sabato 19 giugno 2010
Pitti Uomo chiude nel segno della ripresa
A poche ore dalla chiusura dell’edizione 78 di Pitti Uomo e di Pitti W n.6, e dalla
Fortezza da Basso arrivano segnali forti che la ripresa c’è, e a Firenze - in questi giorni di
salone - il mondo della moda internazionale lo ha percepito molto chiaramente.
Lo hanno detto le aziende, che qui hanno scelto di presentare in anteprima assoluta le nuove
collezioni e i nuovi progetti (1.047 le collezioni in mostra, un record senza precedenti per Pitti
Uomo e Pitti W), ma lo dicono soprattutto i numeri dei compratori. Le previsioni sull’affluenza
finale dicono che questa edizione dovrebbe chiudersi a:
circa 19.200 i compratori totali intervenuti,
+6.5 % sul totale compratori rispetto al giugno 2009
6.900 i compratori esteri (+12%),
12.300 i compratori dall’Italia (+3%)
oltre 32.000 i visitatori complessivi
I numeri complessivi, i contatti commerciali e i giudizi raccolti tra gli addetti ai lavori, la
grande attenzione di stampa e tv da tutto il mondo, rappresentano un’indubbia iniezione di
fiducia, in particolare per l’industria italiana della moda, degli accessori e del lifestyle,
principale protagonista della rassegna fiorentina e da sempre con una fortissima vocazione
all’export.
E i dati sui compratori esteri sono un segno altrettanto importante di come i mercati
internazionali stiano approcciando la ripresa. A Pitti Uomo tutti i principali mercati esteri
sono in crescita, con la Germania che si conferma al primo posto in termini assoluti e che
conferma i valori del giugno 2009. Performance in aumenti a due cifre per Spagna (+16%),
Gran Bretagna (+34%), Stati Uniti (+13%), Russia (+40%), Cina e Hong Kong, Corea,
Turchia, Belgio, Austria; a una cifra per Giappone, Francia, Olanda. E aumenti interessanti
da Canada, Svezia, Norvegia, Ucraina, Brasile, dai paesi del Medio Oriente e da numerosi
nuovi mercati.
Abbiamo raccolto in questi giorni i commenti di alcuni dei buyer di Pitti Uomo:
Roberta Valentini, proprietaria delle boutique Penelope di Brescia:
“Un’atmosfera vivace quella che si respira oggi a Pitti, ci sono tanti compratori in giro e gli stand
sono pieni di persone. Appena arrivata mi ha attratto la nuova sezione My Factory: divertente,
street, molto easy. Mi piace questo spirito giovane. Quando sono in fiera voglio essere rilassata,
e mi piace che le novità mi arrivino subito, da sole, senza doverle cercare troppo. E mi sembra
che sia proprio così in questa edizione di Pitti Uomo”.
Polat Uyal, Chief Merchandising Officer dei department store Beymen (Turchia):
“Sono quindici anni che vengo in fiera. Nei nostri negozi di luxury retail cerchiamo di stupire i
nostri clienti, di dar loro un qualcosa in più che li spinga a tornare da noi, cerchiamo di offrire un
lifestyle. Non solo abiti e prodotti da indossare quindi ma uno stile di vita vero e proprio, e Pitti per
questo ha sempre rappresentato un’ottima fonte”
Anna Porret, buyer accessori uomo Le Bon Marché (Francia):
“La realizzazione è perfetta, la fiera è molto chiara e facile da vedere grazie al suo nuovo layout
concepito da Patricia Urquiola. Non si sente lo stress dell’attuale situazione economica: si respira
una bella atmosfera, ottimista. Tante le proposte dello stile sartoriale e casual: ho visto un grande
ritorno del kaki e del colore verde, oltre a giacche leggere, dai tagli perfetti, che vestono come
camicie.
Lanita Layton, Vice President, GMM Holt Renfrew (Canada):
“Vengo a Pitti da venti anni: è lo strumento necessario per capire in che direzione si sta
muovendo il mercato, qui c’è un quadro completo. Si vedono tante novità interessanti in giro, ma
Pitti è l’unica fiera con un vero e proprio approccio al sartoriale. E mi piace come Pitti ha
aggiornato alcune aree: cambiare è importante e la fiera tiene il passo con i tempi, è in continua
evoluzione”
Maurizio Purificato, buyer delle boutique Antonia di Milano:
“Siamo presenti a tutte le fiere e agli showroom di Milano e Parigi, ma la selezione di Pitti è più
contemporanea rispetto alle altre. Mi è piaciuto lo stile della sezione L’Altro Uomo: easy, con un
look street ma dai tessuti ricercati, un perfetto mix and match tra l’allure sartoriale e lo stile nordeuropeo/
giapponese. Belle novità anche nelle aree dei Pop Up stores, e interessanti i marchi di
accessori presenti a New Beats. E per me sono molto interessanti anche i tanti eventi del ‘fuori
salone’, ti permettono di vedere e assaporare il prodotto in un altro contesto”.
Nick Wooster, Men’s Fashion Director di Neiman Marcus (Stati Uniti):
“Un’atmosfera molto stimolante, c’è tanta energia che ruota intorno alle collezioni. Interessante la
nuova sezione My Factory e i debutti di New Beats. E’ importante per me vedere i brand e le
icone americane re-interpretati da culture diverse, visti con nuovi occhi. Firenze è una città
magica: ieri ero alla sfilata di Ackermann, un evento meraviglioso”.
Tomohiko Taya, Chief Representative Takashimaya (Giappone):
“Si respira aria di ripresa, c’è ottimismo. Le persone hanno bisogno di capire bene come gestire
di nuovo il mercato, e Pitti è un elemento importante. In questo momento il cambio per il
Giappone è favorevole, e a partire dai mesi di marzo e aprile la situazione economica è di nuovo
viva”
Laura Karam, Man Buyer di Coorleone Company (Spagna):
“E’ la prima volta che vengo a Pitti Uomo. C’è una grande affluenza, mi piace l’allestimento. Ho
notato una grande tendenza del vintage, sia nei materiali che nelle forme. Sto vedendo diversi
brand contemporanei che mi interessano”.
Elie Bejjani, Man Buyer di Aïshti (Libano):
“Abbiamo dei multimarca dedicati al formalwear e altri al casual e allo street, quindi ci interessano
tutte le sezioni della fiera. Mi hanno colpito tanti brand diversi: come le tante proposte di T-shirt,
stesso concept ma in colori diversi.
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