martedì 27 marzo 2012
Collettiva alla SIMULTANEA - SPAZI D’ARTE di Firenze
Dal 31 Marzo al 14 Aprile 2012
Inaugurazione della collettiva alla Simultanea d'arte
Le difficoltà e il disagio che si accompagnano spesso all’esperienza della città contemporanea, trovano una spiegazione nella trasformazione subita dal concetto e dall’uso dello spazio nella cultura odierna. Percorrere uno spazio non significa soltanto calpestare il suolo, ma decifrare i luoghi, ascoltare le civiltà e raccoglierne i segni e i nuovi miti. Camminare vuol dire interpretare il mondo di oggi, ma anche dialogare con quello del passato e comunicare con l’ambiente. Quando percorriamo le strade delle nostre città, eccezion fatta per i centri storici dove la memoria si stratifica e si conserva grazie soprattutto alla presenza di architetture del passato, ci colpisce l’assenza di una geometria ragionevole e unitaria, e si ha come l’impressione di trovarsi in uno spazio senza confini e norme, in cui a ciascuno è concesso di ritagliare una sua privata geometria d’uso.
Nella città contemporanea l’individuo prende parte allo spettacolo e insieme al consumo di architetture e di luoghi carichi di segni e di simboli, in un contesto spesso disordinato, ricco di contrasti, “privo di forme e causa perciò di un nuovo e diffuso malessere individuale e collettivo”(Z. Bauman, 1999). L’assenza di un’identità urbana di riferimento capace di svolgere un ruolo di assimilazione culturale così come di educazione e di miglioramento civico, trasforma la città in un labirinto di esperienze che finiscono spesso per disorientarci. La città non è più “un grembo che ci accoglie” (W. Benjamin, 1955), ma un intreccio di subculture che convivono nel tessuto cittadino, a volte nella reciproca indifferenza, più di frequente nello scontro e nell’incomprensione reciproca. Geometrie di vita non comunicanti, spesso giustapposte e non fatte convogliare in un sistema d’integrazione.
Non è facile individuare un modello che descriva le molteplici mappe culturali che caratterizzano lo spazio urbano odierno, che da luogo unitario e collettivo, si è trasformato in un insieme disordinato di paysages d’action, vale a dire spazi individuali che ciascuno condivide con sé stesso e che entrano in contatto con il resto della comunità soltanto in maniera occasionale e discontinua. Una perdita dell’identità collettiva che vede la città favorire, anziché l’allargamento e il consolidamento delle relazioni sociali, la solitudine dell’uomo moderno divorandolo nei suoi meccanismi di connessioni veloci e di relazioni superficiali.
Obiettivo della mostra Urban Tales è riflettere sulla corrispondenza nella città contemporanea tra spazio fisico e spazio civico, tra comunità e spazio di vita, tra individuo e collettività. MASSIMO BARCARIOL, PAOLO DALPRATO, ANDREA GASPARRO, ROBERTO MIGLIETTA, MARCO VIRGONE e CRISTIAN VOLPARA raccontano la città come corpo architettonico e paesaggio intriso di valori al contempo “statici” - la memoria e la cultura custodita nei centri storici - e “dinamici” - la crescita delle periferie e delle realtà suburbane. A prevalere è una percezione sinestetica dell’ambiente, quella che nasce cioè dall’interazione tra l’uomo e lo spazio percepito. E’ così che la fotografia diventa un guardare attivo, un’immersione del corpo nei luoghi della città intesa come insieme di fattori fisici, psicologici, ambientali e culturali, ma anche come luogo soggetto a continui processi di trasformazione e di cambiamento.
Gli artisti:
MASSIMO BARCARIOL (Pontassieve, 1959)
PAOLO DALPRATO (nasce in Lombardia nel 1958)
ANDREA GASPARRO (nasce in Campania nel 1944)
ROBERTO MIGLIETTA (Campi Salentina, 1977)
MARCO VIRGONE (Palermo, 1968)
CRISTIAN VOLPARA (Alessandria, 1974)
Alla Simultanea - Spazi d’Arte, via San Zanobi 45 rosso, Firenze
Del Bimbo Fabrizio
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