mercoledì 3 novembre 2010
Un paradiso archeologico a pochi km dalla Toscana
La Grotta della Tanaccia si trova a 2 chilometri a ovest di Brisighella, a 200 metri di altitudine, poco distante dal parco del Carnè.
Sito archoeologico oltre che naturalistico di grande importanza, vi sono stati ritrovati reperti dell'età del ferro, tracce consistenti di focolari e testimonianze databili dall'Eneolitico fino a tutto il Bronzo antico.
Altri ritrovamenti fanno ritenere che il sito sia stato utilizzato agli inizi dell'antica età del bronzo a scopo prevalentemente funerario.
Da Brisighella occorre prendere la strada che conduce a Riolo Terme, giunti al termine della salita che aggirando la rocca ci porta ai piedi del monte Rontana, parcheggiare l'auto in una piazzola (indicazioni "punto di ritrovo grotta Tanaccia").
Dal piazzale seguire sentiero in discesa che in pochi metri ci porta fino ad un fabbricato con pensilina, edificato come punto di appoggio per le escursioni in grotta.
Si prosegue in discesa lungo il sentiero ed in poche centinaia di metri ci si trova all'ingresso originario della grotta.
Da qui l'accesso è ostruito, e comunque sarebbe difficilmente percorribile anche da persone esperte, si prosegue quindi seguendo il sentiero fino ad arrivare al nuovo ingresso artificiale, ricavato più a valle e chiuso da una porta in ferro.
Sono consentite solo visite guidate, il percorso non presenta particolari difficoltà e non richiede attrezzature specifiche, anche se è sconsigliato ai bambini sotto i 12 anni, donne in gravidanza e persone con problemi motori.
E' comunque necessario essere muniti di scarponi o stivali in gomma, oltre ad una tuta possibilmente impermeabile.
Il casco con impianto di illuminazione viene fornito dal gruppo speleologico che fornisce l'assistenza alla visita.
Il percorso si sviluppa in orizzontale, per una lunghezza di circa 300 metri.
Il primo tratto è relativamente semplice, si percorre quasi interamente in posizione eretta risalendo il corso di un piccolo ruscello e sbuca nella sala delle sabbie.
Una successiva strettoia con pareti magnificamente lavorate dall'erosione conduce nella seconda sala detta "del ferro di cavallo".
Infine un tratto da percorrere a carponi, nel letto del ruscello che in questo punto si allarga notevolmente, conduce all'ultima sala visitabile.
Fabrizio Del Bimbo
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