guida – il Riding trainer Honda – per promuovere una corretta educazione stradale, e ha dato risultati interessanti.
Quando i ragazzi vengono invitati a riflettere sul rischio emergono molte risposte che allontanano un qualsiasi coinvolgimento soggettivo: o è colpa dell’individuo o dipende da condizioni esterne. Ancor più interessante è ciò che dicono i ragazzi, riguardo alla velocità, all’eccesso, al rischio: ci confermano il bisogno di sperimentazione. Tale sperimentazione non si lega solo alla ricerca di sensazioni nuove (libertà, adrenalina, euforia, ecc), ma anche alla ricerca dei propri limiti, delle proprie possibilità, della propria identità. Appare poi evidente che un aspetto importante del disagio giovanile è rappresentato dall’avvento delle nuove tecnologie. L' uso prolungato di videogiochi, la frequentazione assidua di internet, possono alterare nei ragazzi, nelle personalità non ancora formate, il senso del pericolo. In generale possono spezzare il legame tra causa ed effetto. Così, inconsciamente, quando si compie un gesto estremo non si teme il pericolo o la morte. Come accade nella realtà virtuale. Per questo diventa importante sensibilizzare i ragazzi. Il fenomeno non può essere sottovalutato e l’ACI, grazie alla sua esperienza sul campo, rappresenterà un eccellente interlocutore per questi giovani ragazzi.
Del Bimbo Fabrizio

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